La Ceo dell’azienda lecchese al convegno dei Giovani di Confindustria: «Lo spazio è un tema fondamentale e lo è sempre stato non solo per il fatturato e per i posti di lavoro che genera, ma soprattutto per il ruolo che ha sempre avuto come moltiplicatore tecnologico»
Dare concretezza allo spazio, portarlo “a terra”, trasformando una frontiera apparentemente lontana in un volano tangibile di innovazione industriale, progresso scientifico e cooperazione globale. È con questo approccio che Valentina Cogliati, presidente e Ceo di Elemaster, ha parlato al 54° Convegno dei Giovani Imprenditori, nella seconda giornata dei lavori.
«Lo spazio è un tema fondamentale e lo è sempre stato», ha esordito, «non solo per il fatturato e per i posti di lavoro che genera, ma soprattutto per il ruolo che ha sempre avuto come moltiplicatore tecnologico». La storia lo dimostra. Basti pensare alle missioni Apollo: oltre 6.000 innovazioni, tra prodotti e processi, nate grazie allo sforzo scientifico e ingegneristico degli anni Sessanta. «Dunque sì, parliamo di spazio, ma anche di vita quotidiana», ha sottolineato Cogliati. «Il grande “elefante nella stanza” si chiama Elon Musk, certo, ma al di là del personaggio, la verità è che ogni giorno beneficiamo di applicazioni nate da tecnologie spaziali. Non si tratta di fantascienza: è industria, è elettronica, è innovazione reale».
Ne è prova concreta il progetto internazionale Square Kilometre Array (SKA), il più grande radiotelescopio mai concepito, in costruzione nel deserto australiano. Un’opera colossale: 131.000 antenne distribuite su un’area di 400.000 metri quadrati, progettate per esplorare l’universo 135 volte più velocemente rispetto agli strumenti attuali, con una definizione mai raggiunta prima. Elemaster, insieme ad altre eccellenze italiane come Sirio Antenne, è coinvolta nella progettazione e produzione del sottosistema di elaborazione del segnale. «Abbiamo vinto una gara internazionale due anni fa», ha raccontato Cogliati, «e oggi siamo parte attiva di un’infrastruttura scientifica globale».
Ma il valore del progetto SKA va oltre il dato tecnico. Secondo Cogliati sono almeno tre i motivi per cui vale la pena parlarne: «Il primo è la cooperazione internazionale. In un’epoca segnata da conflitti, è un esempio concreto di come oltre 20 nazioni possano lavorare insieme per uno scopo condiviso: la conoscenza. Il secondo è il ruolo dell’Italia, con istituzioni come l’Inaf che ha firmato il disegno originario del sistema. Il terzo è il dialogo costante fra ricerca e impresa: l’innovazione nasce nei laboratori, ma prende forma nei distretti industriali. È lì che diventa valore». C’è poi un altro aspetto, ancora poco esplorato ma promettente: le ricadute in campo medico. «Alcuni studi sulla riabilitazione stanno testando terapie innovative in condizioni di microgravità, con applicazioni che potrebbero rivoluzionare la medicina terrestre. Ecco perché serve investire, credere e collaborare: i confini dello spazio sono, in realtà, confini della nostra stessa evoluzione».
Una testimonianza potente, quella di Cogliati, che ha ben rappresentato l’orgoglio manifatturiero italiano e il ruolo crescente delle imprese high-tech anche nei contesti scientifici globali. Un messaggio in linea con lo spirito dell’intero convegno, che si è chiuso con le parole della presidente dei Giovani Imprenditori Maria Anghileri, visibilmente emozionata.
«In questi due giorni abbiamo voluto raccontare chi siamo, i nostri valori», ha detto, ringraziando i vicepresidenti, i panel di esperti, il Trireg e tutte le istituzioni intervenute. Un pensiero è andato anche a Lecco e a Eusider Group: «Il nostro sogno è partito da qui. Oggi ci ritroviamo al centro, più consapevoli e uniti. È il momento di crederci davvero». Poi un ringraziamento alla sua famiglia, «a mio fratello Giacomino, che guida il gruppo con responsabilità, e a mia madre Giuditta, che con forza silenziosa si prende cura di tutti, anche della nostra impresa». La chiusura è stata un invito collettivo: «Avanti tutta, insieme. Ci vediamo a Capri per il nostro quarantesimo».
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