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Agorai, l’ecosistema IA di Generali, Deloitte, Google e… ce lo siamo fatto raccontare dai protagonisti


Il settore pubblico è rappresentato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, territorio del quale fanno parte alcune delle istituzioni accademiche partecipanti, come Università di Trieste, il primo ateneo italiano a offrire il percorso di formazione completo sull’intelligenza artificiale, dalla laurea triennale al dottorato di ricerca, Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa), Università di Udine, Mib Trieste School of Management, che si propone come ponte strategico fra il mondo accademico e quello imprenditoriale. Completano gli attori del mondo della ricerca l’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), con forti competenze di robotica, e l’Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics (Ictp). Infine, il mondo delle imprese private: Assicurazioni Generali, insieme a Banca Generali e Generali Italia, Deloitte, Fincantieri e Fondazione Fincantieri, Illycaffè, Goldman Sachs.

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Il progetto è composto dalla Fondazione presieduta da Paolo Rubano, l’Agorai Innovation hub per la ricerca applicata, e la Open Academy

Paolo Rubano, finance transformation director di Generali e presidente della Fondazione Agorai.

Il progetto Agorai si è concretizzato nello scorso mese di aprile, e ora entra nella fase operativa con tre realtà distinte. Una Fondazione, che si dedica prevalentemente alla ricerca di base, sviluppata grazie alle competenze sia degli enti scientifici sia dei partner privati. Una società per azioni denominata AgoraInnovation Hub, la cui attività si concentra invece sulla ricerca applicata, attraverso l’implementazione di casi d’uso in vari settori basati su avanzati algoritmi di IA e potenzialità dei big data. E qui saranno maggiormente protagoniste le aziende e i centri di trasferimento tecnologico.

Infine, c’è una Open Academy, non solo rivolta alla formazione di talenti, ma anche al trasferimento di conoscenze, e alla creazione di startup. Paolo Rubano (Generali) presiede la Fondazione, mentre Luigi Renis, equity partner Deloitte, è lead customer service provider di Agorai Innovation hub. E ci tiene a sottolineare che il colosso della consulenza guidato da Fabio Pompei «partecipa per sostenere sia la ricerca di base sia la ricerca applicata, fornendo supporto anche al go to market».

Google Cloud partner tecnologico, fornisce potenza computazionale con le due Regioni, il large language model di IA, software e piattaforme per sviluppare use case

Paolo Spreafico, country director customer engineering Italia di Google.

Partner tecnologico del progetto è Google Cloud. «Mettiamo a disposizione le infrastrutture tecnologiche, come le due Region di Google Cloud che forniscono potere computazionale, ottimizzate per High Performance Computing» spiega Paolo Spreafico, country director customer engineering Italia di Google riferendosi ai data center dislocati nelle due Region di Milano e Torino, ognuna delle quali ha tre zone cloud.

«Oltre questo layer infrastrutturale, mettiamo a disposizione il nostro modello di intelligenza artificiale generativa Gemini AI 2.5. E le piattaforme per costruire gli agenti, ovvero le applicazioni di IA in grado di intraprendere vere e proprie azioni. In definitiva, contribuiamo a definire e progettare i sistemi informatici necessari per realizzare i casi d’uso».

Deloitte partecipa sia alla ricerca di base sia alla ricerca applicata, e mette a sistema il Center of Excellence di GenAI

Luigi Renis, equity partner Deloitte e lead customer service provider di Agorai Innovation hub.

«Deloitte partecipa per supportare sia la ricerca di base sia la ricerca applicata, fornendo supporto anche al go to market – spiega Luigi Renis -. La ricerca di base produrrà paper scientifici su tematiche complesse, mentre la creazione di applicazioni si rivolge a startup, Pmi, e all’attrazione di talenti. I settori di intervento sono diversi: finanza, mobilità, smart city, salute, manifattura, trasporti, food and energy. Stiamo facendo sistema, per affrontare tematiche molto complesse non facilmente risolvibili da un singolo soggetto. Decideremo di anno in anno gli ambiti di ricerca, inizieremo a farlo verso la fine di luglio. Abbiamo già 15 use case, fra cui selezionarne quattro o cinque su cui lavorare».

