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«Piano per i giovani. Si deve tornare al merito»


Il messaggio è diretto alla politica italiana, all’Unione europea quanto al sindacato. Emanuele Orsini chiede a tutti gli attori impegnati nel rilancio dell’economia «un piano industriale straordinario» con un’ottica quinquennale perché «non possiamo più galleggiare. Servono azioni forti e bisogna farle subito».

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REGOLE

Nella giornata di chiusura del Convegno dei Giovani imprenditori di Rapallo, il presidente di Confindustria prende a prestito lo slogan lanciato dalla leader dei Giovani, Maria Anghileri, e ricorda che «oggi il vero tema è che le imprese di tempo non ne hanno più». Se finora si dovevano fare i conti con una transizione energetica, regolata da una normativa europea che «vuole decidere per legge quale tecnologia va eliminata» e con i dazi, adesso l’escalation nella guerra tra Israele e Iran farà scattare nuovi e insostenibili aumenti dell’energia. Secondo Orsini, con questi scenari di incertezza, «convincere i nostri imprenditori a fare un investimento, è come chiedere a un cassintegrato di comprare un’auto nuova. Ovvio che non si riesca a convincerlo». Da qui la necessità di uno stimolo – lo chiama «un boost» – straordinario per l’economia, per mettere in campo almeno 8 miliardi nel prossimo triennio. Proprio nella logica di rilanciare gli investimenti si chiede al governo, per esempio, un pacchetto di incentivi come quello di Industria 4.0 sui macchinari e l’innovazione. Poi non va dimenticata la questione giovanile. Sulla fuga dei cervelli, il leader degli industriali ricorda che «tantissimi giovani lasciano il Paese. Ma è anche colpa nostra, dobbiamo mettere al centro il merito». Necessario quindi «creare un percorso», Orsini la chiama «la filiera futuro, che mette insieme l’innovazione, i giovani, gli investimenti».

In questa stessa logica non va «politicizzato il tema del nucleare, altrimenti diventa un problema», perché «ci sono dei capitoli che o si va tutti insieme o non si faranno mai». Richiamo, restando al dossier energia, poi agli enti locali per i ritardi autorizzativi. «Oggi abbiamo fermi 150 gigawatt di elettricità che i comuni non riescono a farci immettere nella rete».

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Saldo e stralcio

 

Tra meno di due settimane, il 26 giugno, Confindustria incontrerà i sindacati. Al centro della discussione ci saranno sicurezza del lavoro, retribuzioni e formazione. Ma a Cgil, Cisl e Uil – che secondo Orsini con i referendum sul Jobs Act hanno fatto un tuffo nel passato» – viene lanciata anche un’altra sfida. «I sindacati non si sono mai visti al nostro fianco nelle battaglie per proteggere le nostre industrie su alcuni temi che per noi sono fondamentali come l’automotive o la tassazione Ets (quella sulle emissioni di CO2)». Stessa alleanza è attesa anche sul piano casa, per aiutare i lavoratori a trasferirsi verso le zone dove c’è più richiesta di manodopera.

DISASTRO

Sempre all’Europa Confindustria chiede di rivedere le sue politiche di transizione verso l’elettrico, perché, «sull’automotive abbiamo fatto un disastro», con il risultato che «abbiamo detto che il primo prodotto che facciamo non lo vogliamo più produrre». Ancora più velocemente la Ue deve chiudere l’accordo sul Mercosur e soprattutto arrivare come la Cina a un’intesa sui dazi. «Su alcuni prodotti in cui noi siamo l’eccellenza – sostiene – non avremo un grande problema nel continuare l’esportazione verso gli Usa. Ma quando noi abbiamo aziende che comunque fanno dei bio, che solo per progettarti servono sei mesi, per consegnare gli altri sei mesi, ma quell’imprenditore quando fa il contratto come lo fa? Cento milioni di contratto lo fa a 100 milioni, 125, 150? A quel punto quello è un tema di incertezza, competitività e di come riuscire a vendere quel prodotto». Ospite del Convegno dei Giovani imprenditori anche l’editore e presidente di Rcs Urbano Cairo. Secondo il quale «oggi l’Italia cresce troppo poco, non c’è alternativa, ci vuole qualcosa di più incisivo e radicale».

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