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Sicurezza digitale: la Puglia al centro della sfida europea


Si è conclusa con una forte presa di posizione da parte di esperti, istituzioni e imprese l’edizione 2025 di ConfSec, l’evento di riferimento per la sicurezza digitale del Sud Italia, che ha posto al centro del dibattito lo scenario di rischio cyber sempre più complesso in cui si trovano ad operare organizzazioni pubbliche e private nel Sud Italia e in particolare in Puglia.

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La Tavola Rotonda di apertura, ha delineato con chiarezza l’intreccio crescente tra minacce informatiche, tensioni geopolitiche e nuove vulnerabilità legate all’Intelligenza Artificiale.

Al centro del confronto la Direttiva NIS2, definita da molti relatori come “la vera svolta per la cybersicurezza europea”. A sottolinearne la rilevanza strategica e operativa è stata il Prefetto Milena Rizzi, Capo del Servizio Regolazione dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), che ha ribadito come la direttiva rappresenti non soltanto un vincolo normativo, ma anche un’occasione concreta per rafforzare in modo strutturale la resilienza dell’intero tessuto produttivo italiano ed europeo.

Tra i temi più dibattuti nella tavola rotonda: il boom degli attacchi ransomware e delle minacce avanzate (APT), l’aumento esponenziale delle vulnerabilità digitali (#CVE), la crescente esposizione delle organizzazioni a campagne di social engineering sempre più sofisticate e la dipendenza tecnologica europea da piattaforme extra-UE, in particolare statunitensi e cinesi.

La cybersicurezza in Puglia: rischi e vulnerabilità delle aziende

Le aziende pugliesi, in particolare le PMI che costituiscono la spina dorsale del tessuto produttivo regionale, affrontano rischi crescenti e diversificati: attacchi ransomware, phishing, malware, DDoS e deepfake sono le minacce più frequenti. I settori più colpiti sono manifatturiero, sanità, trasporti e pubblica amministrazione, con una crescente esposizione a campagne di social engineering sempre più sofisticate e attacchi mirati che sfruttano anche l’intelligenza artificiale per eludere le difese.

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Le PMI pugliesi presentano una vulnerabilità strutturale: solo il 15% ha un approccio maturo alla sicurezza informatica, con un Cyber Index medio di 52 su 100. La carenza di risorse economiche e competenze specializzate, la scarsa consapevolezza dei rischi e la formazione insufficiente del personale aumentano la loro esposizione. Molte aziende operano con sistemi non aggiornati, password deboli e senza soluzioni avanzate di difesa, mentre budget limitati e vulnerabilità nella supply chain aggravano ulteriormente la situazione.

Gli impatti di un attacco informatico possono essere devastanti: perdita di dati (29%), danni finanziari diretti (23%), interruzioni operative (16%) e danni reputazionali (13%).

Per questo la Regione Puglia promuove programmi di formazione, vulnerability assessment e servizi di incident management tramite il CSIRT regionale, in collaborazione con enti come InnovaPuglia S.p.A.

“La Puglia, con la sua posizione geografica e il dinamismo del suo tessuto produttivo, deve continuare a investire in formazione, tecnologie e collaborazioni pubblico-private per costruire un sistema digitale più sicuro e resiliente, capace di affrontare le sfide di un mondo sempre più interconnesso e complesso.” ha concluso Lino Fornaro.



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