Donne, giovani e microcredito: con Caffè Borbone, ofi e il Mwanyi Project il caffè in Uganda è inclusivo e rigenerativo

Il progetto Mwanyi Women and Youth Project coinvolge 1.000 produttori (70% donne), offrendo formazione, microcredito e vivai per un futuro agricolo sostenibile

Riccardo Liguori

20 Giugno 2025

@Canva

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Nel sud-ovest dell’Uganda, tra i distretti di Ibanda e Bushenyi, il caffè non è solo una risorsa economica, ma anche uno strumento di emancipazione sociale. È questo l’obiettivo del Mwanyi Women and Youth Project, l’iniziativa quinquennale promossa da Caffè Borbone e ofi (Olam Food Ingredients), che dal 2022 sta trasformando la filiera del caffè in chiave inclusiva e sostenibile.

Tre anni dopo il lancio, il progetto ha già coinvolto 1.000 piccoli produttori – per il 70% donne – fornendo formazione agronomica e finanziaria, accesso a vivai e microcredito, oltre a opportunità imprenditoriali per i più giovani. Non si tratta solo di un intervento agricolo, ma di un’azione mirata a rafforzare l’autonomia economica di intere comunità rurali, storicamente escluse dai circuiti di sviluppo.

Tra i risultati raggiunti figurano la creazione di 20 gruppi di risparmio (VSLA) con quasi 600 membri, l’avvio di quattro vivai capaci di produrre oltre 50.000 piantine e la formazione di 23 giovani agronomi che supportano oltre 2.800 coltivatori.

Il contesto non è semplice: sebbene l’Uganda sia il primo produttore africano di caffè Robusta e il secondo nel continente per quantità totale, il settore rimane frammentato e vulnerabile, in gran parte legato all’export e segnato da una bassa cultura del consumo interno. Circa un terzo della popolazione nazionale vive di coltivazione del caffè, e il cambiamento climatico rende la stabilità economica ancora più incerta.

È in questo scenario che il progetto Mwanyi cerca di incidere in profondità. I programmi formativi coprono temi come la gestione del suolo, la fertilità, l’essiccazione, lo stoccaggio e le pratiche rigenerative. I vivai, gestiti da giovani agricoltori, non sono solo luoghi di coltivazione, ma veri e propri presidi imprenditoriali locali. L’obiettivo è rendere la filiera più autonoma, resiliente e adatta alle nuove normative internazionali, come il regolamento EUDR (il cui obiettivo principale è ridurre l’impatto dei consumi europei sulla deforestazione globale).

Parallelamente, l’introduzione del microcredito ha aperto nuove possibilità, soprattutto per le donne. Attraverso i gruppi di risparmio, molte hanno avviato piccole attività integrative, come l’allevamento o l’artigianato tessile. Secondo Marco Schiavon, amministratore delegato di Caffè Borbone, “alcune evidenze mostrano come le persone coinvolte nel programma stiano migliorando il proprio reddito, con ricadute positive sulla qualità della vita loro e delle loro famiglie”.

Un altro fronte su cui si sta lavorando è l’educazione finanziaria. I corsi insegnano a registrare i risparmi, monitorare la produttività e gestire prestiti. Un passo importante verso l’indipendenza economica, specialmente in un Paese dove l’accesso ai servizi bancari resta limitato.

Per Alessandro Mazzocco, general manager Caffè di ofi, il futuro richiederà ancora più impegno: “Continueremo il nostro percorso con un focus ancora maggiore sull’educazione finanziaria e sulle pratiche agricole rigenerative”. L’azienda punta a coinvolgere 60.000 donne e 15.000 giovani nel settore entro il 2030, nell’ambito della strategia Choices for Change.

Nei prossimi due anni, l’attenzione si sposterà sull’espansione dei vivai, la creazione di nuovi punti vendita di input agricoli gestiti da giovani e il monitoraggio dei dati tramite il sistema OFIS, per valutare impatti ambientali e sociali. Una sfida che punta a stabilire non solo un modello di produzione sostenibile, ma anche un’economia più equa per le nuove generazioni.

Nel cuore dell’Africa orientale, il caffè diventa così terreno di sperimentazione sociale. Non con slogan, ma con investimenti, formazione e strumenti concreti, capaci di radicare un cambiamento duraturo nella quotidianità di chi coltiva ogni giorno il futuro.

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