Nel 2024 il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha continuato a rappresentare una leva essenziale per stimolare investimenti e rafforzare la competitività del sistema produttivo calabrese. Tuttavia, il coinvolgimento delle imprese locali e la capacità del territorio di capitalizzare pienamente le opportunità offerte dal piano restano al di sotto della media nazionale. È quanto emerge dal rapporto annuale sull’economia della Calabria redatto dalla Banca d’Italia, che dedica un approfondimento specifico all’impatto del PNRR sul tessuto imprenditoriale regionale.
Secondo i dati del rapporto, solo il 4,6% delle società di capitali calabresi (per le quali sono disponibili i bilanci nel biennio 2022-23) è risultato coinvolto nel PNRR, contro una media nazionale del 3,8%, ma con un’incidenza sul valore aggiunto regionale ben inferiore a quella del resto del Paese: appena il 14,3% del valore aggiunto calabrese è stato generato da imprese beneficiarie, contro il 24,5% a livello nazionale.
Un divario che evidenzia quanto il PNRR non stia ancora riuscendo a generare un impatto trasformativo profondo sul tessuto produttivo locale, nonostante le risorse disponibili.
Oltre il 70% delle risorse PNRR assegnate in Calabria è stato assorbito dal settore delle costruzioni, confermando il ruolo centrale di questo comparto nell’implementazione del piano. La concentrazione settoriale è ancora più marcata rispetto al dato nazionale (64%), a scapito della manifattura e dei servizi a maggiore valore aggiunto. Questo orientamento, sebbene efficace nel breve periodo in termini di spesa, rischia di non generare effetti strutturali duraturi.
I trasferimenti diretti a favore delle società calabresi ammontano a circa 80 milioni di euro, pari all’1,4% del totale nazionale. Le risorse si sono concentrate principalmente su tre aree: Miglioramento delle strutture ricettive (25%); Agrisolare (20%); Ecosistemi dell’innovazione (10%), mirati a rafforzare le relazioni tra università e imprese
Le imprese beneficiarie sono circa 520, in larga maggioranza micro e piccole (90%) e con un’età media di 15 anni, un dato che testimonia una base imprenditoriale giovane ma fragile.
Particolarmente rilevante è il valore delle gare pubbliche finanziate dal PNRR aggiudicate a imprese con sede in Calabria: 617 milioni di euro, pari a circa il 24% del loro fatturato, contro il 7,3% nazionale. Ma quasi la metà di questi appalti è stata bandita fuori regione, e il 56% degli appalti banditi in Calabria è stato vinto da imprese non calabresi. Ciò evidenzia da un lato la capacità delle imprese locali di operare su scala extraregionale, dall’altro la difficoltà a trattenere sul territorio il valore economico generato dal piano.
Le gare sono state aggiudicate prevalentemente a imprese del settore delle costruzioni (80% del totale), rafforzando ulteriormente la dipendenza da questo comparto.
Un elemento di rilievo è la correlazione tra successo nelle gare PNRR e caratteristiche aziendali preesistenti: le imprese con migliori indici di redditività e pregressa esperienza negli appalti pubblici (2018-2019) hanno mostrato una probabilità significativamente più alta di aggiudicarsi contratti PNRR nel 2022-2023. In Calabria, il 35% delle imprese che avevano ottenuto almeno un appalto in quel biennio ha poi vinto gare PNRR.
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