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Cos’è il jet lag sociale e perché aumenta il rischio di infezioni


Uno studio dell’Università di Auckland spiega perché i ritmi di vita sregolati possono sabotare il sistema immunitario e compromettere la salute

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Eugenio Spagnuolo

Alzi la mano chi non si è mai sentito completamente sfasato dopo un po’ di notti passate a far le ore piccole, per divertimento o turni di lavoro. Quella diffusa sensazione di disorientamento non è solo stanchezza: gli scienziati la chiamano social jet lag, termine che “descrive il disallineamento tra il nostro orologio biologico interno (ritmo circadiano) e i nostri orari sociali”, come spiega Chris Hall, immunologo dell’Università di Auckland, in un articolo su The Conversation.  

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Una condizione sempre più diffusa nella nostra società che vive h24, con conseguenze che vanno oltre la semplice sonnolenza. La scoperta più inquietante? “Il jet lag sociale associato a pattern di sonno irregolari e a un’esposizione inconsistente alla luce del giorno è sempre più comune, ed è stato collegato a un indebolimento del sistema immunitario”, scrive Hall. In altre parole, quando stravolgiamo i nostri ritmi naturali, diventiamo più vulnerabili alle infezioni

Lo sanno bene i lavoratori notturni. “L’alterazione dei nostri ritmi circadiani attraverso il lavoro su turni, per esempio, ha dimostrato di avere un impatto negativo sulla nostra capacità di combattere le infezioni“, sottolinea il ricercatore. Non è un caso isolato: “Queste osservazioni rafforzano l’idea che mantenere un ritmo circadiano coerente attraverso l’esposizione regolare alla luce del giorno supporti un sistema immunitario sano”. Ma come fa il nostro sistema immunitario a sapere quando è giorno? È la domanda che si sono posti Hall e i suoi colleghi. La risposta, pubblicata su Science Immunology, potrebbe aprire nuove strade per il trattamento delle condizioni infiammatorie.

il ruolo dei neutrofili

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I ricercatori hanno studiato un tipo particolare di globuli bianchi: i neutrofili. Come spiega Hall su The Conversation, il team si è concentrato su queste cellule immunitarie perché si specializzano nell’uccidere i batteri, sono i primi a rispondere alle infezioni e rappresentano le cellule immunitarie più abbondanti nel nostro corpo. E la scoperta è stata che la forza della risposta immunitaria all’infezione batterica raggiungeva il picco durante il giorno, quando gli animali, usati per l’esperimento (dei pesci zebra), erano attivi. Una strategia che ha senso: “Pensiamo che questo rappresenti una risposta evolutiva che fornisce sia agli esseri umani che ai pesci zebra un vantaggio di sopravvivenza”, commenta Hall. Il ragionamento è semplice: essendo animali diurni più attivi durante le ore di luce, hanno maggiori probabilità di incontrare infezioni batteriche proprio in questi momenti. E il sistema immunitario non può non tenerne conto. 

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l’orologio interno delle cellule

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Non solo: Hall racconta che, osservando il sistema immunitario al microscopio, il team ha scoperto che i neutrofili uccidevano i batteri più efficientemente durante il giorno che di notte. Il motivo? Le cellule immunitarie hanno un orologio interno regolato dalla luce che, come una sveglia, le avverte quando è giorno. È proprio questo meccanismo a potenziare la loro capacità di uccidere i batteri durante le ore diurne. 

Implicazioni per il futuro

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Hall è convinto che la scoperta potrebbe portare allo sviluppo di farmaci che mirino all’orologio circadiano dei neutrofili per regolare l’attività delle cellule. E dato che questi sono le prime e più abbondanti cellule immunitarie ad essere reclutate nei siti di infiammazione, ciò potrebbe migliorare molti condizioni infiammatorie. 

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La prossima sfida sarà capire esattamente come la luce viene rilevata dai neutrofili e se i neutrofili umani si affidano anch’essi a questo meccanismo di temporizzazione interno per regolare la loro attività antibatterica. I ricercatori stanno anche indagando se questo meccanismo di difesa sia limitato a certi tipi di batteri – come quelli che abbiamo maggiori probabilità di incontrare durante il giorno – o se sia una risposta più generale a tutte le minacce infettive, incluse quelle virali. 

ritmi naturali

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Nel frattempo, mentre la scienza cerca le risposte, possiamo già trarre una lezione pratica: rispettare i ritmi circadiani, esporci regolarmente alla luce naturale e mantenere orari di sonno coerenti non è solo questione di sentirsi riposati. “I ritmi circadiani sono una caratteristica fondamentale di tutta la vita sulla Terra”, ricorda Hall. “Si ritiene si siano evoluti circa 2,5 miliardi di anni fa, permettendo agli organismi di adattarsi alle sfide associate al giorno solare di 24 ore”. Forse è tempo di sincronizzare meglio i nostri orologi – quelli al polso e quelli interni.



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