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Radio. USA: FCC riconosce difficoltà stazioni AM ed FM e riduce annual regulatory fees che sostengono spese per Media Bureau per 2025


Negli Stati Uniti il regolatore delle telecomunicazioni FCC estende al 2025 un nuovo taglio delle fees annuali per i broadcaster AM/FM, mentre si prepara a spostare il peso fiscale su OTT e telecomunicazioni mobili.
Riconoscimento di un settore sottoposto ad erosioni dei ricavi da parte delle piattaforme di streaming on demand a fronte di oneri in crescita per sostenere la multipiattaforma.

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Sintesi

La Federal Communications Commission (FCC) ha proposto per il 2025 una riduzione del 4% delle regulatory fees annuali per le radio AM e FM negli Stati Uniti, consolidando il trend già avviato nel 2023 (-6%) e proseguito nel 2024 (-4%).
La misura punta a sostenere un settore broadcast tradizionale in difficoltà per via della concorrenza crescente da parte delle piattaforme di streaming.
La riduzione delle fees, contenuta nella Notice of Proposed Rulemaking n. 24-86, si inserisce in una più ampia revisione del budget FCC (390 milioni di dollari), che prevede una redistribuzione degli oneri regolatori: meno carico per i media legacy, più oneroso invece per i settori con maggiore capacità economica (OTT, banda larga, mobile).
Restano però da chiarire le modalità esatte di realizzazione di questo riequilibrio.
Parallelamente, dal 2025 verranno eliminate le esenzioni Covid per le stazioni inattive, che dovranno presentare formale richiesta di esonero con documentazione aggiornata, in nome della parità di trattamento.
La NAB (National Association of Broadcasters) ha accolto positivamente la decisione di riduzione, ma chiede una revisione strutturale del metodo di calcolo delle fees, ritenuto oggi penalizzante per le emittenti tradizionali rispetto ai player digitali, ormai dominanti.
Il pagamento delle fees è previsto entro il 01/10/2025, ma la consultazione pubblica sul provvedimento resterà aperta fino al 15/07/2025 (con eventuali repliche entro il 29/07/2025).
Un’iniziativa che possa rappresentare un modello ispiratore anche per l’Europa, e in particolare per l’Italia, dove le radio – soprattutto locali – denunciano da tempo un disequilibrio tra costi crescenti e ricavi in calo, aggravato dalla necessità di operare su molteplici piattaforme.
La mossa della FCC viene letta come un riconoscimento del valore della radio lineare nel garantire informazione locale, coesione e pluralismo, e un segnale politico verso una possibile riforma regolatoria in ambito internazionale.

Il quadro della situazione

La Federal Communications Commission (FCC), il regolatore delle comunicazioni USA, ha proposto una riduzione del 4% nelle annual regulatory fees per le radio AM e FM anche nel 2025.

Under pression

Una decisione che, infatti, replica e consolida il trend inaugurato in precedenza e finalizzato a sostenere il mercato broadcast analogico, sempre più sotto pressione per la concorrenza (editoriale e commerciale) delle piattaforme di streaming on demand.

Un secondo anno consecutivo di ribasso

La proposta dell’agenzia governativa – con carattere di autorità amministrativa indipendente – degli Stati Uniti d’America, contenuta nella Notice of Proposed Rulemaking n. 24-86 – risalente ad agosto 2024, ma pubblicata a fine maggio 2025 -, prevede una riduzione generalizzata delle tariffe annuali a carico delle stazioni radiotelevisive.

-4% nel 2024 dopo il -6% del 2023

In particolare, le emittenti radio AM e FM vedranno un sensibile riduzione delle regulatory fees intorno al 4% per l’anno fiscale 2024, che si chiuderà il prossimo 30 settembre.

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Riduzione delle fees per sostenere il comparto

La misura arriva dopo un già significativo contenimento delle fees, compreso tra il 5% e il 7%, introdotto nel 2023 ed è interpretato dagli analisti del comparto come un segnale di maggiore attenzione della FCC alle difficoltà economiche del settore radiofonico, colpito duramente prima dalla pandemia e poi dalla contrazione degli investimenti pubblicitari e dall’erosione dell’audience lineare da parte delle big tech ed in generale dalle piattaforme di streaming on demand (lineare e podcast).

Redistribuzione dei costi

Il taglio proposto è frutto di una revisione interna dei criteri di ripartizione del budget operativo della FCC, che per l’anno fiscale 2024 ammonta a circa 390 milioni di dollari. Di questi, 55 milioni sono imputati al Media Bureau, responsabile della supervisione delle emittenti radiofoniche e televisive.

Media tradizionali alleggeriti, ma aumentano gli oneri per altri settori

Per mantenere invariato il livello complessivo di raccolta, il regolatore delle tlc americano intende redistribuire il peso delle regulatory fees tra i diversi settori sottoposti a licenza federale, spostando parte dell’onere dai media legacy (radio e tv broadcast) verso comparti a maggior capacità contributiva, come quelli OTT, della banda larga e delle telecomunicazioni mobili.

