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Assemblea Confagricoltura Umbria, gli agricoltori umbri alzano la voce


Rivendicano un approccio scientifico ai problemi e chiedono di puntare su produzione e reddito, oltre che di indirizzare bene la prossima politica agricola comune per non minare alla base una delle sicurezze più importanti, quella alimentare. Hanno alzato la propria voce gli agricoltori umbri riuniti in assemblea lunedì 9 giugno ad Orvieto.

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Nella Sala dei Quattrocento di Palazzo del Popolo si è tenuta infatti una partecipata assemblea generale di Confagricoltura Umbria. Dopo la parte privata, numerosi sono stati gli interventi all’incontro pubblico dal titolo “Produzione e reddito al centro, la nuova Europa agricola” che si è caratterizzato come un momento importante di confronto su temi strategici per il futuro dell’agricoltura. Al centro, ancora le tematiche che legano il settore primario alle sfide che un quadro sempre più europeo pone davanti agli agricoltori italiani e soprattutto umbri.

Ai saluti istituzionali da parte della sindaca di Orvieto, Roberta Tardani, ha fatto seguito la relazione introduttiva di Fabio Rossi, presidente Confagricoltura Umbria. “Abbiamo voluto un confronto con i rappresentanti del governo nazionale e regionale e con gli europarlamentari umbri – ha affermato Rossi – perché vanno fatte scelte politiche per risolvere le problematiche che gli agricoltori trovano nel fare impresa. Una Europa che vuole essere veramente agricola deve guardare anche a produzione e reddito. A noi interessa poi un approccio tecnico scientifico ai problemi, affrontarli cioè solo se esistono e non crearne, anche di ordine ambientale, pure quando non ci sono”.

 

A dialogare, moderati dal giornalista Giacomo Marinelli Andreoli, durante la prima tavola rotonda dal titolo “Reddito e competitività, priorità per le aziende agricole” sono stati l’assessore alle politiche agricole e agroalimentari Simona Meloni e il direttore DSA3 Unipg Gaetano Martino, il quale ha evidenziato che vanno “finalizzate norme e regole, mobilitate risorse produttive, integrate le imprese nei sistemi di offerta e nei sistemi socio-tecnici”.

Anche per l’assessore Meloni la politica “deve avere coraggio di fare scelte”. “Come Regione il nostro obiettivo è quello di conservare le radici produttive del territorio ma anche quello di rinnovare il sistema agricolo per renderlo più competitivo anche rafforzando le filiere agroalimentari per consolidare i redditi delle imprese” ha poi aggiunto.

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La seconda tavola rotonda dal titolo “La scienza a sostegno di agricoltura e ambiente”, con la moderazione del giornalista Antonello Brughini, ha visto la partecipazione dell’assessore all’ambiente Thomas De Luca, dell’imprenditrice agricola, divulgatrice, scrittrice e consigliera Accademia Georgofili Deborah Piovan e del membro di Giunta di Confagricoltura Umbria Matteo Pennacchi.

Piovan ha parlato di come approcciare tecnicamente e scientificamente ai problemi dell’agricoltura, tenendo in considerazione le sfide economiche, demografiche, climatiche, di protezione delle colture, di sostenibilità, di comunicazione. A genetica, meccanizzazione e chimica, si sono aggiunti oggi anche altri strumenti come digitale, ricerca, formazione e comunicazione.

“L’agricoltura – ha commentato l’assessore De Luca – non può rimanere l’unico soggetto a cui si chiedono gli oneri della transizione ecologica. E sui cambiamenti climatici anche noi come Regione stiamo facendo la nostra parte visto che per adeguarci stiamo predisponendo una pianificazione”.

 

A chiudere entrambi gli incontri è stato il giornalista Paolo Mieli: “In agricoltura le aziende non si fondono facilmente, ma chi non supera questo vizio individualistico di partenza è destinato a perdere. Gli agricoltori umbri dovrebbero osare sul terreno del lusso, sono pronti da anni per diventare famosi in tutto il mondo. Visto che i loro prodotti sono eccezionali e ricercati non devono aver paura di farli pagare anche tre volte tanto, pure per cercare di mettere fieno in cascina per parare un quadriennio che sarà sulle montagne russe anche per i dazi imposti da Trump. Bisogna anticipare i tempi, fare un salto generazionale, non è il momento di stare dietro alle cose che accadono”.

Mieli ha poi sottolineato che “bisogna rispettare la terra ma anche aprirsi alla scienza e non essere dogmatici e iperideologici, perché le battaglie serie sono sempre trasversali”.

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Sono intervenuti all’assemblea anche gli europarlamentari Camilla Laureti e Marco Squarta, oltre che l’onorevole Raffaele Nevi, membro della Commissione agricoltura alla Camera. “Bisogna agire sui fronti che ostacolano l’impresa agricola, come l’aumento dei costi produttivi, la pressione normativa, i cambiamenti climatici e la concorrenza sleale” ha dichiarato Squarta.

Laureti ha inoltre richiamato all’unità di tutte le componenti per superare le difficoltà: “La maggior parte dei fondi della PAC arrivano ad uomini e over 55. L’Europa deve quindi aiutare anche i giovani se riesce a semplificare e ad aumentare il reddito degli agricoltori”.

Nevi ha poi parlato del lavoro che sta facendo il governo per il settore primario, parlando anche della legge approvata a larga maggioranza come di “un punto di partenza importante”.

 

Il convegno è stato infine chiuso da Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura, e dal sottosegretario agli Interni Emanuele Prisco.

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Di aggregazione e di PAC ha parlato il presidente Giansanti: “L’aggregazione non deve spaventare perché diventa fondamentale per competere. Per questo obiettivo ci vogliono gli strumenti e la PAC è quello principale. Oggi la PAC non risponde agli ideali dei padri fondatori dell’UE, perché oggi gli agricoltori sono più poveri di prima. In Italia più della metà di chi percepisce il contributo europeo non ha partita IVA. La commissione europea non può sbagliare la prossima politica agricola, continuando con un modello europeo in cui tutti vorrebbero vendere ma dove gli imprenditori non esistono. L’Europa deve fare l’Europa e definire le politiche di sviluppo per le sue imprese, altrimenti gli agricoltori umbri, italiani e anche europei saranno pronti a farsi sentire. Dire in campagna elettorale che gli agricoltori sono importanti e poi non investire su di noi credo sia un errore strategico e fondamentale che mina alla base di una delle sicurezze più importanti, quella alimentare”.

Per Giansanti serve anche un modello agricolo nuovo: “Il cambiamento climatico c’è e va intercettato prima che arrivi e va immaginato un modello agricolo più produttivo con una politica di medio lungo periodo. Noi crediamo nelle imprese che vogliono creare reddito, qua sembra invece che l’agricoltore debba essere un benefattore. Bisogna ritornare ad essere pragmatici e darci degli obiettivi”.

“Nel 2024 l’agricoltura italiana ha superato per la prima volta quella di Francia e Germania” ha in conclusione ricordato il sottosegretario Prisco “a dimostrazione del lavoro svolto dal governo”. “Il governo – ha aggiunto – ha quindi il grande merito di aver riportato l’agricoltura al centro delle politiche nazionali ed europee”.

 





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