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Scommessa sull’occupazione in Sicilia, l’assessore Albano al QdS


Intervista all’assessore regionale Albano sulla crisi occupazionale siciliana. Il progetto: “Dare a tutti la possibilità di non lasciare la propria terra”

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In una Sicilia che prova a lasciarsi alle spalle anni di stagnazione economica e alta disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile, la Regione punta con decisione sulle politiche attive del lavoro. Orientamento, formazione, tirocini, incentivi alle imprese e supporto concreto a chi è in cerca di occupazione sono al centro della nuova programmazione del Fondo sociale europeo+ 2021-2027. A illustrare la strategia dell’Amministrazione regionale è l’assessore al Lavoro, Nuccia Albano, che in un’intervista esclusiva rilasciata al QdS rivendica con determinazione la scelta di partire proprio dalle fasce più fragili e allo stesso tempo strategiche del mercato del lavoro: giovani diplomati e laureati, donne in difficoltà e imprese pronte ad assumere a tempo indeterminato.

Tra i principali obiettivi arginare il fenomeno dei Neet

“Abbiamo deciso di rivolgerci – spiega Albano – a coloro che risultano esclusi dai percorsi Gol (uno dei programmi finanziati per la riqualificazione dei lavoratori, ndr), ossia giovani diplomandi o diplomati, soprattutto degli istituti tecnici e professionali, e giovani laureati fino a 35 anni. Proprio loro sono i principali destinatari delle azioni del Fse+ Sicilia, perché spesso non conoscono il funzionamento delle politiche attive del lavoro e rischiano di restare ai margini”.

Uno dei primi obiettivi è quello di contrastare il fenomeno dei Neet (giovani che non studiano, non lavorano e non cercano attivamente occupazione), aiutandoli a entrare nel sistema delle politiche del lavoro. “Bisogna intervenire in via preventiva – sottolinea Albano – affinché il giovane non diventi Neet. Serve far maturare la consapevolezza che lo Stato ti ‘riconosce’ disoccupato solo se presenti la Did al centro per l’impiego, la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro. Senza questo passaggio si resta invisibili e si perdono misure e incentivi europei, statali e regionali”.

Occupazione in Sicilia, l’assessore Albano traccia una linea chiara

L’assessorato ha dunque tracciato una linea chiara: investire risorse per intercettare i giovani prima che si perdano nei limbi dell’inattività. Secondo Albano, si tratta di una scelta strategica anche sul piano economico: “I giovani diplomati e laureati sono ‘potenzialmente’ più vicini al mercato del lavoro. Hanno conoscenze e competenze già acquisite e possiamo aiutarli a trovare un’occupazione coerente con il loro percorso, evitando la fuga di cervelli verso il Nord Italia o l’estero”.

Sostenere le imprese che scelgono di stabilizzare il lavoro

La programmazione non si limita all’orientamento. La Regione ha varato anche misure dirette a sostenere le imprese che scelgono di stabilizzare il lavoro. Tra queste, l’Avviso 14 ha messo a disposizione 40 milioni di euro per favorire le assunzioni a tempo indeterminato. “Prevediamo fino a 30.000 euro in tre anni – evidenzia Albano – per ogni nuova assunzione a partire dall’1 gennaio 2024. È un contributo importante per le aziende commerciali e industriali della Sicilia, che permette anche la trasformazione dei contratti a termine o dei tirocini in rapporti stabili”. Grazie a questa misura, si stima che fino a 1.350 persone potranno essere assunte. Un passo concreto verso la riduzione del precariato e un incentivo al radicamento dei giovani nel tessuto produttivo regionale.

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Tra gli interventi c’è anche il bando “Occupazione Donna”

Tra gli interventi più significativi figura anche il bando “Occupazione Donna”, che mette a disposizione 58 milioni di euro per favorire l’ingresso o il reinserimento lavorativo delle donne, con particolare attenzione a quelle in condizioni di svantaggio o vittime di violenza. “È un’iniziativa – afferma l’assessore – da me fortemente voluta perché promuovere l’occupazione femminile significa creare un ambiente in cui le donne possano non solo trovare un lavoro, ma anche costruire una vita più sicura e indipendente”. Il percorso prevede orientamento specialistico, formazione certificata, tirocinio e supporto all’autoimprenditorialità. Un progetto che unisce inclusione sociale e rilancio occupazionale, con un occhio di riguardo alla tutela dei figli e alla possibilità concreta di uscire da situazioni di disagio. “Forniamo alle donne vittime di violenza uno strumento per affrancarsi e riprendersi la propria vita, mettendo anche al sicuro i propri figli”.

Per rendere queste politiche efficaci nel tempo, la Regione ha istituito nel 2024 l’Osservatorio del mercato del lavoro, una struttura che lavora a stretto contatto con l’assessorato per monitorare dinamiche occupazionali e orientare gli interventi. “Analizzare le tendenze del mercato – spiega Albano – è fondamentale. Solo così possiamo costruire misure tempestive, mirate ed efficaci. L’Osservatorio ci consente di individuare i settori in crescita, i fabbisogni formativi e le criticità da affrontare”.

I Job day per mettere in contatto domanda e offerta di lavoro

Accanto all’analisi, si lavora anche sul campo, attraverso i Job day, eventi organizzati in tutta la Sicilia per mettere in contatto diretto domanda e offerta di lavoro. Solo il centro per l’impiego di Palermo, nell’ultimo anno, ha realizzato sette eventi con oltre 7.000 colloqui svolti. “Sono numeri importanti, che vogliamo far crescere. L’obiettivo è facilitare l’incontro tra chi cerca lavoro e chi cerca personale, in maniera rapida, efficiente e trasparente”.

La strategia complessiva, precisa l’assessore, punta a creare un ecosistema del lavoro in cui ogni cittadino possa trovare un percorso adatto alle proprie competenze e aspirazioni, e ogni impresa possa contare su personale formato, motivato e stabile: “Stiamo mettendo in campo diverse iniziative per contribuire al rilancio del mercato del lavoro in Sicilia. Investire nella formazione e nel supporto dei giovani e delle donne aiuta non solo a migliorare le loro prospettive individuali, ma anche a rafforzare la coesione sociale e la competitività della nostra economia”. Un cambio di passo, insomma, che guarda al futuro con pragmatismo e fiducia, provando a colmare i divari storici che separano la Sicilia dalle regioni più sviluppate. Perché il lavoro non è solo una leva economica, ma uno strumento di dignità e libertà.

“Il nostro compito – conclude Abano – è dare a tutti la possibilità di costruire il proprio futuro senza dover lasciare la propria terra. La Sicilia ha tutte le carte in regola per ripartire”.

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