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Stretta sui regimi fiscali per il rientro in Italia e modifiche al calendario delle tasse


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Il governo italiano ha introdotto nuove disposizioni sul regime fiscale riservato a chi torna dall’estero, riducendo la possibilità di cumulare agevolazioni. Questi interventi arrivano con il decreto fiscale del 12 giugno 2025, che contiene anche aggiornamenti sulle scadenze fiscali e altre norme rilevanti per contribuenti e imprese. Vediamo nel dettaglio come cambiano le regole per gli impatriati e le novità riguardo il calendario delle tasse.

Nuove limitazioni per i regimi agevolati degli impatriati

Il decreto fiscale varato a giugno 2025 ha inserito limiti precisi al cumulo delle agevolazioni fiscali previsti per chi rientra dall’estero. Dopo la riforma degli impatriati sancita dal Dlgs 209/2023, che prevede una detassazione al 50% dei redditi soggetti a tassazione, con valori che in certi casi arrivano al 60%, le norme hanno consentito qualche margine di sovrapposizione con altri regimi. In sostanza, era possibile combinare l’agevolazione riservata ai nuovi ingressi o rientri con quella destinata a docenti e ricercatori. Questa possibilità ora viene bloccata.

Stop alla combinazione con regime per “paperoni”

Non solo: il provvedimento vieta anche di sommare il regime degli impatriati con quello della tassazione agevolata per i cosiddetti “Paperoni”. Quest’ultimo regime applica una imposta sostitutiva fissa, inizialmente stabilita in 100 mila euro, poi elevata a 200 mila per chi è rientrato dopo le modifiche normative introdotte dal Dl Omnibus. Tuttavia questa imposta sostitutiva riguarda solo i redditi prodotti all’estero. Questo stop incide già sulle dichiarazioni fiscali riferite all’anno d’imposta 2024.

Il decreto, discusso nel Consiglio dei ministri del 12 giugno, sottolinea la volontà di evitare eccessi nell’ottenere vantaggi fiscali cumulativi, così da garantire maggiore equità nelle agevolazioni destinate a chi torna in Italia per motivi di lavoro o ricerca.

Modifiche al calendario fiscale, in attesa di conferme politiche

Il decreto fiscale include anche una possibile proroga delle scadenza per il versamento delle imposte sui redditi, IVA e IRAP relative alle dichiarazioni 2025. La proroga riguarda in particolar modo le partite IVA interessate dalle pagelle fiscali, che includono sia contribuenti con regime forfettario o ex minimi, sia partecipanti a società e imprese. L’ipotesi al vaglio prevede di spostare la scadenza al 15 o al 20 luglio 2025.

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Si tratta di una misura che risponde alla necessità di tutelare i flussi di cassa delle pubbliche amministrazioni, al fine di garantire il pagamento delle pensioni e degli stipendi del settore pubblico. Va ricordato che le persone interessate sono circa 4,6 milioni, numero che sottolinea come ogni slittamento debba essere valutato attentamente per bilanciare entrate fiscali e sostenibilità finanziaria.

Questioni aperte sulla proroga e maggiorazione

Un altro aspetto da definire riguarda la durata della proroga e la eventuale applicazione di una maggiorazione dello 0,40% sulle somme versate in ritardo. La questione resta aperta e sarà oggetto delle prossime valutazioni tecniche e politiche.

Novità nella documentazione fiscale per le imprese globali

Tra le modifiche al calendario fiscale figura anche l’allineamento delle scadenze per la documentazione obbligatoria destinata a evitare sanzioni da parte dell’amministrazione finanziaria. Questa documentazione serve alle imprese internazionali per giustificare le operazioni svolte su più paesi e alleggerire il rischio di doppia imposizione o contestazioni.

Attualmente, per i periodi d’imposta compresi tra il 2020 e il 2022, la scadenza per consegnare il dossier è fissata al 30 giugno. Con il nuovo decreto si punta a spostare questo termine al 31 ottobre, uniformandolo così alla scadenza già prevista per i periodi d’imposta 2023 e 2024.

Questo cambiamento interessa direttamente le società che operano oltre confine e permette loro di organizzare meglio la documentazione necessaria per la fiscalità internazionale, riducendo problemi di coordinamento tra diverse scadenze e facilitando il rispetto degli obblighi fiscali.

Contenuti aggiuntivi del decreto fiscale e altre misure collegate

Oltre alle misure già descritte, il decreto fiscale si presenta come uno strumento autonomo rispetto ad altri provvedimenti urgenti che riguardano temi diversi. Tra questi, ci sono la proroga dell’entrata in vigore della sugar tax, spostata dal 1° luglio al 1° gennaio, e la riduzione dell’IVA al 5% sulle opere d’arte. Quest’ultima si propone di riequilibrare la normativa italiana rispetto ad altri paesi europei con regimi fiscali più bassi o più semplici in questo campo.

Queste misure richiedono una copertura finanziaria specifica e quindi non sono inserite direttamente nel decreto fiscale, ma fanno parte della complessità delle riforme e degli interventi messi in campo dal governo per il 2025.

Si attende ora il dibattito finale e l’approvazione in Parlamento per definire con precisione tempistiche, effetti e modalità di applicazione delle nuove regole, soprattutto in relazione alle esigenze di contribuenti, imprese e pubblica amministrazione.

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