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Cbam, Parlamento europeo e Consiglio siglano un accordo politico. Soddisfatta la Commissione Ue


«Questo accordo è una vittoria sia per la politica climatica che per la competitività delle nostre aziende». Wopke Hoekstra è soddisfatto del risultato. Il commissario europeo per l’Azione per il clima parla subito dopo che il Parlamento europeo e il Consiglio hanno siglato un’intesa riguardante la proposta della Commissione Ue di semplificare e rafforzare il meccanismo di aggiustamento alle frontiere per il carbonio (Carbon border adjustment mechanism, Cbam) in ambito comunitario. «Abbiamo siglato un accordo a tempo di record che esenta il 90% delle aziende dal Cbma, pur catturando il 99% delle emissioni – sottolinea Hoekstra – questa semplificazione era il passo necessario prima di rafforzare il Cbam».

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L’iniziativa aveva preso le mosse mesi fa. Il 26 febbraio scorso, la Commissione ha proposto semplificazioni al regolamento sul meccanismo di aggiustamento alle frontiere per il carbonio al fine di ridurre gli oneri amministrativi per le imprese, pur mantenendo la funzionalità della misura complessiva. L’aspetto chiave della proposta che ora ha ottenuto luce verde è una nuova soglia di esenzione di 50 tonnellate per le merci Cbam. Ciò significa che le aziende che non superano una soglia unica basata sulla massa, fissata a 50 tonnellate di merci importate per importatore all’anno, sono esenti dagli obblighi Cbam. La misura proposta si applicherà quindi principalmente alle piccole e medie imprese e ai privati, che importano quantità piccole o trascurabili di merci coperte dal regolamento Cbam. Da Bruxelles sottolineano che in quanto risultato del Clean Industrial Deal, quello raggiunto finora è un importante contributo per stimolare la competitività dell’Ue e sbloccare il pieno potenziale economico e la capacità di investimento delle aziende europee.

Sottolineano sempre da Bruxelles che la semplificazione su cui si trovano favorevoli tutti i vertici comunitari mira a migliorare la conformità del regolamento Cbam in modo efficiente dal punto di vista dei costi, senza compromettere gli obiettivi climatici. Circa il 99% delle emissioni dei beni Cbam importati sarebbe infatti ancora coperto. L’obiettivo generale è quello di ridurre gli oneri normativi e amministrativi e i costi di conformità per le imprese dell’Ue, in particolare per le Pmi.

Inoltre, la proposta della Commissione Ue su cui hanno trovato un accordo Europarlamento e Consiglio contiene diverse semplificazioni per tutti gli importatori di beni Cbam al di sopra della soglia. Ciò riguarda in particolare la procedura di autorizzazione, i processi di raccolta dei dati, il calcolo delle emissioni incorporate, le regole di verifica delle emissioni, il calcolo della responsabilità finanziaria dei dichiaranti Cbam autorizzati (soggetti che intendono importare merci soggette al Cbam) durante l’anno di importazione nell’Ue e la richiesta da parte dei dichiaranti Cbam autorizzati dei prezzi del carbonio pagati nei Paesi terzi.

Il Parlamento europeo e il Consiglio devono ora adottare formalmente il pacchetto prima che possa entrare in vigore. Cosa che avverrà 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue.

Il Cbam si trova attualmente nella fase transitoria, mentre quella definitiva inizierà il 1° gennaio 2026. Questa semplificazione, concludono da Bruxelles, è un primo passo necessario prima di una revisione più completa del Cbam che sarà effettuata nel corso dell’anno e sarà accompagnata da una proposta legislativa che estenderà il meccanismo ai prodotti a valle della produzione e introdurrà ulteriori misure antielusione delle norme. La Commissione Ue, viene fatto sapere, sta esaminando anche come prevenire il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio all’esportazione sui prodotti Cbam.

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