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il futuro del lavoro passa da sostenibilità e competenze


Entro il 2030, il mercato del lavoro sarà interessato da una profonda trasformazione strutturale. Il Future of Jobs Report 2025, pubblicato dal World Economic Forum, prevede la creazione di 170 milioni di nuovi posti di lavoro, pari al 14% dell’occupazione attuale, mentre 92 milioni di ruoli oggi esistenti verranno eliminati, corrispondenti all’8% del totale. Complessivamente, il 22% dei posti sarà soggetto a un cambiamento.

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Il rapporto, basato su un’indagine condotta su 803 aziende attive in 45 economie e rappresentative di oltre 11,3 milioni di lavoratori a livello globale, evidenzia che l’86% dei datori di lavoro considera i progressi nell’intelligenza artificiale e nell’elaborazione dei dati come i principali fattori di trasformazione del proprio modello di business. Seguono la robotica e l’automazione (58%) e le innovazioni nella produzione, stoccaggio e distribuzione dell’energia (41%). La digitalizzazione è indicata come un cambiamento inevitabile: secondo il 60% delle imprese, avrà un impatto decisivo sull’organizzazione del lavoro entro il 2030.

Accanto al progresso tecnologico, due ulteriori forze plasmeranno il futuro dell’occupazione: la transizione ecologica, che alimenta la domanda di competenze legate alla sostenibilità, alle energie rinnovabili e alla mobilità elettrica, e l’aumento delle tensioni geoeconomiche. Queste ultime stanno spingendo le imprese a rilocalizzare o rivedere le proprie catene del valore: il 34% prevede un impatto diretto dalla frammentazione e instabilità geopolitica, mentre il 23% segnala le restrizioni commerciali e il 21% i sussidi e le politiche industriali come fattori determinanti per la trasformazione aziendale.

La sostenibilità ambientale come leva occupazionale

La sostenibilità ambientale si conferma come una delle tendenze più trasformative nel mondo del lavoro. Il 47% dei datori di lavoro prevede che le strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici avranno un impatto diretto sull’organizzazione della propria attività. Un ulteriore 41% indica che anche l’adattamento climatico – dalla gestione delle risorse idriche all’adeguamento delle infrastrutture – modificherà in profondità i modelli produttivi.

Queste dinamiche stanno già favorendo la diffusione di nuovi ruoli professionali: tra le 15 professioni in più rapida crescita a livello globale nei prossimi cinque anni figurano ingegneri ambientali, tecnici delle energie rinnovabili, specialisti dei veicoli elettrici e autonomi, insieme a progettisti di sistemi per la mobilità sostenibile. Anche nei settori tradizionali – edilizia, energia, logistica, manifatturiero – la sostenibilità si afferma come competenza trasversale. Non è più appannaggio di pochi specialisti, ma è una leva strategica per generare occupazione qualificata, duratura e coerente con gli obiettivi ambientali.

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Lavoro e competenze: focus sull’Italia

Il Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum dedica un focus specifico all’Italia, evidenziando come il Paese sia già coinvolto nei principali cambiamenti che stanno trasformando il mercato del lavoro a livello globale. Di seguito, i principali dati:

  • 96% delle aziende italiane ha già avviato programmi legati all’intelligenza artificiale
  • 88% adotta politiche attive di diversità, equità e inclusione (DEI)
  • 38% delle competenze ritenute oggi fondamentali cambierà entro i prossimi cinque anni
  • 18% è il tasso previsto di turnover strutturale del mercato del lavoro entro il 2030

Fonte: Future of Jobs Report 2025, World Economic Forum

Le imprese alla prova delle competenze

Nonostante la crescente consapevolezza sull’importanza delle competenze, il Future of Jobs Report 2025 evidenzia un divario marcato tra intenzioni dichiarate e strategie operative. Il 63% dei datori di lavoro individua nella mancanza di competenze adeguate il principale ostacolo all’innovazione dei modelli di business. Eppure, solo il 50% delle imprese ha pianificato interventi strutturati di riqualificazione entro il 2030. Tra chi investe, il 29% dei lavoratori potrebbe essere aggiornato rimanendo nel proprio ruolo attuale, mentre un ulteriore 19% verrebbe riassegnato ad altre funzioni interne. Tuttavia, l’11% della forza lavoro globale è destinato a non ricevere alcuna formazione, rimanendo esposto al rischio di esclusione professionale.

Questa discrepanza tra consapevolezza e azione è controproducente perché le aziende che puntano su programmi di formazione continua, che valorizzano il benessere organizzativo e promuovono percorsi di crescita interna, risultano essere quelle più capaci di resistere alle oscillazioni del mercato nei momenti di crisi, nonché più attrattive per i talenti.

Future of Jobs Report 2025

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Il Future of Jobs Report 2025 racconta che le aziende che puntano sulla riqualificazione della forza lavoro dimostrano una maggiore capacità di attrarre e trattenere competenze strategiche, un elemento cruciale in un mercato altamente competitivo e in costante trasformazione.

A conferma di questa tendenza, l’85% dei datori di lavoro a livello globale prevede di dare priorità all’aggiornamento delle competenze; il 70% intende assumere personale con skill emergenti e il 50% punta a riassegnare i dipendenti da ruoli in declino a posizioni in crescita.

Anche le strategie per attrarre e trattenere personale qualificato si stanno evolvendo in questa direzione: il 64% degli intervistati individua nella tutela della salute e del benessere dei dipendenti una leva decisiva per attrarre e mantenere talenti qualificati.

L’intelligenza collettiva per un futuro più sostenibile

Aggregare, connettere e orientare verso un obiettivo di sviluppo comune e sostenibile tutti i componenti della società e del mercato è da sempre un obiettivo di Etica Sgr, società di gestione del risparmio che dal 2000 aderisce e promuove iniziative e campagne su tematiche ESG per creare con imprese, governi, istituzioni e cittadini un dialogo costruttivo capace di moltiplicare i comportamenti virtuosi e rafforzare, tramite la finanza etica, la capacità di futuro della società, nessuno escluso.

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In questo contesto, la transizione ecologica assume un ruolo strutturale non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale ed economico. Spinta da politiche climatiche ambiziose e da innovazioni nel settore energetico, essa sta catalizzando una vera e propria trasformazione del mercato del lavoro, generando nuove competenze e opportunità professionali. Come evidenzia il Forum per la Finanza Sostenibile nel documento “Verso una transizione giusta”, il passaggio verso un’economia decarbonizzata deve essere guidato da un approccio equilibrato e inclusivo, in grado di integrare:

  • Diritti umani e condizioni di lavoro dignitose, per evitare che i costi della transizione ricadano su fasce svantaggiate.
  • Equità territoriale, per garantire coesione tra aree geografiche diverse.
  • Un dialogo continuo e documentato con imprese, stakeholders e operatori finanziari

Etica Sgr, in qualità di investitore responsabile, ha scelto la transizione giusta e lavora per il perseguimento di uno sviluppo sostenibile che sia equilibrato tra ambiente e sociale, capace di perseguire obiettivi globali e nello stesso tempo evitare ingiustizie particolari.



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