a cura di MicrocrediTab
Nel contesto finanziario delle piccole e medie imprese, l’accesso al credito è vitale per investimenti, liquidità e crescita.
In questo scenario, i SIC – Sistemi di Informazioni Creditizie – rappresentano uno strumento essenziale e determinante sulle possibilità di finanziamento delle imprese.
Tra i SIC principali attivi in Italia: CRIF (Eurisc) – il più utilizzato da banche e finanziarie, Cerved, Experian, Assilea – specializzato in leasing, Centrale dei Rischi (gestita da Banca d’Italia, di natura pubblica).
Facciamo un po’ di chiarezza.
Che cosa sono i SIC?
Sono banche dati private che raccolgono informazioni sulla posizione creditizia di imprese e persone fisiche. Le informazioni provengono da banche, società finanziarie, società di leasing e operatori del credito commerciale. Queste banche dati consentono agli operatori del credito di valutare l’affidabilità finanziaria del soggetto richiedente, sulla base di dati oggettivi.
Perché è importante prestare attenzione ai SIC?
Quando un’impresa chiede un prestito, un fido bancario, un leasing operativo o anche una semplice dilazione di pagamento (quindi anche i beni consumabili sono segnalabili) l’intermediario consulta i SIC per comprendere come l’impresa ha gestito i debiti. La presenza di ritardi, sconfinamenti, insoluti o esposizioni elevate può compromettere l’approvazione della richiesta o influenzare negativamente le condizioni offerte (tassi più alti, garanzie aggiuntive, etc.).
Allo stesso tempo, una buona reputazione creditizia registrata nei SIC costituisce un vero e proprio «curriculum finanziario», che può rafforzare la posizione dell’impresa nelle trattative con gli istituti di credito.
Quanto durano le segnalazioni nei SIC?
La durata delle informazioni presenti nei SIC è regolata da un Codice di Condotta specifico e varia in base alla tipologia del dato:
- richiesta di credito – 6 mesi (1 mese se rifiutata);
- finanziamenti regolari – fino a 5 anni dopo l’estinzione;
- ritardi sanati – 12 mesi (se max 2 rate e regolarizzati in 2 mesi) o 24 mesi;
- ritardi gravi non sanati – 36 mesi dall’ultimo aggiornamento;
- rientro da sofferenza – in alcuni casi fino a 5 anni, se documentata la regolarizzazione.
Come può un’impresa tutelarsi?
Una gestione proattiva dei rapporti con i SIC permette alle imprese di preservare e migliorare la propria reputazione finanziaria; le imprese hanno infatti diritto ad accedere gratuitamente ai dati registrati sui SIC almeno una volta all’anno, richiedere correzioni o aggiornamenti, se le informazioni risultano inesatte, verificare lo stato della propria posizione creditizia prima di avviare nuove richieste di finanziamento.
È bene ricordarsi che se la gestione finanziaria dell’impresa è premiata positivamente dalle SIC, più si chiedono ed ottengono finanziamenti creando un circolo virtuoso dove meglio performa il rating creditizio dell’impresa!
I SIC non sono un ostacolo, ma un vero e proprio biglietto da visita… finanziario!
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