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Cybersecurity seminars: più sicurezza digitale nei territori


La sicurezza informatica come bene collettivo da costruire insieme alle comunità: la visione alla base del nuovo programma dell’Università degli Studi di Milano e alla Fondazione Mondo Digitale ETS per promuovere la resilienza digitale attraverso il coinvolgimento di giovani e realtà locali

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Nel 2024 il Computer Security Incident Response Team (Csirt) dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale ha fronteggiato quasi duemila attacchi informatici, raddoppiati rispetto al 2023. Nel mirino anche le piccole e medie imprese, insieme a enti pubblici e organizzazioni no-profit che spesso non hanno budget o visione per dotarsi di strumenti e personale utile a fronteggiare minacce informatiche, come il più comune ransomware. Questo fa scattare l’allarme, in Italia come nel resto del mondo, e una “chiamata all’azione” per ripensare l’importanza della cybersicurezza, che non è più un tema ‘lontano lontano’, appannaggio degli esperti, ma diventa invece strumento fondamentale per proteggere aziende e dati personali.

Il problema delle risorse

Cybersecurity Seminars si pone come risposta concreta a questa sfida, attraverso un’offerta formativa gratuita, rivolta a 140 giovani tra studenti universitari e neolaureati. Coinvolge 175 realtà del territorio tra enti pubblici, Pmi e organizzazioni del terzo settore. I partecipanti acquisiranno competenze teoriche e saranno chiamati a misurarsi con problemi reali del mondo digitale, attraverso hackathon, tirocini e attività di service learning. Con una particolare ‘attenzione all’inclusione’, visto che grazie all’impegno della professoressa Silvia Salini, che coordina il piano per l’uguaglianza del progetto, vengono abbattute le barriere all’ingresso per studenti con percorsi di studio non tradizionali, provenienti da facoltà umanistiche, giuridiche o sociali.

Cittadinanza digitale

La formazione va ripensata come leva per una cittadinanza digitale consapevole: “La cybersicurezza è oggi una competenza democratica”, ha sottolineato Mirta Michilli, direttrice della Fondazione Mondo Digitale. “È un diritto sapere come difendersi nel mondo digitale, e un dovere costruire opportunità inclusive per tutti i territori, anche i più fragili.” Il programma, ha spiegato Michilli, “integra corsi teorici universitari con percorsi pratici personalizzati, destinati sia a studenti triennali che a post-laureati, con 100 posti per master online aperti a giovani di tutta Italia e 40 destinati agli studenti iscritti alla triennale”. Il master post-laurea incluso nel programma è accessibile online, per permettere la partecipazione di studenti da ogni regione. I posti sono limitati a 100, ma la richiesta ha già superato le aspettative. Oltre al titolo ufficiale dell’Università degli studi di Milano, i partecipanti otterranno micro-certificazioni digitali per le competenze pratiche sviluppate al servizio delle comunità locali. Un modello innovativo, gratuito e orientato al futuro, che mira a ridurre il divario tra sapere accademico e bisogni reali del Paese.

Lavoro garantito

La domanda di esperti in cybersicurezza è in forte crescita. Già nei primi tre mesi del 2025 sono state oltre 12mila le richieste di profili specializzati, ma purtroppo la domanda supera l’offerta e molte aziende faticano a trovare candidati adeguati. Un ‘mismatch’ che si riflette anche nei percorsi universitari, con sempre più studenti Stem che scelgono di fermarsi dopo la laurea triennale e non proseguire gli studi magistrali, scegliendo di accettare le copiose offerte ed entrare subito nel mondo del lavoro. E forse è anche colpa delle imprese, spesso poco propense a valorizzare le competenze avanzate con salari adeguati. 

Cybersecurity è geopolitica

Nel quadro globale di conflitti ibridi e minacce digitali transfrontaliere, l’Italia si sta muovendo con decisione. “L’interazione con i nostri partner internazionali è costante” ha dichiarato Nunzia Ciardi – vicedirettrice dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale – intervenendo alla presentazione dei Cybersecurity Seminars – “perché la cybersicurezza è una questione geopolitica. Ogni conflitto oggi ha una dimensione digitale. Per questo è essenziale formare nuove competenze e agire in rete con le nazioni alleate, condividendo informazioni e strategie”.

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Futuro digitale

Bisogna quindi ripensare la cybersecurity e farne una strategia alla portata di tutti. Un risultato raggiungibile anche con questo nuovo paradigma formativo che unisce università, imprese e territori per costruire una società più sicura e inclusiva, dimostrando come la protezione del presente possa davvero gettare le basi per un futuro digitale più equo, partecipato e resiliente.



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