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Deloitte, attraverso le attività del Center of Excellence sulla GenAI, fornisce professionisti con competenze avanzate, «ma anche metodologie esclusive e il supporto del nostro network globale di esperti tecnici e funzionali – dichiara il GenAI leader Lorenzo Cerulli -. Collaboreremo fianco a fianco con i ricercatori di Agorai per implementare soluzioni di intelligenza artificiale generativa che siano davvero trasformative, puntando a renderle non soltanto intelligenti, ma anche concretamente efficaci e scalabili. Infine, porremo grande attenzione a un impiego etico e responsabile di questa tecnologia, in coerenza con i nostri principi e con la visione di Agorai, Humanaize the Future».

Lricerca si svolgerà a Palazzo Carciotti, prima sede di Generali, luogo storico di Trieste e simbolo dell’innovazione che unisce passato e futuro

La piazza dell’antica Grecia, l’agorà, in cui Socrate stimolava le persone a far nascere le idee. E l’intelligenza artificiale, la tecnologia che sembra rendere pensanti addirittura le macchine. Questi due elementi si fondono nel progetto Agorai, una partnership pubblico privata a cui partecipano Generali come soggetto promotore, Google in qualità di partner tecnologico, Deloitte che mette a sistema competenze, ricerche e attività del suo center of excellence sulla GenAI, istituzioni accademiche e aziende italiane e internazionali.

Generali, spiega invece Rubano, dal punto di vista operativo sosterrà «studenti con borse di phd, e se possibile metteremo sul progetto anche delle nostre persone. L’obiettivo centrale però è creare un polo di ricerca con l’università. E sviluppare degli use case all’insegna del concetto di humanaize the future, ovvero sviluppo consapevole dell’IA che possa essere complementare all’uomo». Ma soprattutto la sede, Palazzo Carciotti, primo quartier generale della compagnia assicurativa, che a fine 2024 è stato riacquistato da Generali Real Estate. Questo luogo simbolo di Trieste, recentemente restaurato dall’architetto ingegnere e urbanista Carlo Ratti, direttore del Mit Senseable City Lab e curatore della Mostra Internazionale di Architettura 2025 a Venezia, rappresenta lo spirito innovatore dell’iniziativa.

Del resto, sottolinea Rubano, «Generali è sempre stata promotrice di innovazione. Pensiamo ad esempio a Bruno De Finetti, il matematico che all’inizio del ‘900 ha sviluppato la teoria soggettiva delle probabilità. In un momento di forte innovazione tecnologica, e anche in nome di questa nostra tradizione vogliamo contribuire allo sviluppo del paese. Ma puntiamo naturalmente anche al nostro beneficio interno, quindi allo sviluppo che l’IA può portare al settore assicurativo».

La mission di Humanaize the future va incontro all’obiettivo indicato dal Rapporto Draghi di trasformare la ricerca l’innovazione in crescita economica

