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Ricerca collaborativa: solo così il manifatturiero italiano può essere competitivo. La ricetta di Afil. I casi Cosberg e Valente


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In un contesto economico in rapido mutamento, le filiere produttive lombarde si trovano a dover affrontare una serie di sfide strutturali: scarsità di competenze tecnologiche, difficoltà di accesso a soluzioni avanzate, frammentazione delle competenze tra Pmi e grandi imprese, resistenza culturale al cambiamento. È proprio a partire da questi bisogni che il Cluster Afil – Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia – ha rilanciato l’urgenza di una ricerca collaborativa come leva per innovare e rafforzare la competitività del manifatturiero. La ricerca collaborativa è un modo di fare innovazione dove imprese, università, centri di ricerca e istituzioni lavorano insieme: condividono idee, risorse e competenze per risolvere problemi comuni o sviluppare nuove soluzioni. Aiuta soprattutto le piccole imprese che da sole non riuscirebbero a innovare per mancanza di soldi o tecnologie. Permette di abbattere i costi, ridurre i rischi e accelerare i risultati. Insomma, è un metodo sempre più importante per rendere le aziende competitive. E Afil è il punto di riferimento per chi vuole fare innovazione in modo collaborativo nel manifatturiero lombardo. Infatti non solo dà vita a reti tra imprese e istituzioni culturali, ma partendo dai problemi concreti delle filiere produttive realizza roadmap di innovazione, aiuta le aziende a trovare i giusti partner, favorisce l’accesso a finanziamenti e sostiene la partecipazione a progetti europei.

Un esempio concreto di ricerca collaborativa favorita da Afil è il progetto Smart4CPPS, che ha visto l’azienda Cosberg lavorare insieme a università e centri di ricerca per sviluppare un sistema adattativo per l’assemblaggio. Coordinato all’interno dell’ecosistema di Afil e supportato da Regione Lombardia, il progetto ha permesso di integrare tecnologie avanzate come robotica collaborativa e intelligenza artificiale, portando alla realizzazione di un prototipo fisico innovativo. Questa collaborazione ha aiutato Cosberg a ridurre i rischi, contenere i costi della sperimentazione e rafforzare la propria competitività nel settore manifatturiero.

L’articolo prende spinto dall’evento “La ricerca collaborativa in Lombardia: dalle tecnologie alle soluzioni per rafforzare la competitività del manifatturiero avanzato”, organizzato a Milano da AFIL in sinergia con il progetto europeo AI Redgio 5.0 ed in collaborazione con Regione LombardiaThe Innovation GroupPolitecnico di Milano e Made Competence Center Industria 4.0. All’incontro sono intervenuti, come relatori, anche le imprese Cosberg e Valente. L’evento era in continuità con una precedente iniziativa tenuta a febbraio.

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La digitalizzazione nel settore manifatturiero: sfide e opportunità

Presentando uno studio preparato per lo Smart Manufacturing Summit 2025, (iniziato subito dopo l’evento di Afil), Emilio Mango, general manager di Tig Events, ha posto l’accento sul fatto che molte aziende stiano progredendo nella digitalizzazione, con soltanto il 16% che ha completamente adottato lo smart manufacturing ed il 56% che sta ancora integrando tecnologie. Mango evidenzia la crescente attenzione posta sull’intelligenza artificiale e sulla cybersecurity, affermando che «la spinta all’automazione è stata forte, ma ora il focus si sta spostando su IA, servitizzazione e cybersecurity».

Il 60% delle aziende ha raggiunto miglioramenti significativi in termini di efficienza grazie all’introduzione dello smart manufacturing. Tuttavia, le difficoltà principali restano l’integrazione dei sistemi esistenti e la resistenza al cambiamento, con il 62% che segnala queste problematiche. Il 40% delle aziende, invece, non ha ancora avviato iniziative di intelligenza artificiale, ma ci sono alte aspettative per il futuro.

Il ruolo strategico del cluster Afil nella competitività del manifatturiero lombardo

Paolo Vercesi, direttore esecutivo di Afil.

Secondo Paolo Vercesi, direttore esecutivo di Afil, è fondamentale rispondere alle nuove sfide industriali che riguardano la trasformazione dei materiali, più leggeri, riciclati e sostenibili, a cui deve seguire l’innovazione nei macchinari che li lavorano ed in quelli per l’assemblaggio di sottosistemi. «Il nostro compito è raccogliere le istanze delle aziende che vogliano implementare strategie di innovazione e cercare di aiutarli». In questo contesto, il Cluster si impegna a promuovere la collaborazione tra diverse realtà industriali e tecnologiche, per affrontare le problematiche comuni, come sfruttamento dei dati, progettazione collaborativa, de-manufacturing, consumi, manutenzione e gestione delle linee di produzione.

