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Energia, bonus non erogati e pratiche scorrette: Arera e Guardia di finanza nel 2024 recuperano oltre 8 milioni


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Dalla tutela dei clienti in difficoltà economica alla repressione delle pratiche commerciali scorrette nel mercato dell’energia. È un bilancio denso quello tracciato da Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) e Guardia di finanza, che nel corso del 2024 hanno intensificato la collaborazione per vigilare su operatori del settore energetico, facendo emergere irregolarità e comportamenti lesivi dei diritti degli utenti.

Nel mirino degli ispettori dell’Autorità e dei Finanzieri del Nucleo Speciale Beni e Servizi sono finiti soprattutto i venditori del mercato libero, oggetto di controlli telefonici mirati delegati da Arera. I controlli hanno interessato dieci operatori, con particolare attenzione alle modalità di contatto tramite call center e alla correttezza delle informazioni fornite ai clienti. In otto casi, è stato accertato il mancato rispetto del Codice di condotta commerciale: per tutti sono già stati avviati procedimenti sanzionatori. Un’attività che sarà replicata anche nel 2025 per rafforzare ulteriormente la protezione dei consumatori.

Tra gli interventi più significativi dell’anno, spicca quello legato alla verifica dei bonus sociali luce e gas, destinati ai nuclei familiari in difficoltà. Le verifiche – avviate nel 2023 e completate nel 2024 – hanno fatto luce su rendicontazioni incomplete da parte di alcuni venditori. Grazie a questi accertamenti, è stato possibile “sbloccare” bonus non erogati per un totale di 2,4 milioni di euro, restituendo il diritto al beneficio a 16mila famiglie. Nel frattempo, sono partite nuove attività ispettive, estese anche al bonus gas, con prosecuzione già programmata per il 2025.

Il lavoro congiunto ha anche consentito di smascherare operazioni informatiche scorrette messe in atto da un’azienda di vendita che avrebbe ostacolato migliaia di utenti nel passaggio ad altro fornitore. Ulteriori due imprese sono finite sotto la lente per aver chiesto alla Csea (Cassa per i servizi energetici e ambientali) la reintegrazione indebita di oneri generali di sistema mai effettivamente riscossi, per un ammontare di circa 1 milione di euro.

Complessivamente, le attività di vigilanza hanno portato alla contestazione di erogazioni indebite per un totale di 8,4 milioni di euro, in parte già recuperati. Le irregolarità hanno riguardato i bonus e gli oneri generali di sistema (3,4 milioni), ma anche ambiti più tecnici come le tariffe per la distribuzione e il trasporto gas (4,5 milioni) e i premi di qualità destinati alle imprese per il miglioramento del servizio (500mila euro).  Non sono mancate ispezioni anche nel settore della produzione elettrica, con controlli su aziende che avevano ricevuto incentivi per l’adeguamento degli impianti al Piano di riaccensione del servizio elettrico nazionale.

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I risultati sono stati illustrati oggi a Roma nel corso di un incontro istituzionale tra il Collegio dell’Autorità e la Guardia di finanza, rappresentata dal generale di divisione Rosario Massino, comandante delle Unità Speciali. Lo sguardo ora si sposta al futuro. Il programma per il 2025 prevede un’ulteriore estensione dei controlli, non solo sulle pratiche dei venditori, ma anche su settori chiave come le tariffe per la trasmissione elettrica, i punti di ricarica pubblici per veicoli elettrici, la qualità del servizio di distribuzione e la sicurezza della rete gas. IN ALTO IL VIDEO





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