Spoleto, imprese stremate: «Aumenti Tari insostenibili»

di Elle B.

Di fronte a un aumento del 30 per cento in tre anni e del 16 solo nell’ultimo anno della Tari, le principali rappresentanze delle imprese del territorio spoletino alzano la voce e chiedono un incontro urgente con l’Amministrazione comunale per fare chiarezza sulla gestione della tassa sui rifiuti e sulle scelte contenute nel Piano economico finanziario 2025. A firmare la richiesta sono Confcommercio imprese per l’Italia mandamento Spoleto, ConSpoleto, la sezione locale di Federalberghi e Confartigianato imprese Perugia – area Spoleto. L’oggetto è uno: «Un sistema tariffario divenuto insostenibile per le imprese locali, che penalizza chi lavora e produce valore sul territorio».

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I numeri Il Piano economico finanziario – documento che determina le tariffe sulla base dei costi del servizio – è passato da 8 milioni di euro nel 2023 a oltre 9,5 milioni nel 2025. Nello stesso periodo, i costi del gestore (al netto dell’iva) sono cresciuti da 6,7 a 7,9 milioni. Maggiori oneri che, sottolineano le associazioni, ricadono quasi integralmente su imprese e cittadini, aggravando una pressione fiscale ritenuta già elevata. La quota di costi variabili a carico delle utenze non domestiche, in particolare, è aumentata dal 45 al 47 per cento, con la delibera consiliare n.18 del 17 aprile scorso.

Evasione Una delle principali critiche riguarda l’apparente assenza di una strategia efficace per il contrasto all’evasione ed elusione della Tari. «Ci chiediamo se il Comune abbia svolto controlli adeguati e in che modo siano state impiegate le eventuali entrate da sanzioni», scrivono le associazioni. Il sospetto è che i costi della macchina comunale e del servizio siano stati redistribuiti senza una verifica preventiva sull’effettiva platea dei contribuenti. Al malcontento economico si aggiunge poi una forte critica sulla qualità del servizio: «Il porta a porta non funziona e la città è sporca». Secondo i dati riportati nel comunicato, la raccolta differenziata a Spoleto si ferma al 29 per cento. Quota ben lontana dagli obiettivi nazionali e regionali.

Terzo settore Nel mirino finisce anche la delibera di Giunta n.135 del giugno 2024, con cui è stata disposta l’esenzione totale dalla Tari per gli enti del Terzo settore iscritti al Runts. Un’agevolazione prevista dal Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017), ma che secondo le imprese genera un mancato gettito che ricade inevitabilmente su altri contribuenti. «Chi fa volontariato merita pieno sostegno, anche fiscale – scrivono le associazioni -. Ma chi svolge attività d’impresa, pur con finalità sociali, in settori commerciali, non dovrebbe beneficiarne». Da qui una serie di interrogativi a cui l’amministrazione dovrà rispondere: quanti sono gli enti esentati? È stata fatta una valutazione preventiva dell’impatto economico? Quali sono le ricadute sulle utenze non agevolate?

Le richieste Le associazioni firmatarie chiedono quindi la convocazione urgente di un tavolo tecnico con l’Amministrazione per analizzare insieme i criteri di calcolo delle tariffe e rivedere il sistema di raccolta. L’obiettivo è duplice: da un lato, costruire un modello più equo e sostenibile per le imprese. Dall’altro, migliorare l’efficienza del servizio e la qualità ambientale della città. «Le nostre osservazioni – precisano – non hanno fini polemici né politici, ma vogliono richiamare a un principio di equità contributiva e di trasparenza amministrativa». Ora la palla passa al Comune, chiamato a dare risposte puntuali su un tema che tocca da vicino la tenuta del tessuto economico locale.