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L’Umbria nel 2024: crescita moderata tra luci e ombre del sistema economico regionale


(UNWEB) Perugia. Oggi, presso la S.A.Di.Ba. (Palazzina B) in Strada S. Marco, la Banca d’Italia ha presentato in conferenza stampa i principali dati contenuti nell’annuale Rapporto “L’economia dell’Umbria”. Il documento offre un’analisi dettagliata sull’andamento dell’economia regionale nel 2024, con uno sguardo alle dinamiche settoriali, al mercato del lavoro, al credito e agli investimenti pubblici e privati.

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Il quadro macroeconomico Nel 2024, l’attività economica dell’Umbria ha registrato una crescita moderata: secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER), il PIL è aumentato dello 0,7%, in linea con la media nazionale. Tuttavia, la ripresa continua a essere ostacolata dalla debole dinamica dei consumi interni e dal rallentamento degli investimenti privati, a differenza di quelli pubblici, sostenuti dall’attuazione del PNRR. Il saldo negativo tra cessazioni e nuove iscrizioni d’impresa, per il secondo anno consecutivo, segna una discontinuità rispetto al dato medio nazionale. Le incognite geopolitiche e l’intensificarsi delle tensioni commerciali internazionali, insieme alla forte esposizione dell’Umbria verso il mercato statunitense, pongono ulteriori interrogativi sulle prospettive di breve termine. Rimangono infine irrisolte le debolezze strutturali, in particolare la stagnazione della produttività.

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Le imprese Il 2024 ha visto una ripresa della produzione agricola regionale, sostenuta da condizioni climatiche favorevoli. Meno positiva la performance dell’industria, dove la flessione degli ordinativi interni ha portato a una contrazione delle vendite, parzialmente compensata dalla ripresa dell’export. La fragilità del comparto manifatturiero si riflette nell’aumento delle richieste di Cassa integrazione. Nonostante margini di redditività elevati e migliori condizioni di finanziamento, le imprese umbre si mostrano prudenti sugli investimenti, frenate dall’incertezza economica e dal sottoutilizzo degli impianti. Il settore delle costruzioni ha proseguito nel suo trend positivo, sostenuto da una struttura produttiva più solida e dagli investimenti pubblici e post-sisma, che hanno compensato la contrazione degli incentivi all’edilizia privata. Nel terziario, la crescita è rimasta contenuta, ma il turismo ha continuato a espandersi, così come il ruolo dell’economia sociale, sempre più rilevante.

Il mercato del lavoro L’occupazione ha registrato un significativo incremento, inclusa quella autonoma, dopo anni di stagnazione. Il tasso di partecipazione ha toccato livelli record, mentre la disoccupazione è calata, in particolare tra i laureati. Nonostante l’attrattività dell’offerta universitaria umbra, il sistema locale fatica a trattenere i giovani talenti. Le trasformazioni introdotte dall’intelligenza artificiale si candidano a influenzare in modo marcato il mercato del lavoro regionale, che presenta un’esposizione elevata a queste tecnologie, sebbene lievemente inferiore alla media nazionale.

Le famiglie Il miglioramento del potere d’acquisto delle famiglie, trainato dall’aumento salariale e dal calo dell’inflazione, si è tradotto solo parzialmente in maggiore consumo. I beni durevoli, soprattutto le automobili, hanno beneficiato di un dinamismo più accentuato, favorito dal credito al consumo. Il mercato immobiliare ha registrato stabilità, con compravendite e mutui immobiliari fermi nonostante la riduzione dei tassi. Sul fronte del risparmio, le famiglie umbre hanno mostrato una preferenza per i titoli di Stato e i fondi comuni.

Il mercato del credito Nel 2024, il numero degli sportelli bancari in Umbria è ulteriormente diminuito. La contrazione del credito si è attenuata, ma continua a colpire in particolare le imprese, complice la minore domanda di finanziamenti. Le banche mantengono una politica di offerta prudente. La qualità del credito ha evidenziato segnali di peggioramento, soprattutto nella manifattura, pur rimanendo su livelli storicamente buoni.

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La finanza pubblica decentrata La spesa corrente degli enti locali è aumentata, trainata soprattutto dal costo del personale. In ambito sanitario, la spesa ha mostrato una dinamica più accentuata rispetto al resto del Paese. La mobilità sanitaria ha continuato a deteriorarsi, con flussi in entrata sempre più ridotti. Gli investimenti pubblici, invece, sono cresciuti in modo robusto, superando la media nazionale pro capite, grazie all’attuazione del PNRR e a un’elevata percentuale di gare già aggiudicate con cantieri avviati.

Crescita, produttività e innovazione Dal 2000 a oggi, l’Umbria ha accusato una dinamica economica negativa, peggiore rispetto al contesto nazionale. Le cause principali sono state una produttività in calo – la più accentuata tra le regioni italiane – e una ridotta capacità innovativa. La regione soffre per livelli ancora troppo bassi di spesa in ricerca e sviluppo, domande di brevetto e digitalizzazione, sia nel confronto italiano sia in quello europeo.

la sintesi del rapporto

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