Il centrodestra a lavoro per porre un freno alla transizione energetica. Sia la Lega sia FdI hanno intenzione di presentare ognuno un emendamento al Dl Infrastrutture per evitare il blocco immediato dei diesel euro 5.
“Scongiurare il blocco dei diesel euro 5 per un altro anno, offrendo la possibilità alle Regioni di evitarlo anche successivamente” è l’obiettivo dichiarato del Carroccio secondo cui i motori a gasolio meno recenti potrebbero essere stoppati dal prossimo mese di ottobre. Il partito del vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini punta appunto a posticipare tutto al 31 ottobre 2026, con la possibilità da parte delle Regioni interessate di anticipare o ritardare ulteriormente lo stop così da tutelare le famiglie che rischiano di restare senza macchina e da rispettare contemporaneamente l’autonomia delle Regioni. Un eventuale ritardo del blocco, fanno sapere i leghisti, dovrà essere accompagnato da misure compensative di tutela dell’ambiente come per esempio l’efficientamento energetico degli edifici o l’incremento del verde pubblico.
Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia e membro della Commissione Trasporti al Parlamento europeo, con una nota, accoglie con soddisfazione la presentazione di un emendamento per chiedere di posticipare dal 1 ottobre 2025 al 1 ottobre 2027 l’entrata in vigore del divieto di circolazione per i veicoli diesel Euro 5 nelle regioni del bacino padano. “Tale divieto si tradurrebbe in una inaccettabile vessazione nei confronti di centinaia di migliaia di cittadini a basso reddito e piccole e medie imprese, in particolar modo quelle del trasporto su gomma e quelle artigiane”, sottolinea Fidanza che parla di un divieto “figlio di una visione ideologica che non tiene in minimo conto le peculiarità geografiche del bacino padano nonché le caratteristiche del parco mezzi italiano, che deve essere accompagnato al necessario ricambio con le misure di sostegno che annualmente il governo prevede”. Fidanza si augura che “la Commissione Ue, nello spirito di maggior realismo che sembra caratterizzare questo nuovo mandato, possa agevolare questo percorso senza inutili e dannosi irrigidimenti”.
Gaetana Russo, membro di Fratelli d’Italia in Commissione Trasporti alla Camera, si dice fiera di ave presentato un tale provvedimento: “È un emendamento che riguarda le regioni Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, e che insieme ai colleghi di Fratelli d’Italia riteniamo essere di buon senso, perché rileva una necessaria gradualità nel porre in essere misure di tutela della qualità dell’aria”. Per Russo “è evidente che il contrappeso all’urgenza della lotta all’inquinamento, sia la altrettanto legittima ponderazione delle concrete difficoltà affrontate da milioni di cittadini, lavoratori e famiglie, nel trasporto quotidiano”. La deputata meloniana sottolinea: “Per queste ragioni, e fermi i paralleli interventi già chiesti in sede europea sul tema del green dal gruppo di Fdi, ad oggi riteniamo che senza misure strutturali e di sostegno il blocco rischi di trasformarsi in una penalizzazione ingiusta per chi non ha le risorse per sostituire il proprio veicolo, né si può chiedere ai cittadini italiani, in assenza di interventi graduali o compensativi di correre ad acquistare una nuova vettura, magari addirittura dequalificando la propria”. Secondo Russo, infatti, la proroga di due anni “consentirà di avviare un percorso graduale, favorendo investimenti e incentivi per il rinnovo del parco auto e predisponendo alternative che non mettano in difficoltà le famiglie”.
Ieri, invece, in Regione Lombardia è stata approva la mozione a prima firma di Alessandro Corbetta, capogruppo della Lega in Lombardia, riguardante le limitazioni alla circolazione dei veicoli Diesel Euro 5 chiesto dall’Europa alle Regioni aderenti all’Accordo di Bacino Padano. “La Lombardia decide di non piegarsi alle euro-follie sull’ambiente imposte da Bruxelles e chiede al governo di annullare il blocco Euro 5 Diesel in Pianura Padana che colpisce lavoratori, pensionati e studenti”, ha detto Corbetta secondo cui “vanno sospese e rinviate le limitazioni ai Diesel Euro 5 e trovate soluzioni alternative che tengano in considerazione le caratteristiche geografiche, economiche e sociali della Pianura Padana”. Lo stop ai Diesel Euro 5 nasce da una direttiva Ue che la Lega ha contestato “perché ha sempre ignorato la particolarità della Pianura Padana, territorio tra i più industrializzati e popolosi racchiuso tra Alpi e Appennini. Tra l’altro, con questi divieti, la Val Padana sarebbe l’unica area al mondo in cui è vietato girare con le auto Diesel Euro 5, una cosa inaccettabile”. Secondo Corbetta, i dati dimostrano che “in Lombardia la qualità dell’aria è in costante miglioramento e lo stop ai Diesel Euro 5 è una scelta che non porterà nessun beneficio sulla qualità dell’aria, così come emerso nel periodo Covid quando, durante il lockdown, i livelli degli inquinanti sono rimasti alti nonostante l’assenza dalla circolazione di tutte le automobili in tutta la Regione”.
E ancora: “Inoltre, il divieto a questi motori comprende mezzi prodotti fino al 2015 quindi vetture di pochi anni che dovranno essere sostituire a danno dei cittadini, un duro colpo che in Lombardia toccherebbe circa 1,5 milioni di proprietari”.
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