Dettagli da chiarire

La FCC non ha tuttavia ancora chiarito nei dettagli in che misura tali comparti vedranno aumentare la loro contribuzione. L’equilibrio tra equità contributiva e sostenibilità economica del sistema resta quindi un nodo delicato, che sarà oggetto di confronto nelle consultazioni pubbliche aperte fino al 15/07/2025.

Fine delle esenzioni Covid: dal 2025 stop ai trattamenti di favore per le stazioni inattive

Accanto alla proposta di riduzione delle fees per il 2025, la FCC ha annunciato anche l’intenzione di revocare, a partire dall’anno fiscale 2025, le esenzioni straordinarie concesse alle stazioni dark (cioè temporaneamente spente o inattive) durante la pandemia.

Le stazioni dark

Nel corso del biennio 2020-2022, infatti, molte stazioni radio – in particolare le più piccole o le comunitarie – avevano beneficiato di un’esenzione automatica dal pagamento delle tasse annuali in ragione dell’impatto economico del Covid-19. Dal prossimo anno, invece, anche queste emittenti dovranno presentare formale istanza di esonero, corredata da documentazione contabile aggiornata, come già avviene per gli altri operatori. La decisione mira a ristabilire un principio di parità di trattamento e a evitare che le regulatory fees perdano efficacia come strumento di monitoraggio del mercato attivo.

La posizione della NAB: “Serve più equità. Il modello di calcolo va aggiornato”

La National Association of Broadcasters (NAB), principale associazione di categoria delle emittenti statunitensi, ha accolto con favore la riduzione delle fees, ma ha ribadito la necessità di un intervento strutturale sulla formula matematica utilizzata dalla FCC per determinare gli oneri annuali.

Metodologia penalizzante

Secondo la NAB, l’attuale metodologia penalizzerebbe le emittenti radiotelevisive tradizionali rispetto ai nuovi player digitali, che occupano ormai un ruolo dominante nell’ecosistema dei media ma che non sostengono, in proporzione, lo stesso carico regolatorio.

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Riequilibrio

La proposta avanzata dal sindacato di categoria punta a una riforma che tenga conto non solo della capacità economica degli operatori, ma anche del loro effettivo utilizzo delle risorse regolamentate e del loro impatto sul mercato.

Scadenze e iter: pagamento entro ottobre, ma la consultazione resta aperta

Il pagamento delle annual fees dovrà essere effettuato entro il 01/10/2025, data di chiusura dell’anno fiscale federale. Tuttavia, il processo regolamentare non è ancora concluso.

Consultazione pubblica

Come previsto dalla prassi FCC, la Notice of Proposed Rulemaking è soggetta a un periodo di consultazione pubblica: gli operatori e le parti interessate potranno inviare osservazioni fino al 15/07/2025, mentre eventuali repliche dovranno essere depositate entro il 29/07/2025.

Docket n. 24-86

Il procedimento (docket n. 24-86) è consultabile attraverso il portale ECFS della FCC e potrebbe subire modifiche qualora emergano istanze particolarmente rilevanti da parte dei soggetti coinvolti.

Un modello esportabile?

Sebbene le regulatory fees statunitensi non trovino un corrispettivo diretto nel sistema italiano – dove le emittenti radiofoniche analogiche versano canoni concessori al Ministero delle Imprese e del Made in Italy ed un contributo annuale per il mantenimento della Agcom (probabilmente l’onere più simile alle fees della FCC) – la politica di contenimento dei costi operativi per i media legacy potrebbe rappresentare un precedente utile per un dibattito europeo.

Sproporzione tra ricavi sempre più ridotti ed oneri in aumento

In Italia, le radio (in particolare quelle locali) lamentano infatti da anni una sproporzione tra gli oneri imposti ed i margini operativi sempre più ridotti a causa dell’erosione del mercato pubblicitario da parte delle piattaforme di streaming on demand mondiali e della necessità di presidiare più vettori (FM/DAB+/DTT/sat/IP) per essere seguiti compiutamente da un’utenza progressivamente differenziata quanto a device.

Nuovi e vecchi player

Un’azione simile a quella intrapresa dalla FCC, finalizzata a riequilibrare il rapporto tra vecchi e nuovi player, potrebbe dunque aprire la strada a una riforma condivisa anche a livello comunitario.

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Piccoli segnali, grandi implicazioni

La proposta della FCC di ridurre le tariffe annuali per le radio AM e FM è solo un tassello nella più ampia discussione sul futuro del comparto radiotelevisivo. Ma il fatto che, per il secondo anno consecutivo, l’ente regolatore statunitense scelga di alleggerire il peso impositivo sulle spalle delle emittenti tradizionali non è privo di significato.

Riconoscimento indiretto del ruolo centrale della radio lineare

Si tratta di un riconoscimento, sia pur indiretto, del ruolo ancora centrale che la radio lineare tradizionale svolge in termini di informazione locale, coesione sociale e pluralismo. E di un invito, forse, anche per i regolatori europei a ripensare strumenti e criteri alla luce delle trasformazioni digitali in corso. (G.M. per NL)



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