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Rischi catastrofali e di sostenibilità nelle assicurazioni


IVASS ha diffuso il rapporto 2025 dal sui rischi catastrofali e di sostenibilità, contenente i principali esiti della terza rilevazione sui rischi associati a calamità naturali (anche noti come rischi CAT-NAT) e tematiche ESG, condotta sulle assicurazioni operanti in Italia.

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Il rapporto sui rischi catastrofali e di sostenibilità riassume i risultati del terzo ciclo annuale di rilevazione, avviato nel 2022, che coinvolge tutte le imprese attive nel comparto assicurativo nazionale: l’indagine è articolata in una parte quantitativa, con riferimento ai dati al 31 dicembre 2023, e una parte qualitativa, basata su informazioni aggiornate alla fine del 2024.

Lo scopo principale del monitoraggio è quello di contribuire nel tempo alla creazione di un sistema informativo strutturato e affidabile sui rischi ambientali, sociali e di governance (ESG), a supporto delle finalità istituzionali dell’Autorità.

L’indagine mira inoltre a monitorare:

  • l’integrazione degli aspetti ESG nelle politiche strategiche e nei processi di risk management nel breve, medio e lungo periodo;
  • gli effetti dei rischi fisici derivanti da eventi naturali estremi sulle attività di sottoscrizione e gestione assicurativa;
  • la rilevanza dei rischi di transizione sui portafogli di investimento.

Il documento analizza l’esposizione del comparto assicurativo ai rischi catastrofali connessi al cambiamento climatico, in un’ottica di tenuta del sistema finanziario, mettendo in luce il ruolo essenziale delle assicurazioni nelle politiche di adattamento agli eventi climatici estremi, nella riduzione del gap di copertura assicurativa e nel sostegno alla transizione verso un’economia più sostenibile.

Questo anche in relazione alla legge di bilancio 2024, che ha introdotto un sistema di copertura obbligatoria per le imprese contro i danni provocati da eventi naturali gravi (polizze CAT-NAT), con l’obiettivo di contrastare il fenomeno della sottoassicurazione e valorizzare il ruolo sociale del settore.

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Il rapporto IVASS presenta dunque i risultati dell’indagine sui rischi catastrofali delle assicurazioni italiane, suddivisi per ciascuna area tematica esaminata:

  • Qualità dei dati: si registra un progressivo miglioramento nella disponibilità e accuratezza dei dati relativi alla sottoscrizione di rischi da calamità naturali e alle emissioni di gas serra connesse agli investimenti in titoli azionari e obbligazionari, nonché un perfezionamento delle metodologie di calcolo dei premi e dei massimali assicurativi per rischi climatici specifici.
  • Governance e gestione dei rischi ESG:
    • la quasi totalità delle compagnie partecipanti ha integrato o prevede di integrare i fattori ESG nelle proprie strategie di governance;
    • le imprese che non hanno ancora intrapreso tali percorsi sono realtà di dimensioni contenute, attive in ambiti di nicchia;
    • le competenze in materia ESG sono prevalentemente attribuite a comitati consiliari, organi esecutivi di vertice o funzioni di direzione;
    • oltre il 75% ha effettuato analisi di materialità su rischi fisici e di transizione, ritenendoli significativi per il proprio business;
    • il 66% ha condotto analisi di scenario a breve, medio e lungo termine, prevalentemente integrando le valutazioni patrimoniali e finanziarie secondo i criteri Solvency II.
  • Sottoscrizione e gestione del rischio: la raccolta premi per la copertura dei rischi catastrofali è in graduale aumento, spinta sia dall’incremento dell’esposizione ai rischi sia dal rialzo dei premi richiesti; tuttavia, l’aumento degli oneri per sinistri e delle spese operative ha inciso negativamente sui risultati. In questo contesto, la riassicurazione si conferma un valido strumento per attenuare l’impatto economico, con un beneficio in termini di redditività stimato attorno al 60%.
  • Investimenti sostenibili: numerose compagnie dichiarano di adottare strategie di investimento responsabili, in particolare attraverso esclusioni settoriali, geografiche o per emittente, in linea con criteri ESG interni o definiti da standard internazionali.
  • Rischi di transizione e carbon footprint: la valutazione dell’esposizione ai rischi di transizione del portafoglio è molto eterogenea tra le imprese ed è spesso ritenuta poco affidabile, a causa della difficoltà di raccogliere dati completi sulle emissioni indirette legate a strumenti finanziari complessi o fondi esterni.
  • Piani di transizione: soltanto 4 capogruppo assicurative hanno già predisposto un piano di transizione climatica, mentre 18 compagnie di dimensioni rilevanti sono in fase di elaborazione. Le criticità principali riscontrate riguardano:
    • la dinamicità e complessità del quadro normativo a livello europeo e nazionale;
    • la mancanza di dati ESG completi e l’assenza di metriche condivise nel settore;
    • le incertezze sulla redditività delle strategie di decarbonizzazione;
    • i tempi necessari per modificare i modelli aziendali in linea con gli obiettivi di sostenibilità.



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