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«Futuro del made in Italy»


«Parlando di piccole imprese e artigianato alcuni pensano ad un punto di debolezza della nostra economia. Non è così. La propensione delle imprese artigiane a collaborare accompagna la nostra capacità di creare coesione e innovazione. L’artigianato è un’anima del made in Italy». Ermete Realacci parla in apertura del seminario estivo della Fondazione Symbola, presentando un report che comunica attraverso i numeri il valore del sistema artigianato, che alimenta la capacità di affrontare le sfide del futuro legate all’innovazione e alla sostenibilità. «La foto che emerge conferma che il Paese può affrontare le sfide che abbiamo avanti chiamando a raccolta i nostri talenti senza lasciare indietro nessuno – sottolinea il presidente di Symbola – e che come scritto nel Manifesto di Assisi non c’è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c’è in Italia. Come ha detto Papa Francesco ‘siamo chiamati ad essere creativi, come gli artigiani, forgiando percorsi nuovi ed originali per il bene comune’».

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Nell’appuntamento di oggi a Mantova si conclude la campagna di comunicazione “Artigianato, futuro del made in Italy”, promossa da Confartigianato, CNA, Casartigiani insieme a Fondazione Symbola e con il patrocinio del MiMit, nell’ambito della Giornata del Made in Italy. Hanno partecipato all’appuntamento, tra gli altri, oltre a Realacci, Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, Andrea Prete, presidente Unioncamere, Marco Granelli, presidente Confartigianato, Dario Costantini, presidente CNA, e anche lo scrittore di Enrico Vanzina.

Alle 100 imprese protagoniste della campagna è stato conferito un attestato per aver saputo interpretare in chiave contemporanea i valori dell’artigianato italiano – qualità, sostenibilità, cultura, legami con le persone e i territori – offrendo un esempio virtuoso di impresa che coniuga saper fare e innovazione, contribuendo così a rendere il Made in Italy sempre attuale e apprezzato nel mondo, e la nostra economia più a misura d’uomo e per questo più capace di futuro.

La campagna, partita nell’ambito delle attività della Giornata del Made in Italy ad aprile, ha avuto risonanza online nel mese di maggio con il racconto di numeri e storie dell’artigianato italiano, in un’attività congiunta dei promotori dell’iniziativa su tutte le maggiori piattaforme social, con oltre 10 mila visualizzazioni su Instagram e oltre 13 mila su Facebook.

La campagna volge al termine, in occasione del XXIII Seminario Estivo di Fondazione Symbola a Mantova, con un evento di celebrazione del saper fare artigiano e la consegna, da parte dei promotori della Campagna, di un attestato di riconoscimento ai 100 artigiani protagonisti.

L’artigianato rappresenta il cuore pulsante della manifattura italiana e, di conseguenza, del Made in Italy. Sebbene le imprese artigiane costituiscano il 21,3% del totale delle attività produttive, la loro incidenza è particolarmente significativa nel settore manifatturiero – dove raggiunge il 58,5% del totale delle imprese – e in particolare in alcuni comparti chiave come il legno, l’alimentare, l’abbigliamento, la meccanica.

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Confrontando i quinquenni 2015-2019 e 2019-2023 si evidenzia una crescita della quota di micro e piccole imprese che hanno effettuato investimenti green, rispettivamente +23,2% e +45,9%. Queste imprese sono oltre mezzo milione (503.258): il 67% opera nei servizi, il 33% nell’industria, il 18% nell’industria manifatturiera, il 14% nelle costruzioni, solo l’1% nelle public utilities. Nel 2024 il 61,3% delle entrate di green jobs programmate in Italia sono relative a micro e piccole imprese.

Micro e piccole imprese sono il motore della cultura e della creatività italiana. Guardando ai settori culturali e creativi, queste rappresentano il 99,7% degli operatori. Un dato medio che va dai settori del software e videogames dove la quota di operatori attivi nelle micro e piccole imprese rappresenta il 98,4%.

L’artigianato non è solo una colonna portante della produzione, ma anche un motore di sviluppo economico e benessere territoriale. Le micro e piccole imprese rappresentano, in molti territori, l’unico presidio sociale ed economico. Nei piccoli comuni (meno di 5.000 abitanti) le micro e piccole imprese rappresentano il 99,4% delle imprese extra-agricole presenti nel territorio. Andando ad analizzare la distribuzione delle micro e piccole imprese per area geografica, i piccoli comuni del Nord-ovest concentrano la quota maggiore (38,7%), seguiti da Mezzogiorno (29,5%), Nord-est (19,6%) e Centro (12,2%).

Le 100 imprese coinvolte nella campagna raccontano di un artigianato italiano in trasformazione, che mantiene vive le sue radici nella tradizione, pur aprendosi con determinazione all’innovazione e alle nuove sfide del mercato globale. 100 realtà protagoniste della campagna provenienti da tutta Italia: 49 dal Nord, 20 rappresentano le regioni centrali, 31 raccontano il Sud della penisola.

Queste 100 imprese danno inoltre un volto e un’anima ai 10 temi della Campagna che tratteggiano le caratteristiche peculiari dell’artigianato italiano: sostenibile, custode di conoscenze materiali e immateriali, digitale, inclusivo e attento al design. Queste imprese raccontano il presente e il futuro dell’artigianato italiano.

Sottolinea Granelli per Confartigianato: «L’artigianato è dinamico, in piena evoluzione, capace di integrare tradizione manifatturiera e nuove tecnologie, di generare occupazione dipendente e autonoma. Nel 2024, infatti, sono nate 83.586 imprese artigiane, al ritmo di 321 al giorno, e negli ultimi sei anni, 502mila giovani under 30 sono stati formati e avviati al lavoro con il contratto di apprendistato nelle imprese artigiane. Con la campagna ‘artigianato, futuro del made in Italy, mostriamo che è un ‘motore’ di sviluppo per l’economia e per la società e rappresenta una grande opportunità per le nuove generazioni. In un’azienda artigiana i giovani possono allenare ed esprimere la loro creatività, acquisire competenze e abilità al passo con le nuove sfide tecnologiche, costruirsi un futuro scommettendo sulle loro passioni e inclinazioni».

Spiega Costantini Pe Cna: «Artigianato futuro del made in Italy intende ribadire le nostre imprese, custodi di produzioni di eccellenza con radici profonde nel territorio, hanno forte capacità di reinventarsi e di intercettare i gusti dei consumatori. I mercati più evoluti chiedono qualità, unicità, personalizzazione. Ma soprattutto, chiedono prodotti che possiedano un’anima, che corrispondano ad un’idea avanzata del mondo, anche in termini di sostenibilità. Prodotti che esprimono storia e identità. Prodotti non solo “belli e ben fatti”, che durano nel tempo, che provengono da filiere corte, ma che contengono un racconto e si prestano ad essere raccontati. Anche per questo siamo convinti che il futuro del made in Italy e quello dell’artigianato italiano siano indissolubilmente legati».





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