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Una panoramica completa sull’impatto economico di Resto al Sud nel Mezzogiorno d’Italia – MolfettaLive.it


L’imprenditoria italiana è supportata da una serie di bandi messi a disposizione dello Stato per favorirne la crescita e lo sviluppo. Uno degli incentivi pubblici più apprezzati ed efficaci è Resto al Sud, un bando che come suggerisce il nome è destinato agli imprenditori con un’età compresa tra i 18 e i 55 anni residenti nelle regioni meridionali, nelle aree del cratere sismico del Centro Italia e nelle isole minori, marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord. Il bando prevede una serie di finanziamenti, una parte anche a fondo perduto, che possono essere restituiti in modo molto flessibile.

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Ma qual è stato l’impatto che ha avuto Resto al Sud a livello sociale ed economico? La risposta a questa domanda è stata fornita dall’analisi di Italiacamp, che tramite una serie di interviste e sondaggi ha scattato una fotografia abbastanza chiara della situazione imprenditoriale nel Sud Italia dopo l’approvazione di questo bando. Anche se l’analisi riguarda gli effetti generati tra il 2018 e il 2021, quindi un po’ datati, le informazioni raccolte sono molto significative ed evidenziano quanto sia stato positivo l’impatto di Resto al Sud nella creazione di nuove imprese.

Dalle interviste è emerso che il 15% degli imprenditori è potuto tornare a casa e lanciare un’attività tutta propria, dopo aver passato un periodo in un’altra regione o all’estero. Ben l’83% è invece potuto rimanere sul proprio territorio e aprire una propria impresa e il bando ha avuto un peso determinante nella decisione di restare a casa. Il 70% degli imprenditori, principalmente giovani con un’età compresa tra i 26 e i 35 anni, era invece disoccupato prima di avviare un’attività grazie a Resto al Sud.

Secondo i dati raccolti nei 4 anni presi in considerazione per l’analisi, il bando ha finanziato 7.589 imprese e permesso l’avvio di 7.366 nuove attività con un altissimo tasso di sopravvivenza. Bisogna naturalmente considerare l’impatto positivo anche a livello di occupazione, tant’è che risultano ben 28.166 le persone occupate in queste imprese. Le aperture di nuove aziende si sono registrate tanto in settori tradizionali, come l’artigianato e il turismo, quanto in settori più innovativi e tecnologici, ancora poco sviluppati nelle aree del Sud, come l’ICT.

Insomma l’impatto positivo di Resto al Sud è innegabile, anche se a breve potrebbe cambiar pelle. Si stanno studiando nuove alternative per rendere Resto al Sud ancora più efficace e cucirlo su misura delle esigenze dei giovani imprenditori. All’orizzonte si profila un’evoluzione di Resto al Sud, che dovrebbe chiamarsi Resto al Sud 2.0.

Non c’è ancora l’ufficialità e si attende il decreto attuativo, ma il nuovo Resto al Sud 2.0 dovrebbe essere rivolto ai giovani imprenditori con un’età inferiore ai 35 anni. Il programma copre fino al 75% delle spese ammissibili per investimenti fino a 120.000 euro, e fino al 70% per investimenti compresi tra i 120.000 e i 200.000 euro. Inoltre è possibile ottenere un voucher di avvio fino a 50.000 euro per acquistare beni e servizi innovativi.

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giovedì 12 Giugno 2025



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