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Decreto fiscale di giugno: proroghe, semplificazioni e nuove regole per imprese e professionisti


Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 12 giugno un nuovo decreto legge fiscale che aggiorna e alleggerisce il calendario delle scadenze tributarie, intervenendo anche su una serie di nodi tecnici rimasti in sospeso nei mesi scorsi. Tra le misure più attese, la proroga dei versamenti fiscali al 21 luglio 2025 senza maggiorazioni e alcune modifiche di rilievo per professionisti e imprese, tra cui la tracciabilità obbligatoria delle spese di rappresentanza e il superamento dello split payment per le società quotate.

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Una manovra di medio respiro, che raccoglie le richieste di categorie e professionisti, promettendo semplificazioni e nuove opportunità in ambito fiscale.


Versamenti rinviati al 21 luglio senza maggiorazione

Con il decreto è ufficiale il rinvio delle scadenze fiscali al 21 luglio 2025, senza l’applicazione dello 0,40% di maggiorazione. Un provvedimento che interessa oltre 4,6 milioni di partite Iva, includendo titolari di attività economiche soggette agli Indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA), professionisti in regime forfetario e contribuenti che hanno aderito al Concordato preventivo biennale (CPB).

Dal 22 luglio al 20 agosto, i versamenti saranno ancora possibili, ma con la maggiorazione prevista. Un margine temporale che consente di alleggerire la consueta pressione di fine giugno e permette ai contribuenti di gestire il saldo 2024 e il primo acconto 2025 anche nel cuore dell’estate.

Grande soddisfazione è stata espressa dal Consiglio nazionale dei commercialisti, che aveva avanzato la proposta e ha ottenuto il supporto del Ministero dell’Economia.


IMU, documentazione fiscale e dichiarazioni prorogate

Il decreto allunga inoltre i tempi per altri adempimenti:

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  • I Comuni potranno approvare le delibere IMU per il 2025 fino al 15 settembre.
  • Le imprese internazionali beneficiano di una proroga al 31 ottobre 2025 per presentare la documentazione sui disallineamenti fiscali da ibridi.
  • Le dichiarazioni dei redditi e IRAP con scadenza 31 ottobre 2024 saranno considerate tempestive se presentate entro l’8 novembre 2024, evitando sanzioni, sebbene senza possibilità di rimborso per chi abbia già pagato.

Un insieme di proroghe che mira a ridisegnare il calendario fiscale con più razionalità e certezze operative.


Spese di rappresentanza: obbligo di tracciabilità anche per i professionisti

Arriva una stretta sulle modalità di deduzione delle spese di rappresentanza per i lavoratori autonomi: da ora in poi saranno deducibili solo se sostenute con strumenti tracciabili come bonifici, carte di credito, bancomat o sistemi digitali. Finora, i professionisti avevano la possibilità di utilizzare anche contanti.

Restano escluse da questa novità le spese di pubblicità e sponsorizzazioni, che mantengono un trattamento differenziato. Si tratta di un passo importante verso l’omogeneizzazione delle regole fiscali tra imprese e professionisti, oltre che di un ulteriore argine all’utilizzo del contante.


Nuove regole fiscali per le plusvalenze e i proventi finanziari dei professionisti

Cambia anche la qualificazione reddituale di alcune entrate dei professionisti:

  • Le plusvalenze da cessione di partecipazioni in associazioni e società professionali non rientreranno più nel reddito di lavoro autonomo, ma saranno tassate come redditi diversi.
  • Gli interessi e altri proventi di natura finanziaria non saranno più assimilati al reddito professionale, ma considerati redditi di capitale.

Due modifiche di rilievo che puntano a rendere più lineare e coerente il sistema di tassazione per il lavoro autonomo.


Semplificazioni per le imprese: deduzione del lavoro e regime CFC

Sul fronte delle imprese, il decreto introduce:

  • Una semplificazione nel riporto delle perdite fiscali, per favorire la continuità aziendale anche in contesti difficili.
  • L’ampliamento della maxideduzione sul costo del lavoro per chi assume, eliminando il limite relativo alle società collegate.
  • Interventi di adeguamento al Pillar 2 OCSE per garantire un’imposta minima nazionale e maggiore coerenza nel regime delle società estere controllate (CFC).

Misure pensate per alleggerire gli oneri amministrativi e rendere più attrattivo il sistema fiscale italiano.


IVA: addio allo split payment per le società quotate e reverse charge esteso

Dal 1° luglio 2025, le società quotate nell’indice FTSE MIB usciranno definitivamente dal regime di split payment, in coerenza con il quadro normativo europeo.

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Parallelamente, si amplia il ricorso al reverse charge per i servizi di trasporto e logistica, anche se la misura resta subordinata all’autorizzazione UE. Nelle more, sarà possibile applicare lo split payment su base volontaria nei rapporti di appalto e subappalto.


Terzo settore e altre misure

Infine, il decreto conferma:

  • L’entrata in vigore dal 1° gennaio 2026 del nuovo regime fiscale per enti del terzo settore e imprese sociali, superando il vincolo dell’autorizzazione UE.
  • La proroga al 31 ottobre 2025 della documentazione sui disallineamenti da ibridi.
  • Chiarimenti sul regime delle CFC e sull’imposta minima equivalente.

Restano escluse dal pacchetto alcune misure onerose, come il rinvio della sugar tax e la rimodulazione IVA nel mercato dell’arte, che saranno oggetto di un successivo provvedimento.


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