La mission è un po’ il tratto distintivo dell’iniziativa, consiste nello stimolare attraverso l’innovazione tecnologica quel salto dell’economia di cui l’Italia e l’Europa hanno bisogno. Attraverso uno sviluppo etico dell’intelligenza artificiale, che deve diventare quindi motore di uno sviluppo sostenibile e umanocentrico. Il paradigma della Trasformazione 5.0 con l’IA ha l’occasione di diffondersi velocemente, e da questo punto di vista proprio la struttura della società europea può rappresentare, più che un limite, un terreno particolarmente fertile per trovare quella che ad esempio il Rapporto Draghi sulla competitività dell’Europa identifica come la via europea all’intelligenza artificiale. Il nome stesso del progetto rimanda all’incontro fra passato e futuro dell’Europa. L’agorà ateniese, la piazza in cui si svolgeva la vita sociale, culturale, economica, con la i finale diventa anche un luogo tecnologico che gira intorno agli sviluppi dell’IA, l’intelligenza artificiale. Nell’agorà delle polis dell’antica Grecia c’erano gli edifici pubblici destinati a funzioni politiche, commerciali, religiose e giudiziarie, colonnati che rappresentavano luoghi di incontro culturale. Nel progetto Agorai i soggetti economici, ovvero le imprese, l’accademia, e le istituzioni sono componenti destinate a contaminarsi, nell’ottica della creazione di un ecosistema pubblico privato sempre più efficiente nel creare innovazione. Vengono sviluppate tecnologie che si rivolgono sia alla pubblica amministrazione sia alle imprese.

Palazzo Carciotti.

Questo avvicinamento fra mondo accademico e mondo imprenditoriale in Italia ha subito un’accelerazione negli ultimi dieci anni, con il Piano Industria 4.0 che ha dato il via alla trasformazione delle imprese della manifattura in smart factory. Ma si è fino a questo momento concentrato più sul trasferimento tecnologico che non sulla ricerca. E’ un elemento sottolineato anche dal rapporto Draghi sulla competitività. «L’Europa ha una posizione forte nella ricerca fondamentale e nella brevettazione: nel 2021, ha rappresentato il 17% delle domande di brevetto globali, contro il 21% degli Stati Uniti e il 25% della Cina». Ma non ci sono abbastanza istituzioni accademiche che raggiungono i massimi livelli di eccellenza e il passaggio dall’innovazione alla commercializzazione è debole». In realtà, Rubano sottolinea che «questi due mondi, le imprese e l’accademia, quando collaborano dimostrano una forte capacità di far germogliare qualcosa di buono e di contribuire allo sviluppo dell’Italia».

Le aree di intervento prioritarie: salute, trasporti, agricoltura e alimentare, finanza con Goldman Sachs come research partner

Gli ambiti su cui primariamente si concentra Agorai sono legati alla tradizione dell’industria europea (automotive, macchinari, farmaceutica), e ai settori di appartenenza dei partner (finanza e assicurazioni, industria alimentare). Quattro le aree di intervento che saranno al centro delle prime applicazioni. Agricoltura rigenerativa e alimentazione, con l’obiettivo di ricercare e promuovere pratiche agronomiche rigenerative, volte alla conservazione della biodiversità e al rinnovamento degli ecosistemi. C’è anche un tema specifico riguarda alla produzione del caffè, tradizione triestina oltre che core business di uno dei partner, Illycaffè. Il presidente, Andrea Illy, sottolinea come l’IA, con la sua capacità di gestire e analizzare grandi quantità di dati eterogenei, sia «fondamentale per comprendere le correlazioni tra l’adozione dell’agricoltura rigenerativa e i benefici sulla qualità e proprietà dei prodotti, nonché sulla salute dei consumatori, a lungo termine.

Inoltre, l’intelligenza artificiale può contribuire in modo decisivo a rendere le coltivazioni sempre più resilienti ai cambiamenti climatici». In tema di mobilità e trasporti, il target è quello di applicare l’IA a use case di generative design e ottimizzazione della logistica. Il pillar finanziario prevede di utilizzare diverse forme di intelligenza artificiale, anche il tradizionale machine learning, per innovare la finanza, gli investimenti, il risk management, e per implementare la cybersecurity in un settore ad alta densità di dati sensibili. Qui assumono ulteriore rilevanza la presenza di Generali, che come ricorda il country manager per l’Italia Giancarlo Fancel ha più di 90 algoritmi proprietari e un piano di sviluppo sull’utilizzo di dati, intelligenza artificiale generativa e automazione. E di Goldman Sachs, che è research partner per l’area finanza e mercati finanziari.



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