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“Troppo basse le adesioni agli screening gratuiti”


“Dobbiamo investire di più nella prevenzione. Oggi solo il 5% del fondo sanitario nazionale è destinato alle attività di prevenzione. Vogliamo aumentare questa percentuale e in questa direzione va anche il lavoro che stiamo portando avanti con il Mef, grazie alle nuove regole di bilancio europee, affinché la spesa per la prevenzione sia considerata a tutti gli effetti un investimento”. Lo ha affermato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, agli Stati generali della prevenzione in corso oggi a Napoli. “È evidente che fare leva sulla prevenzione – ha rimarcato – significa, nel lungo termine, ridurre i costi dell’assistenza, liberando risorse”.

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Il risparmio dovuto alla prevenzione, ha spiegato Schillaci, sarebbe “da investire in innovazione e ricerca che, grazie agli enormi progressi compiuti, permette di curare malattie un tempo ritenute incurabili”.  Non è però solo una questione di risorse, ha sottolineato il ministro: “La prevenzione non è uno slogan: racchiude azioni che contribuiscono a ridurre l’insorgenza di patologie. E queste azioni si traducono, in primo luogo, nell’adesione a stili di vita corretti e agli screening oncologici. Ed è bene ricordare che il nostro servizio sanitario offre opportunità di prevenzione non sempre sfruttate a pieno”. 

A tal proposito, ha ricordato Schillaci, “il 40% dei tumori si può prevenire agendo sui fattori di rischio e aderendo ai programmi gratuiti di screening del servizio sanitario pubblico. I dati dell’Osservatorio nazionale sugli screening dicono che è migliorata l’attività di invito alla popolazione target per tutti i programmi, con incrementi anche al Sud, con quasi 16 milioni di persone invitate nel 2023. Tuttavia, poco meno della metà ha eseguito un test, ovvero circa 7 milioni”.

Il ministro ha quindi fatto alcuni esempi: per lo screening della cervice uterina, l’adesione è stata al 41%, con valori più bassi al Sud e Isole (31%) rispetto al Nord (52%) e al Centro (38%); allo screening mammografico ha aderito all’invito il 55% delle donne con un differenziale di 15 punti percentuali tra l’area del Nord e quella del Sud e Isole; lo screening colonrettale registra purtroppo un’adesione intorno al 34%. Anche in questo caso maggiore al nord, intermedia al Centro e inferiore nel Sud e Isole (20%). Eppure, ha ricordato Schillaci, “si tratta di un test non invasivo che può intercettare possibili patologie oncologiche come il tumore al colon retto, che negli ultimi anni ha visto aumentare le diagnosi nelle fasce di età più giovani”. “Un italiano su 5, soprattutto al Sud – ha detto ancora il ministro – non sa che gli screening per la prevenzione sono gratuiti”.

“Da Napoli – la conclusione – vogliamo stringere un Patto tra istituzioni e cittadini: con la prevenzione ognuno di noi compie una scelta di salute per se stessi, di generosità verso la collettività e di sostenibilità del nostro servizio sanitario. Come ricordiamo nella campagna che lanciamo oggi – per la quale ringrazio la disponibilità del Napoli Calcio e del suo capitano Di Lorenzo – ‘La nostra salute è la partita più importante'”.

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