È stato presentato nel pomeriggio di oggi, nella prestigiosa cornice di Palazzo Dolfin Manin, il rapporto annuale “L’economia del Veneto” della Banca d’Italia. All’incontro erano presenti numerose autorità civili e militari, tra cui il prefetto Darco Pellos. Per l’Amministrazione comunale hanno partecipato la consigliera Silvia Peruzzo Meggetto e l’assessore al Turismo Simone Venturini.
Il documento analizza l’andamento dell’economia regionale nel corso del 2024, evidenziando una fase di rallentamento legata all’instabilità geopolitica e alle incertezze sulle prospettive globali. Secondo l’indicatore ITER, il prodotto regionale lordo è aumentato dello 0,5%, una crescita inferiore rispetto al dato nazionale (+0,7%). Il Ven-ICE, altro indicatore di riferimento, ha mostrato segnali negativi per gran parte dell’anno, riflettendo la contrazione dell’industria manifatturiera, pur lasciando intravedere un timido miglioramento nei primi mesi del 2025.
Nel dettaglio, il settore manifatturiero ha registrato una contrazione dell’1,4%, con performance negative diffuse a quasi tutti i comparti, ad eccezione di alimentari e bevande. Le esportazioni venete sono calate più della media italiana, risentendo in particolare della forte esposizione verso la Germania. Tuttavia, una quota significativa (9%) delle vendite estere è diretta agli Stati Uniti, dove comparti come occhialeria, vino e gioielleria restano vulnerabili alle fluttuazioni tariffarie.
Più dinamico è apparso il comparto delle costruzioni, spinto da investimenti collegati al PNRR e ai prossimi Giochi Olimpici Invernali del 2026. Il turismo ha continuato il suo percorso di ripresa, soprattutto grazie alla domanda internazionale e all’ospitalità extra-alberghiera. Le città d’arte hanno ormai raggiunto i livelli pre-pandemici, sebbene le località termali risultino ancora in ritardo.
Le imprese, pur operando in un contesto sfavorevole, hanno mantenuto una buona redditività, favorita da una struttura finanziaria più solida rispetto al passato. La domanda di credito resta contenuta, ma si segnala un calo dei tassi di interesse, in linea con l’orientamento della politica monetaria.
Sul versante del lavoro, il 2024 ha segnato una fase di stabilizzazione dopo due anni positivi: si è assistito a un calo degli occupati nei servizi, a fronte di un aumento nell’industria e nelle costruzioni. I redditi familiari e i consumi sono cresciuti, sostenuti dall’inflazione in discesa (1,3%) e da mutui meno onerosi.
Nel sistema creditizio, prosegue la transizione verso il digitale, con una riduzione dell’uso del contante. La qualità del credito resta nel complesso stabile, nonostante un lieve peggioramento dei prestiti alle imprese.
Chiudono il quadro gli enti territoriali, che confermano una buona tenuta finanziaria. La spesa pubblica locale è aumentata, in particolare quella in conto capitale e in ambito sanitario, grazie anche ai fondi messi a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
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