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Napoli è…l’innovazione che migliora la vita


C’è chi immagina città più intelligenti, chi sperimenta nuovi materiali, chi progetta soluzioni per ridurre gli sprechi d’acqua, migliorare la mobilità, curare in modo più efficace. Tutti hanno in comune una cosa: credono che l’innovazione serva se migliora la vita di qualcuno. A loro è dedicato l’Innovation Village Award 2025, il premio che ogni anno, a Napoli, chiama a raccolta chi lavora – spesso lontano dai riflettori – per dare forma a un’idea di futuro più sostenibile.

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L’anno scorso il premio fu vinto da Limitless che propose la carrozzina verticale alla moda, un’idea di Alessio Sansò che da Lecce portò la sua esperienza personale nel voler uscire dalla dimensione e dallo stigma di “ragazzo sulla sedia a rotelle”. E poi sono stati premiati Giancarlo Abbate di Napoli con CapTop per il risparmio energetico degli ascensori condominiali; Livio Ascione di Benevento per Genia, piattaforma per l’apprendimento online basata sull’IA conversazionale; Italo Pasotti per il progetto Niver che integra tecnologie digitali avanzate in oggetti di uso quotidiano, trasformandoli in dispositivi smart capaci di comunicare informazioni mediche vitali in caso di emergenza. E tanti altri ancora che hanno potuto presentare le proprie idee ed essere supportati nello svilupparle. Ora il bando è aperto fino al 31 luglio. Possono partecipare ricercatori, start-up, professionisti, associazioni, piccole imprese, spin-off universitari. L’importante è presentare una tecnologia, un prodotto o una soluzione già testata, anche solo come prototipo.

L’ALLEANZA
Dietro l’iniziativa c’è un’alleanza solida tra enti pubblici e privati: Knowledge for Business, ASviS, Enea, con il sostegno di Optima Italia. In palio ci sono circa venti premi, dai 5mila euro destinati al vincitore assoluto ai tanti riconoscimenti tematici. È una gara, ma anche un allenamento collettivo, perché il percorso del Premio è pensato come una palestra. Dopo la selezione, che porterà a individuare i 24 finalisti (tre per ciascuno degli otto ambiti tematici), si entra nel vivo: sessioni di coaching, incontri online, preparazione al pitch. Si lavora non solo sul “cosa”, ma sul “come”: come raccontare un’idea, come renderla comprensibile, come mostrarne il valore. Perché anche la migliore innovazione, se resta chiusa in un cassetto, non serve a nessuno.

A novembre, a Napoli, la fase finale. I progetti selezionati si sfidano in pitch da quattro minuti davanti a una platea composta da esperti, partner, investitori. È la cosiddetta fase a gironi, dove ogni partecipante ha l’occasione di raccontare la propria idea. I migliori otto passeranno poi alla fase successiva: il Torneo Optima Italia, un confronto diretto che ricorda i tabelloni sportivi, con quarti, semifinali e finale. Una sfida a colpi di ingegno e di visione.

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I RICONOSCIMENTI
I premi dell’edizione 2025 toccano numerosissimi ambiti. Si va dai 3mila euro del Premio Optima, riservato a chi lavora sullo stoccaggio energetico urbano, al programma di accelerazione offerto da Materias per i nuovi materiali. E ancora le smart city con EAV (Ente Autonomo Volturno), le nuove applicazioni per il packaging alimentare con Flex Packaging, l’ambiente con ABC (Acqua Bene Comune) Napoli, la tutela e la valorizzazione della proprietà intellettuale con Bugnion, la Space Economy con DAC (Distretto Aerospaziale Della Campania), il superamento del gap di genere con Associazione Donne 4.0, i servizi innovativi e tecnologici con Atlas, l’healthcare con EIT Health. Alcuni offrono denaro, altri mentorship, consulenze, percorsi personalizzati, come Innovup, Sellalab, Enea e 012factory. Ma chi partecipa sa che il vero vantaggio sta altrove: nell’essere finalmente ascoltati. Nell’avere davanti qualcuno che non chiede solo se un’idea funziona, ma se può davvero servire. 

L’INCONTRO
Per questo la giornata finale sarà anche un momento di incontro: uno spazio di networking con incontri business-to-business, confronti informali, chiacchiere tra una sessione e l’altra. Una piccola comunità temporanea fatta di innovatori, imprenditori, curiosi e addetti ai lavori.
L’Innovation Village Award è un ecosistema che cresce dal basso. Negli anni il Premio si è ritagliato un posto nel panorama nazionale. È diventato un punto di riferimento per chi fa innovazione nel Mezzogiorno e non vuole andarsene, o per chi è partito e cerca un ponte per tornare. 
«In dieci anni Innovation Village ha creato a Napoli un terreno fertile per l’innovazione contribuendo a trasformare la città in un punto di riferimento nazionale per il dialogo tra ricerca, impresa e istituzioni – sostiene Annamaria Capodanno, direttrice della manifestazione – è un catalogo di mille innovazioni sostenibili sulle traiettorie tecnologiche principali che vanno dall’ambiente all’energia, ai materiali innovativi, alla salute realizzate da startup, pmi e gruppi di ricerca provenienti da tutta Italia. E ancora l’opportunità di confrontarsi con altre aziende e svilupare i progetti, di farsi conoscere da un network costituito da grandi player».

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