Per Vercesi, l’approccio di Afil è quello della neutralità tecnologica, non promuovendo quindi tecnologie specifiche, ma aiutando le imprese a sviluppare soluzioni in base alle loro esigenze. «Non partiamo dalle tecnologie, ma dai bisogni delle aziende. Il mondo della ricerca ci dice cosa le tecnologie siano in grado di fare e cosa serva per implementarle», continua Vercesi. «Inoltre, il Cluster supporta le aziende nel fare rete e progettare soluzioni condivise per migliorare la competitività delle filiere produttive lombarde».

Le attività portate avanti in seno alle Strategic Communities di Afil forniscono un contributo all’evoluzione del settore. Per Vercesi, infatti, «l’obiettivo del Cluster è di incrementare la competitività delle imprese del manifatturiero lombardo in ottica di filiera di ricerca e innovazione, anche attraverso le collaborazioni interregionali, senza però intaccare la competitività delle filiere locali».

La programmazione Fesr di Regione Lombardia: le iniziative per la ricerca e l’innovazione

Tommaso Mazzei, direttore vicario della Direzione Generale Università, Ricerca e Innovazione di Regione Lombardia.

La missione del Cluster Afil ben si sposa con alcune iniziative di Regione Lombardia previste nella programmazione Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) per il periodo 2021-2027, con particolare riferimento agli interventi messi in campo per sostenere la ricerca e l’innovazione in Lombardia.

Tommaso Mazzei, direttore vicario della Direzione Generale Università, Ricerca e Innovazione di Regione Lombardia, sottolinea anzitutto che «la struttura ha impegnato la quasi totalità delle risorse messe a disposizione dalla Commissione Europea sugli assi dedicati alla ricerca e innovazione», con un investimento complessivo di circa 500 milioni di euro, a copertura di diverse misure strategiche, tra cui quelle destinate alle tecnologie avanzate e digitali.

Una delle principali misure presentate durante l’evento del 1° aprile 2025 è il Bando per il sostegno allo sviluppo di tecnologie critiche nei settori Deep Tech e Biotecnologie, legato alla Piattaforma Step (Strategic Technologies for Europe Platform). Con una dotazione pari a 40 milioni di Euro, questa misura è stata ideata per favorire i grandi investimenti strategici e la creazione di ecosistemi tecnologici che prevedano partnership tra Grandi Imprese e Pmi.

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I progetti presentati devono riguardare settori specifici indicati dalla Commissione Europea, con una particolare attenzione a sostenibilità, digitalizzazione e manifattura avanzata. Secondo Mazzei, «questi ambiti sono fondamentali per preservare l’integrità del Mercato Interno e ridurre le dipendenze strategiche nella regione».

La seconda iniziativa presentata da Mazzei è il Bando Competenze&Innovazione, destinato a supportare la trasformazione digitale e la sostenibilità, attraverso rafforzamento delle competenze interne ed inserimento di figure qualificate tramite apprendistato ed alta formazione. Il bando ha riscontrato un grande successo, con 179 domande presentate in circa due mesi, che hanno portato alla sospensione dello sportello per l’esaurimento della dotazione finanziaria.

Vi è stato poi spazio per presentare il Bando Brevetti 2023, il cui periodo di apertura è stato prorogato fino al 15 luglio 2025. Concepito per favorire l’ottenimento o l’estensione di brevetti europei e internazionali attraverso la concessione di un contributo a fondo perduto, la misura ha come obiettivo quello di incentivare le innovazioni industriali e favorire la protezione della proprietà intellettuale, supportando così la competitività delle imprese lombarde sui mercati internazionali.

Un’ulteriore opportunità presentata dalla DG Università Ricerca e Innovazione a sostegno del trasferimento tecnologico riguarda la Misura Rafforza&Innova, con apertura ipotizzata nel secondo trimestre 2025 e dotazione pari a 6 milioni di Euro, che mira a favorire la collaborazione tra imprese ed organismi di ricerca nell’ottica di trasformare nuove idee in prodotti e servizi sostenibili dal punto di vista commerciale.

