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cosa cambia con i correttivi


Si torna a parlare di Irpef, la principale tassa sui redditi in Italia, perché il governo ha deciso di intervenire per una corretta applicazione delle norme introdotte dalle manovre fiscali negli ultimi anni. Al centro dell’attenzione ci sono gli acconti Irpef: secondo una norma infatti, su questi versamenti si applicava ancora un sistema a 4 aliquote, anche se quello a tre scaglioni è stato confermato per il 2025.

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Questa incongruenza è stata segnalata al governo gli scorsi mesi da diversi centri CAF e sindacati, soprattutto perché aveva come conseguenza un innalzamento delle tasse per i contribuenti, che non ha ragione d’essere. Il ministero dell’Economia e delle Finanze è intervenuto prontamente per correggere tali norme, andando ad adeguare tutte le tasse da pagare, quindi anche il primo acconto, al sistema Irpef a tre scaglioni.

Con la legge 19 giugno 2025, n. 86 pubblicata in Gazzetta Ufficiale viene definitivamente confermata la modifica sugli acconti Irpef 2025, con allineamento tra la vecchia regola straordinaria e quella attuale resa strutturale.

Acconto Irpef 2025: le criticità

Nello specifico, la questione riguardava il dislivello normativo che ha lasciato gli acconti Irpef con la vecchia norma dei 4 scaglioni. I centri Caf e i sindacati dei lavoratori hanno segnalato che molti lavoratori dipendenti si sono trovati di fronte al versamento di tasse aggiuntive dovute all’applicazione delle vecchie regole per gli acconti.

Al centro ci sarebbe l’articolo 1, comma 4, del d.lgs. 30 dicembre 2023, n. 216, per cui l’aliquota Irpef che coinvolge i redditi da 15.000 a 28.000 euro, con riduzione dal 25% al 23% e conseguente modifica alle detrazioni fiscali, non verrebbe correttamente applicata per calcolare l’acconto 2024 e 2025 da versare al fisco. In questi casi quindi si terrebbe ancora il vecchio sistema a quattro aliquote del 2023.

Dato che la legge di bilancio 2025 ha però confermato l’applicazione delle tre aliquote in modo strutturale, quindi non più come misura strettamente straordinaria e temporanea, è stato richiesto al governo di intervenire per correggere questo dislivello normativo.

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Acconto Irpef 2025: i correttivi

I sindacati si sono definiti soddisfatti dell’intervento correttivo, che trova ora anche applicazione attuativa grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Il Mef ha anche ricordato che l’acconto Irpef 2025 è da versare soltanto se la differenza tra l’imposta relativa all’anno 2024 e le detrazioni, i crediti d’imposta e le ritenute d’acconto superi 51,65 euro. Il sistema a tre aliquote quindi si conferma anche sugli acconti da versare al fisco quest’anno, secondo le nuove regole.

Nel dettaglio, con la novità tutti i lavoratori dipendenti e i pensionati che non producono redditi aggiuntivi non dovranno pagare nessun acconto IRPEF per il 2025, mentre gli scaglioni da rispettare per i soggetti obbligati sono:

  • redditi fino a 28.000 euro: 23%;
  • redditi tra 28.000 e 50.000 euro: 35%;
  • redditi superiori a 50.000 euro: 43%.



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