In una risoluzione non legislativa adottata mercoledì con 421 voti favorevoli, 180 contrari e 55 astensioni, il Parlamento sottolinea l’effetto stabilizzatore del dispositivo RRF in un contesto di forte incertezza economica in Europa.
Rafforzare la resilienza e l’autonomia dell’UE
Nella risoluzione, i deputati affermano come il dispositivo RRF abbia contribuito ad evitare la frammentazione del mercato interno e favore la ripresa e ribadiscono che tali fondi non devono sostituire quelli della politica di coesione. Si chiede poi di destinare gli investimenti a difesa, educazione, energia e infrastrutture transfrontaliere, come le ferrovie ad alta velocità, e di accelerare quelli riguardanti la protezione sociale e l’inclusione dei gruppi vulnerabili. Inoltre, i deputati invitano gli Stati membri a rivedere i propri piani nazionali di investimento sfruttando il piano REPowerEU per rafforzare l’autonomia energetica dell’UE.
Il dispositivo RRF scade nel 2026
Il Parlamento esprime preoccupazione per i tempi ristretti per l’attuazione dei fondi rimanenti, che mettono a rischio il completamento delle riforme previste, dei grandi progetti e dell’innovazione, così come il raggiungimento del 70% di obiettivi ancora pendenti. Si chiede dunque alla Commissione di istituire nuovi programmi, flessibili e in grado di adattarsi ai cambiamenti garantendo al contempo prevedibilità. Viene inoltre richiesta una proroga di 18 mesi per i progetti in fase avanzata.
Trasparenza e semplificazione
Nonostante i benefici a lungo termine del dispositivo per la ripresa e la resilienza sul PIL potrebbero superare da tre a sei volte le risorse spese, i deputati esprimono preoccupazione per il costo complessivo degli interessi sul capitale del Next Generation EU (NGEU). Chiedono un collegamento più chiaro tra traguardi, obiettivi e realizzazione concreta dei progetti, esortando la Commissione a tener conto delle raccomandazioni della Corte dei conti europea per eventuali strumenti futuri basati sulle performance, in particolare nell’ambito di un quadro finanziario pluriennale più mirato.
Nella risoluzione viene apprezzato il ruolo del quadro di valutazione del dispositivo RRF, ma si chiede l’inclusione di informazioni su appaltatori e subappaltatori e sui loro beneficiari effettivi. Servono inoltre procedure più semplici per le domande e la rendicontazione, così da favorire i piccoli beneficiari e migliorare l’uso dei fondi, affermano i deputati.
Dichiarazioni
Victor Negrescu (S&D, RO), correlatore per la commissione per i bilanci, ha dichiarato: “Dobbiamo assicurarci che ogni singolo euro venga speso correttamente, con trasparenza e generando un impatto positivo sui cittadini e sulle imprese. Se non agiamo ora, gli investimenti cruciali rischiano di rimanere incompiuti dopo la fine del dispositivo nell’agosto 2026. Dobbiamo accelerare l’attuazione, ridurre la burocrazia e sostenere i beneficiari. In qualità di relatore per i bilanci su questo dossier, ho promosso soluzioni concrete e chiesto una proroga di 18 mesi dei finanziamenti per i progetti maturi. Ho anche chiesto che i progetti incompiuti possano proseguire tramite altri strumenti dell’UE, come i fondi di coesione, InvestEU o un futuro fondo per la competitività, e che agli Stati membri sia consentito adattare più rapidamente e facilmente i propri piani nazionali di ripresa e resilienza, in linea con gli obiettivi del RRF. Non accettiamo soluzioni parziali. Oggi, il Parlamento invia un messaggio chiaro: siamo al fianco dei cittadini e lottiamo per il completamento dei progetti essenziali”.
Siegfried Mureşan (PPE, RO), correlatore per la commissione ECON: “Vogliamo che i fondi RRF portino benefici concreti ai cittadini. Per questo chiediamo una proroga di 18 mesi per i progetti maturi. Chiediamo inoltre di valutare come utilizzare i fondi RRF non spesi per le nuove priorità strategiche dell’UE, in particolare la competitività e la difesa. Di fronte alle crescenti tensioni geopolitiche, l’Europa deve agire con decisione per difendere i suoi cittadini”.
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