Da ultimo, è stato illustrato il progetto Open Innovation 2024-2026, finalizzato all’implementazione e gestione dell’omonima piattaforma collaborativa regionale, con il supporto di Finlombarda. L’iniziativa punta a rafforzare le connessioni tra le eccellenze lombarde nell’ambito della ricerca e innovazione, favorendo innanzitutto la collaborazione tra imprese, università e centri di ricerca. L’obiettivo finale è quello di incrementare la conoscenza delle eccellenze del territorio lombardo e di consolidare l’ecosistema regionale della ricerca e innovazione), creando sinergie che possano tradursi in nuove opportunità di sviluppo economico e tecnologico.

Innovazione collaborativa e leve strategiche per le Pmi: il caso Cosberg

Mauro Viscardi (Cosberg)

Dopo l’ampio portafoglio di opportunità regionali, è venuto il turno di Mauro Viscardi, Innovation Manager di Cosberg, che ha sostenuto l’importanza cruciale dell’innovazione collaborativa per la crescita competitiva delle Piccole e Medie Imprese. Cosberg, una Pmi specializzata nella progettazione di impianti automatizzati, investe oltre il 12% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo, una percentuale molto alta per un’azienda di quelle dimensioni, con oltre 100 brevetti depositati a livello mondiale. L’impresa sfrutta la collaborazione con università e centri di ricerca, come nel progetto Smart4CPPS, finanziato da Regione Lombardia, che negli anni scorsi ha portato allo sviluppo di un prototipo fisico di sistema adattativo per l’assemblaggio.

Cosberg integra tecnologie avanzate come robotica collaborativa e Intelligenza Artificiale, rendendo le proprie soluzioni più competitive. Viscardi ha innanzitutto sottolineato che «ogni macchina che realizziamo è unica» e che l’azienda sta evolvendo verso un modello di servitizzazione, offrendo servizi industriali e non soltanto impianti. Ha poi evidenziato l’importanza del cofinanziamento, essenziale per ridurre i rischi imprenditoriali e completare i progetti innovativi. Secondo Viscardi, «Le leve finanziarie come i finanziamenti a fondo perduto ed il cofinanziamento sono essenziali». Attraverso l’Open Innovation, Cosberg ha costruito una rete di collaborazioni strategiche, rafforzando la propria posizione nell’innovazione industriale e consolidando il proprio ruolo di leader nel settore.

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Il Bando Brevetti 2023 nasce per favorire l’ottenimento o l’estensione di brevetti europei e internazionali attraverso la concessione di un contributo a fondo perduto. La misura ha come obiettivo quello di incentivare le innovazioni industriali e favorire la protezione della proprietà intellettuale.

Il progetto di IA Redgio 5.0: supportare le Pmi nell’adozione dell’intelligenza artificiale per la resilienza e la sostenibilità nell’Industria 5.0

Il progetto europeo AI Redgio 5.0 mira a supportare l’adozione dell’Intelligenza Artificiale nell’industria manifatturiera, in particolare per le Pmi dell’Unione Europea, nel contesto della Industria 5.0. Sergio Gusmeroli, coordinatore del progetto per il Politecnico di Milano, sottolinea l’importanza di creare un’alleanza a livello europeo tra regioni e Digital Innovation Hub (DIH) per promuovere l’adozione dell’AI-at-the-edge e migliorare la resilienza e la sostenibilità industriale, elementi centrali dell’Industria 5.0. Secondo Gusmeroli, «il progetto mette insieme 44 partner da 18 Paesi e, in particolare, da 15 regioni facenti parte dell’Iniziativa Vanguard, creando una rete di 243 Edih».

In particolare, Gusmeroli parla dell’importanza dei sandbox tecnici e regolatori, chiamati Teresa, spiegando che «i sandbox Teresa permettono alle Pmi di testare soluzioni in condizioni reali, in un ambiente sicuro e controllato, prima di applicarle su larga scala».

L’inclusività e l’interazione tra uomo e macchina sono aspetti fondamentali per il progetto; in questo senso, Gusmeroli ha evidenziato come l’integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi produttivi ed il miglioramento della qualità siano obiettivi centrali. Secondo il coordinatore, infatti, «Il progetto AI Redgio 5.0 punta a ridurre il rischio imprenditoriale, aumentando la qualità e la produttività attraverso l’adozione di tecnologie avanzate, come l’Intelligenza Artificiale ed il monitoraggio in tempo reale».

I sandbox tecnici e regolatori chiamati Teresa permettono alle Pmi di testare soluzioni in condizioni reali, in un ambiente sicuro e controllato, prima di applicarle su larga scala.

