Un altro caso di frode informatica colpisce un’azienda veneta, vittima della tecnica del “business email compromise”, che consiste nel falsificare comunicazioni aziendali per sottrarre denaro. Un episodio che si inserisce in un trend allarmante: secondo l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, tra il 2019 e il 2023 i reati informatici in Veneto sono cresciuti del 63,7%, contro una media nazionale del +45,5%.
A livello nazionale, il 15,8% delle imprese ha subito incidenti informatici che hanno causato interruzioni dei servizi, danni ai dati o la divulgazione di informazioni riservate. L’Italia si colloca al sesto posto tra i 24 Paesi dell’Unione Europea per incidenza di reati informatici, con 55 casi ogni 100 mila abitanti, ben sopra la media UE (33), e davanti a nazioni come Francia, Germania e Spagna.
Le difficoltà non si fermano qui. Il 22,8% delle imprese italiane denuncia problemi nel reperire figure professionali specializzate in cybersecurity: è il valore più alto tra i grandi Paesi europei. La carenza è ancora più marcata per i profili tecnici come progettisti e amministratori di sistema, difficili da trovare nel 63,7% dei casi.
Ma la crescita digitale è inarrestabile. Tra il 2019 e il 2024, i settori ICT in Italia hanno registrato un aumento del valore aggiunto del 21,5%, a fronte del 6,2% della media dell’economia. Le imprese digitali attive – in ambiti come e-commerce, software e web services – sono 156.859 a fine 2024, di cui 12.454 artigiane, in aumento sia rispetto al 2023 che al 2019, nonostante il calo generale dell’imprenditoria.
Anche l’uso dei servizi finanziari digitali è in forte espansione: gli accessi a home e corporate banking sono cresciuti del 25,8% negli ultimi cinque anni. Nello stesso periodo, i pagamenti tramite POS sono quasi raddoppiati, passando dall’8,3% al 15,7% del valore aggiunto.
In questo scenario di crescente digitalizzazione, la cybersicurezza emerge come leva strategica. L’83,1% delle imprese italiane la considera una priorità, ma solo il 32,2% adotta almeno 7 delle 11 misure di sicurezza previste, un dato sotto la media UE (38,5%), anche se in miglioramento rispetto al 28% del 2022.
“L’economia digitale rappresenta un’opportunità, ma senza protezione rischiamo di perdere fiducia e competitività. In Veneto le imprese adottano con entusiasmo tecnologie digitali, ma occorre potenziare la sicurezza e la formazione”, afferma Fabio Cerisara, presidente regionale della Federazione Comunicazione di Confartigianato Imprese Veneto.
A fargli eco, Cristian Veller, vicepresidente di Confartigianato Imprese Vicenza, che sottolinea: “Le PMI investono in tecnologie, ma spesso sottovalutano l’importanza della preparazione del personale. Le minacce sono sempre più sofisticate e fanno leva soprattutto sull’inganno psicologico. Serve un’educazione digitale diffusa”. Veller cita il caso recente di una società vicentina truffata per 150mila euro come esempio della vulnerabilità del sistema. “Il Digital Innovation Hub può offrire alle imprese percorsi formativi e consulenze di alto profilo per rafforzare la cultura della sicurezza digitale”, conclude.
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