Il settore degli impianti di climatizzazione sta vivendo una fase di grandi trasformazioni, in parte dovute alla riduzione degli incentivi e alle difficoltà incontrate dagli utenti nel affrontare le nuove tecnologie. La crescente complessità delle richieste di rinnovo degli impianti, con un occhio di riguardo all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale, rende fondamentale capire come sta evolvendo il mercato e il lavoro dei tecnici specializzati. Ne parliamo con Daniele Clerici, titolare di DeltaT Service, società di manutenzione di impianti, che ci aiuta a fare luce sulle attuali dinamiche del settore.
Come hanno cambiato il mercato gli incentivi per impianti di climatizzazione
Con l’introduzione dei superbonus, il mercato degli impianti di climatizzazione ha subito un vero e proprio scossone. Gli incentivi fiscali hanno determinato una rivoluzione non tanto negli impianti stessi, quanto nella metodologia con cui si riscalda e si raffredda l’acqua destinata alla climatizzazione estiva e invernale. La sostituzione delle vecchie caldaie con sistemi più efficienti a fonti rinnovabili, come pompe di calore e sistemi ibidi, ha rappresentato una svolta importante, ma anche complessa da implementare.
Daniele Clerici spiega: «L’incentivazione, come il 110%, è stato un modo per introdurre tecnologie più avanzate, anche se spesso costose. Si trattava di un incentivo fondamentale perché molti utenti, specialmente in edifici storici o in centri urbani con spazi limitati, non avevano alternative alla sostituzione. Tuttavia, l’installazione di sistemi ibridi o pompe di calore coinvolge costi elevati e necessita di interventi strutturali importanti, come il miglioramento dell’impianto elettrico e modifiche all’allaccio. Più che la tecnologia in sé, spesso il vero ostacolo è rappresentato dai costi e dalla complessità di intervento.»
Le sfide nella sostituzione e nel mantenimento degli impianti
Inoltre, con la fine degli incentivi principali, il mercato degli impianti energetici si sta rivelando sempre più difficile. «Gli incentivi del 50% e del 65% hanno stimolato un aumento della domanda di installazioni di impianti più efficienti, ma oggi molti clienti sono meno propensi a investire somme considerevoli senza un sostegno fiscale adeguato», sottolinea Clerici. «La sostituzione di una caldaia con una pompa di calore può arrivare a costare tre, quasi quattro volte di più, rispetto a una semplice sostituzione tradizionale. La portata economica di questo investimento scarica gran parte della domanda, che si riduce sensibilmente senza adeguati incentivi.»
C’è anche qualche vantaggio? «Se l’impianto viene progettato e installato correttamente, i benefici ci sono e si vedono nel lungo termine», risponde il tecnico. «Ma spesso l’obiettivo di installare sistemi ibridi o pompe di calore viene compromesso da una scarsa informazione o dalla non corretta gestione post-operatoria, che può minare i risultati attesi.»
Le criticità nella gestione e nel controllo del mercato
Uno dei problemi principali riguarda anche il settore dell’installazione, che rischia di essere sovraccarico di lavori irregolari o non certificati. «Molti clienti acquistano condizionatori in centri commerciali, e spesso si affidano a installatori non abilitati o non certificati, anche perché il risparmio iniziale è molto allettante», commenta Clerici. «Questa situazione favorisce lavoro sommerso e attività di scarsa qualità, con rischi elevati per la sicurezza e per il rispetto delle normative, come quella del portale F-Gas.»
A questo si aggiunge una normativa che richiede continui aggiornamenti e certificazioni: «Le imprese più strutturate si sono dovute adeguare, sostenendo costi elevati in formazione e organizzazione, che si riflettono inevitabilmente sui prezzi al cliente. La competizione con il lavoro irregolare e il risparmio momentaneo può mettere in crisi le aziende regolari e certificate», conclude il tecnico.
Quale futuro per gli impianti di climatizzazione e i professionisti del settore?
Il futuro del settore dipende anche dal cambio di mentalità e di cultura tra installatori e utenti. «Per evitare un vero e proprio rallentamento nella transizione verso tecnologie più efficienti e sostenibili, è fondamentale che installatori, manutentori e utenti collaborino con un approccio più consapevole e informato», afferma Clerici. «Gli investimenti devono essere valorizzati attraverso una corretta progettazione, installazione e manutenzione dei sistemi, e questo richiede che le imprese siano sempre più aggiornate, non solo tecnologicamente, ma anche come conformità normativa e qualità del servizio. Solo così si potrà preservare la competitività delle aziende regolari e garantire ai clienti interventi di alta qualità e sicurezza.»
Inoltre, è auspicabile un sostegno più stabile da parte delle politiche pubbliche, con incentivi duraturi che permettano di pianificare interventi strategici e non limitati ai provvedimenti temporanei. «Il settore degli impianti di climatizzazione ha ampio potenziale di crescita, ma necessita di un cambio di passo anche sotto il profilo culturale e organizzativo», conclude Daniele Clerici. «Solo così si potrà affrontare la sfida della riqualificazione energetica, garantendo lavori fatti bene, norme rispettate e clienti soddisfatti, contribuendo a un futuro più sostenibile.»
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