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I giovani agricoltori guidano la rivoluzione sostenibile nei campi italiani. Le regioni con più imprese giovani sono…


Sono circa 50mila i giovani agricoltori al lavoro nelle campagne italiane, protagonisti di una nuova agricoltura all’insegna della sostenibilità, della multifunzionalità e della creatività. Un patrimonio di intelligenze e competenze decisivo per il futuro dell’agricoltura italiana e dell’intero Paese.

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A fotografare la situazione è un’analisi Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga, diffusa in occasione dei premi all’innovazione Oscar Green al Villaggio di Udine, alla presenza di Vincenzo Gesmundo, Segretario Generale Coldiretti, Ettore Prandini, Presidente Coldiretti, ed Enrico Parisi, Delegato Nazionale Coldiretti Giovani.

Nonostante gli ostacoli posti da burocrazia e aumento dei costi produttivi, i giovani agricoltori italiani dimostrano una straordinaria resilienza, affermandosi come una delle categorie più dinamiche dell’intero panorama imprenditoriale giovanile, come spesso evidenziato anche su Food Affairs.

Le regioni con più imprese giovani: Sicilia, Puglia e Campania

Secondo il Centro Studi Divulga, in valore assoluto le regioni che contano il maggior numero di imprese agricole giovanili sono:

  1. Sicilia: 6100 aziende
  2. Puglia: 5000 aziende
  3. Campania: 4800 aziende

Un dato che testimonia una vitalità crescente nel Sud Italia, dove il settore agricolo sta offrendo opportunità concrete di lavoro, innovazione e sviluppo.

Cereali, ortaggi e multifunzionalità: le scelte dei giovani agricoltori

L’indirizzo produttivo più diffuso tra i giovani agricoltori è quello cerealicolo (grano, mais, legumi), scelto dal 16% delle imprese, seguito da:

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  1. ortaggi (13%)
  2. allevamento (11%)
  3. viticoltura (11%)
  4. olivicoltura (9%)

Ma ciò che rende davvero distintive le imprese agricole under 35 è la propensione a diversificare, sfruttando le opportunità della multifunzionalità, introdotta dalla Legge di Orientamento del 2001, fortemente sostenuta da Coldiretti. I giovani imprenditori agricoli si dedicano con successo a:

  • trasformazione dei prodotti
  • vendita diretta
  • fattorie didattiche e agriasili
  • attività ricreative e agricoltura sociale
  • sistemazione di parchi e strade
  • agribenessere
  • produzione di energie rinnovabili
  • cura del paesaggio

Una rivoluzione culturale e produttiva che ha trasformato la percezione del mestiere di agricoltore: oggi, secondo una ricerca Censis, il 74% degli italiani sarebbe felice se figli o nipoti scegliessero di lavorare in agricoltura.

Imprese giovani più produttive della media europea

Secondo l’ultimo rapporto della Rete Rurale Nazionale, le imprese giovanili italiane sono le più produttive d’Europa, con una media di 4500 euro per ettaro, il doppio rispetto alla media europea e francese, e superiore anche a Germania e Spagna. Il merito è di una maggiore specializzazione in coltivazioni ad alto valore aggiunto, frutto di competenze, formazione e visione imprenditoriale avanzata.

I nodi da sciogliere: burocrazia, credito e politiche scollegate

Nonostante il dinamismo, restano ancora ostacoli strutturali che frenano il pieno sviluppo del settore. Come evidenziato da Enrico Parisi, Delegato Nazionale Coldiretti Giovani:

“A ostacolare il ritorno alla terra ci sono fattori che vanno urgentemente rimossi: l’eccesso di burocrazia, una vera tassa occulta per chi avvia un’attività agricola, e politiche green troppo spesso scollegate dalla realtà. Inoltre, è fondamentale garantire un accesso al credito rapido e agevolato, per permettere alle imprese giovani di realizzare le proprie idee innovative, nel segno della sostenibilità, della biodiversità e dell’innovazione di prodotto”.



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