La trasformazione digitale per le Pmi con Made, Afil e M.I.A. Lombardia, e l’esempio di Valente

Relativamente al tema della trasformazione digitale delle Pmi, per Davide Polotto, Business Development di Made Competence Center Industria 4.0, va osservato il mercato italiano dell’intelligenza artificiale. «Vale 1.200 milioni di Euro e sta crescendo rapidamente con un aumento di oltre il 50% all’anno nelle due ultime annualità, concentrandosi principalmente su aree come la data exploration, la predizione e l’IA generativa». Tuttavia, c’è un divario tra grandi imprese e Pmi. Secondo Polotto, infatti, «Il 60% delle Pmi italiane ha iniziato a utilizzare l’intelligenza artificiale, ma solo l’11% ha già implementato soluzioni concrete».

Da qui nasce l’iniziativa Draive (Data-driven roadmap for AI vision and excellence), una strategia mirata a guidare le Pmi nell’adozione dell’intelligenza artificiale. La roadmap è suddivisa in tre macro-fasi: definizione degli obiettivi strategici, analisi delle aree aziendali di maggiore interesse e creazione di un piano strutturato. Per Polotto, «attraverso Draive, le aziende possono identificare le aree in cui l’IA può creare valore, passando dalla valutazione delle tecnologie interne alla creazione di una visione strategica integrata; a seguito di ciò, è possibile integrare l’IA nei propri processi aziendali e migliorarne l’efficienza operativa».

Il servizio Draive – Data-Driven Roadmap for AI Vision and Excellence, realizzato da Made Competence Center, è stato pensato per guidare le Pmi italiane nel loro percorso di adozione dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo è permettere anche alle imprese medio piccole di trarre il massimo dall’IA.

Made fornisce supporto tecnico, consulenziale e formativo alle imprese, con particolare attenzione alla digitalizzazione e innovazione tecnologica nei settori industriali. Insieme ad Afil, è partner di M.I.A. Lombardia (Manufacturing Innovation Alliance Lombardia), un European Digital Innovation Hub che offre sostegno alle Pmi lombarde nel proprio percorso di trasformazione digitale, promuovendo l’adozione di tecnologie avanzate, inclusi strumenti di Intelligenza Artificiale, big data e robotica.

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Un esempio concreto di trasformazione digitale è il caso di Valente, azienda meccanica della Lombardia che opera nel settore dei materiali e della produzione, in particolare nella realizzazione di componenti per l’industria. Valente sta implementando l’intelligenza artificiale per automatizzare la gestione dei disegni e migliorare l’efficienza nella creazione di tabelle con informazioni tecniche.

Per Luca Menoncello, chief operating officer di Valente, «la creazione di tabelle con caratteristiche tecniche da allegare ai disegni fatta manualmente è uno degli aspetti che può essere ottimizzato attraverso l’IA, permettendo un risparmio di tempo e migliorando la precisione nei processi produttivi». Secondo Menoncello, inoltre, l’intelligenza artificiale dovrebbe essere adottata gradualmente all’interno di una strategia aziendale complessiva, che consideri gli obiettivi a lungo termine e l’impatto sui processi interni.

Flessibilità e risposte efficaci alle esigenze delle imprese

Nel corso della discussione sulle misure di finanziamento, sono emerse importanti risposte riguardo alla gestione ed all’adattamento delle risorse destinate alle imprese. È stato sottolineato che, nel caso in cui alcune misure non raggiungano gli obiettivi prefissati, sia possibile rivedere gli stanziamenti e riallocare le risorse verso iniziative che mostrino maggiore potenziale. Questo approccio dinamico consente di ottimizzare l’impatto dei fondi regionali e rispondere in modo più efficace alle necessità delle aziende.

Inoltre, il coordinamento delle misure di supporto a livello regionale è un altro punto cruciale, che conferma l’importanza di un allineamento strategico finalizzato a massimizzare i benefici per le imprese. È stato infatti evidenziato come le priorità di finanziamento possano essere modificate in risposta alle esigenze emergenti, offrendo alle imprese una maggiore flessibilità.

In quest’ambito, AFIL svolge un ruolo cruciale nell’intercettare le istanze provenienti dall’ecosistema manifatturiero regionale e nel facilitare l’interazione sia tra i diversi attori che ne fanno parte sia con Regione Lombardia, come è avvenuto in occasione degli eventi organizzati l’1 aprile ed il 25 febbraio 2025 e come accade regolarmente attraverso gli incontri periodici delle Strategic Communities del Cluster.



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