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Mentre l’IA si impone come una leva tecnologica fondamentale nei discorsi politici ed economici, la sua integrazione nel tessuto delle PMI e ETI francesi si rivela più prudente. Una recente indagine condotta da Bpifrance Le Lab, su oltre 1.200 dirigenti, permette di comprendere meglio le dinamiche di adozione in atto.

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Secondo lo studio “L’IA nelle PMI e ETI francesi: Una rivoluzione tranquilla“, i dirigenti sembrano aver compreso la portata della questione: il 58% di loro ritiene che l’IA sia una questione di sopravvivenza a un orizzonte di 3-5 anni. Quanto al passaggio all’azione, è reale, ma ancora esitante: il 43% dei dirigenti ha definito una strategia IA, il 26% utilizza un’IA generativa, il 16% un’IA non generativa, e solo il 10% utilizza entrambe.

Tra le aziende che hanno adottato l’IA, la metà utilizza esclusivamente soluzioni gratuite o pronte all’uso. L’ottimizzazione dell’esistente, il miglioramento delle prestazioni, il mantenimento della competitività e la riduzione dei costi sono le principali motivazioni dei dirigenti: il 94% cita almeno una modalità di ottimizzazione, contro solo il 54% una modalità di sviluppo dell’attività.

Questo divario tra percezione strategica e attuazione riflette diverse sfide: mancanza di maturità dell’offerta, costi considerati elevati, o difficoltà a identificare casi d’uso pertinenti.

I dati, ancora troppo poco sfruttati come leva strategica

L’IA si basa su diversi prerequisiti essenziali: la digitalizzazione dell’azienda, la strutturazione dei dati, l’identificazione di casi d’uso pertinenti e il coinvolgimento dei team. Tuttavia, nonostante un leggero progresso nella digitalizzazione passata dal 72% nel 2017 al 76%, il 43% di esse non sfrutta ancora i propri dati per gestire la propria attività.

Eppure, un’azienda digitalizzata è cinque volte più probabile che adotti l’IA, e quelle che analizzano i propri dati sono 2,5 volte più propense a ricorrervi.

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Disparità settoriali rivelatrici delle sfide strutturali

L’adozione dell’IA varia notevolmente a seconda dei settori, riflettendo le loro esigenze tecnologiche specifiche e le loro dinamiche interne. Così, le TIC e la finanza mostrano alti tassi di adozione delle IA generative (rispettivamente 79% e 47%), mentre settori più tradizionali come l’edilizia (19%) o i trasporti (5%) rimangono indietro.

Tipologia dei dirigenti: tra scetticismo, sperimentazione e innovazione

Lo studio identifica quattro grandi profili di dirigenti:

  • Gli scettici (27%): provenienti da settori poco digitalizzati, contrari all’IA, temono i suoi impatti sociali e non percepiscono un’utilità concreta;

  • I bloccati (26%): consapevoli delle sfide ma paralizzati da un deficit di competenze o di supporto;

  • Gli sperimentatori (28%): curiosi e impegnati, ma frenati da vincoli finanziari e mancanza di expertise;

  • Gli innovatori (19%): all’avanguardia sul digitale, integrano l’IA nei loro processi e prodotti, con una leadership dichiarata.

Questi profili variano a seconda dei settori: gli scettici dominano nell’edilizia e nei trasporti, i bloccati nel commercio, gli sperimentatori nell’industria, e gli innovatori nelle TIC, nella finanza e nei servizi alle imprese. Si nota anche una sovrarappresentazione delle donne tra gli scettici e degli uomini tra gli innovatori.

Differenze di adozione legate al profilo del dirigente

Nel 73% dei casi, i progetti IA sono promossi dal dirigente. Più il dirigente è giovane e altamente istruito, più la sua azienda è avanzata nell’adozione dell’IA. Quando utilizza la GenAI nella sua vita professionale quotidiana, l’azienda è cinque volte più propensa a utilizzarla anch’essa (46% contro 9%).

I dirigenti sotto i 35 anni sono quindi il 67% a utilizzare personalmente la GenAI al lavoro contro il 46% degli over 45, una percentuale che scende al 36% per gli over 66. Anche il livello di istruzione è discriminante: il 62% dei laureati utilizza l’IA generativa contro solo il 19% dei non diplomati.

Come accelerare l’adozione dell’IA?

Per superare queste sfide, sono raccomandate diverse leve:

  • Rafforzare la trasformazione digitale per porre le basi di un’adozione efficace;

  • Strutturare e sfruttare i dati per identificare usi pertinenti;

  • Formare i dipendenti per superare le resistenze e massimizzare l’efficacia degli strumenti IA;

  • Sperimentare con soluzioni accessibili prima di investire in tecnologie avanzate.



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