Tutela dei risparmiatori
Corporate governance, ESG, diritto societario e class action: così l’Europa sta riscrivendo le regole per la protezione degli investitori individuali
BETTER FINANCE per un’Europa che cambia volto: il protagonismo degli investitori retail
Negli ultimi anni, la finanza europea sta vivendo un mutamento profondo. Dopo decenni in cui i mercati finanziari erano dominati dagli investitori istituzionali, oggi il ruolo degli azionisti individuali è tornato al centro dell’agenda politica, normativa e di mercato. Un trend che non nasce per caso: la pandemia prima e l’inflazione successivamente hanno accelerato l’ingresso di milioni di nuovi risparmiatori nei mercati azionari, attratti dalla possibilità di proteggere il proprio patrimonio dall’erosione monetaria e di partecipare direttamente alla crescita economica.
Secondo le stime della European Securities and Markets Authority (ESMA), gli investitori retail rappresentano oggi circa il 33% della capitalizzazione dei mercati europei, con picchi superiori al 40% in alcuni segmenti tecnologici e nei mercati secondari. L’ascesa del trading online, delle piattaforme fintech e dell’investimento diretto attraverso ETF e fondi indicizzati ha democratizzato l’accesso ai mercati, ma ha anche esposto i piccoli risparmiatori a nuove forme di rischio, spesso difficili da percepire.
International Investors’ Conference di Madrid, organizzata da BETTER FINANCE
Proprio di queste sfide si è discusso alla International Investors’ Conference di Madrid, organizzata da BETTER FINANCE, la Federazione Europea degli Investitori e degli Utilizzatori dei Servizi Finanziari, che riunisce oltre 40 organizzazioni di tutela dei risparmiatori in tutta Europa, rappresentata in Italia dall’associazione New Savers. In platea, accademici, avvocati, autorità di vigilanza, rappresentanti istituzionali e associazioni di minoranza come l’Austrian Shareholder Association (IVA), l’ADICAE spagnola e la DSW tedesca. Era presente anche Mark Northway presidente di World Federation of Investors.
Come ha dichiarato Florian Beckermann, Managing Director di IVA e Board Member di BETTER FINANCE ed ESMA: «L’investitore individuale non è più solo un consumatore, ma un soggetto attivo nella creazione di valore delle imprese. Rafforzare i suoi diritti significa rafforzare l’intero ecosistema finanziario europeo».
Governance e trasparenza: l’equilibrio delicato tra diritto societario e innovazione tecnologica
L’avanzata degli investitori retail impone una revisione strutturale anche delle pratiche di corporate governance. Al centro del dibattito vi sono la trasparenza societaria, l’accesso effettivo alle informazioni, la possibilità di esercitare i diritti di voto in assemblea e il ruolo crescente degli standard ESG nella valutazione dei rischi aziendali.
In quest’ottica, la Direttiva SRD II rappresenta oggi uno dei pilastri normativi più rilevanti, imponendo nuovi obblighi di trasparenza sugli assetti proprietari, sulla remunerazione dei manager e sul coinvolgimento attivo degli azionisti nelle decisioni strategiche. Tuttavia, come ha sottolineato Jella Benner-Heinacher, Presidente di BETTER FINANCE e Senior Advisor di DSW, la vera sfida è l’armonizzazione applicativa tra i vari Paesi UE: «Il rischio è che norme pensate per proteggere il risparmiatore si traducano in labirinti burocratici che allontanano i piccoli azionisti dalle assemblee e dalla vita societaria».
In parallelo, la digitalizzazione sta rivoluzionando i meccanismi tradizionali di interazione tra azionisti e società quotate. Le piattaforme di voto elettronico, i software per la gestione digitale delle deleghe e i portali di investor relations stanno facilitando la partecipazione assembleare, riducendo il tradizionale divario informativo. Javier Cremades, avvocato di Cremades & Calvo-Sotelo e Segretario Generale della spagnola AEMEC, ha ricordato come: «La tecnologia rappresenta un’opportunità per abbattere le barriere all’accesso e garantire che anche i piccoli investitori abbiano voce, in tempo reale, nelle decisioni aziendali».
Un ulteriore aspetto centrale è rappresentato dai temi ESG (Environmental, Social, Governance), sempre più integrati nei processi decisionali delle imprese e oggetto di crescente attenzione normativa. L’ESMA e la Commissione Europea stanno infatti definendo criteri di rendicontazione sempre più stringenti attraverso il Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e lo European Sustainability Reporting Standards (ESRS), che entreranno pienamente in vigore tra il 2025 e il 2026.
Class action, delisting e diritto comparato: verso un mercato europeo più efficiente e competitivo
Se la governance è il primo pilastro, il secondo, ancora più delicato, riguarda l’effettività della tutela legale in caso di abusi, frodi o pratiche scorrette. La possibilità per i piccoli azionisti di attivare azioni collettive transfrontaliere resta, infatti, una delle principali criticità del mercato europeo.
Negli Stati Uniti, il sistema delle class action ha storicamente rappresentato uno strumento potente di tutela collettiva. In Europa, nonostante la recente Direttiva UE sulle azioni rappresentative (EU Directive 2020/1828), le differenze procedurali tra i diversi ordinamenti nazionali continuano a rappresentare un ostacolo significativo.
José F. Estévez, Vicepresidente del Legal Committee di BETTER FINANCE , ha osservato: «Senza una cornice uniforme per le azioni collettive, il piccolo risparmiatore europeo resta troppo spesso disarmato di fronte agli abusi societari. Occorre superare le rigidità dei singoli ordinamenti nazionali e costruire un vero mercato unico della tutela giuridica».
Un esempio emblematico citato durante il summit è il caso Fiat Chrysler (oggi Stellantis), al centro di un contenzioso europeo rappresentato dal Fiat Chrysler Investors Recovery Stichting, presieduto dall’avvocato olandese Flip Schreurs. Il caso dimostra come scandali industriali possano generare effetti transnazionali che mettono alla prova la capacità dei sistemi legali europei di offrire una risposta uniforme ed efficace.
Infine, come ha ricordato Mark Northway, Chairman della World Federation of Investors (WFI), il rafforzamento della protezione degli azionisti retail non ha solo una valenza sociale, ma anche economica: «Mercati finanziari più trasparenti e accessibili significano minori costi di capitale per le imprese, maggiore stabilità macroeconomica e maggiore competitività globale dell’Europa».
Una partita strategica per il futuro dei mercati europei
Il rafforzamento dei diritti degli investitori individuali non è solo una battaglia di principio: rappresenta una leva strategica per lo sviluppo competitivo dell’Unione Europea. Come sintetizzato da Aleksandra Maczyńska, Managing Director di BETTER FINANCE: «L’inclusione degli azionisti retail non è più una scelta opzionale. È la chiave per una finanza realmente sostenibile, trasparente e al servizio della crescita europea».
Obiettivo per i prossimi anni sarà trasformare questo cantiere normativo in un sistema omogeneo, equilibrato e realmente efficace, capace di coniugare la protezione dei singoli risparmiatori con lo sviluppo dei mercati dei capitali europei. Un obiettivo ambizioso, ma sempre più urgente.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link