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Rsa, un fiume di fondi per famiglie e strutture nelle Marche. Voucher mensili da 250 euro per abbattere i costi delle rette


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ANCONA Voucher alle famiglie per abbattere i costi delle rette nelle Rsa e servizi potenziati nella rete socio-assistenziale grazie a una robusta iniezione di fondi: la Regione Marche definisce «storica» la sigla dell’accordo con enti gestori e sindacati per un intervento multileva da 30,6 milioni.

Un tesoretto destinato a rivoluzionare la residenzialità socio-sanitaria e sociale nel triennio 2025-2027 a partire da luglio: già dal prossimo mese potrà essere messa a disposizione una prima tranche annuale di 5 milioni.

 

L’intesa

L’intesa, frutto di un lungo lavoro di concertazione, è stata presentata in un incontro cui hanno preso parte il presidente Acquaroli, gli assessori Saltamartini (Sanità) e Brandoni (Bilancio), insieme al sottosegretario Salvi. Un tavolo unico che ha riunito tutti i soggetti coinvolti, dai rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil agli enti gestori come Anaste, Aris e Confcooperative, per un totale di 16 sigle.

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Con l’accordo la Regione pianifica interventi a sostegno degli enti gestori delle strutture residenziali sanitarie, sociosanitarie extraospedaliere e sociali, delle famiglie di persone ospiti nelle strutture che compartecipano al pagamento delle rette. «Una giornata importantissima», ha dichiarato a margine del confronto lo stesso Acquaroli, sottolineando l’impegno della Regione nel destinare risorse ingenti per sostenere le famiglie e gli enti che operano in un settore cruciale per la comunità. L’obiettivo è duplice: limare la spesa delle rette per sgravare il bilancio delle famiglie e allo stesso tempo potenziare la qualità dei servizi offerti dalle strutture residenziali, con un’attenzione particolare a anziani, minori con disturbi psichiatrici e persone fragili. Il progetto si articola in tre linee di intervento, con una dotazione complessiva di 30,6 milioni di euro: 20,9 milioni a favore degli enti gestori e 9,7 milioni per le famiglie.

La combinazione

Una strategia combinata che risponde alle difficoltà emerse negli ultimi anni, segnati dall’aumento dei costi di gestione e dalla perdita di potere d’acquisto delle famiglie. A partire da luglio 5 milioni di euro all’anno (per un totale di 12,5 milioni nel triennio) saranno destinati a incrementare la quota sanitaria delle rette per le strutture convenzionate, come Residenze protette per anziani, Residenze per anziani con demenza e strutture per minori con disturbi psichiatrici. Si tratta di un aumento strutturale e permanente, pensato per garantire sostenibilità economica agli enti. Una seconda misura stanzia 8 milioni di euro per bandi triennali volti a migliorare la qualità dell’assistenza.

Alleggerire il peso

I fondi finanzieranno progetti innovativi, con priorità alle strutture psichiatriche e a quelle che ospitano minori, per implementare servizi più efficaci e rispondere ai bisogni specifici delle persone assistite. Fin qui il budget a supporto dei cosiddetti enti gestori a cui andranno aggiunti i quasi 10 milioni che saranno destinati alle famiglie per alleggerire il carico dei costi delle rette mensili nel biennio 2026-2027 attraverso l’emissione di voucher a sostegno delle persone ospitate nelle strutture residenziali autorizzate sanitarie, sociosanitarie e sociali in cui è presente il vincolo obbligatorio della compartecipazione alla spesa. Il voucher mensile, del valore minimo di 250 euro, verrà assegnato in base al livello Isee del nucleo familiare e sarà, come rimarca la Regione Marche «un aiuto concreto per ridurre l’impatto economico, soprattutto per chi assiste anziani o persone con fragilità».

Soluzione strutturale

L’assessore Saltamartini ha evidenziato l’importanza di un intervento che non si limita a tamponare le emergenze, ma punta a una soluzione strutturale. «Diamo risposte concrete a chi affronta costi crescenti», ha dichiarato ancora Saltamartini, sottolineando come le risorse siano un investimento sulla qualità dell’assistenza. Il piano, infatti, nasce da un dialogo serrato con sindacati e gestori. L’Intervento Multileva rappresenta una svolta per il sistema socio-sanitario marchigiano, messo alla prova da anni di sfide crescenti. 

I fattori esterni

L’aumento dei costi di gestione, legato a fattori come l’inflazione e la complessità dell’assistenza, ha reso indispensabile un’azione coordinata. La Regione, con questo accordo, non solo interviene sulle criticità attuali, ma getta le basi per un modello di welfare più sostenibile e inclusivo. «Questo risultato dimostra che la concertazione porta a soluzioni concrete», ha concluso il presidente Acquaroli ricordando che si vuole «continuare su questa strada, valorizzando il ruolo di chi opera ogni giorno per il bene della nostra comunità. Un segnale forte, che pone le Marche come esempio di buona governance in un settore vitale per il futuro».

 
La condivisione

Per l’Amministrazione regionale la condivisione degli obiettivi con gli enti gestori e le famiglie coinvolte ha permesso di costruire un intervento «equilibrato, capace di bilanciare le esigenze di enti e cittadini».

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Controcanto Pd: «Mobilità, saldo in rosso»

Chi va e chi viene. Chi sceglie altre regioni per farsi curare e chi invece punta sulle Marche. Quello della mobilità passiva e attiva è sicuramente uno dei dati principali per valutare lo stato di salute dal numero finale: 42 milioni è il conto pagato dalla Regione nel 2024. Cioè il saldo tra quanto è stato speso per rimborsare le altre Regioni e quando invece incassato dalle altre Regioni. Un dato che non si discosta molto da quello degli anni precedenti. Ma c’è un ma, anzi due. Perché dipende da quale lato si analizza il saldo, se da quello delle entrate o da quello delle uscite. E in piena campagna elettorale per le Regionali fa tutta la differenza del mondo. Tra chi attacca e chi si difende. Nel primo lato il dato è sconfortante, secondo il consigliere regionale dem Romano Carancini, che ha analizzato i bilanci delle cinque Ast, più Torrette e Inrca. «I dati dicono che nel 2024 le Marche hanno speso oltre 163 milioni di euro: 7,5 milioni più del 2023, 6 milioni più del 2022. E nel 2024 il governo regionale ha fatto peggio anche del 2019 quando la mobilità passiva era stata di 161 milioni circa». L’Ast che ha avuto la performance peggiore è quella di Pesaro: che è arrivata da sola a -48 milioni di euro. Una discesa di quasi sette punti percentuali sul 2023. E così Carancini ha gioco facile a considerare un fallimento la politica regionale sulla sanità e soprattutto la riforma che ha introdotto le aziende sanitarie territoriali. «La riduzione della mobilità passiva – aggiunge infatti – è stato uno dei cavalli di battaglia della scorsa campagna elettorale del presidente Acquaroli che si era impegnato a portare avanti un “piano straordinario”. Questi dati dimostrano il fallimento su questo specifico obiettivo e in generale sulla politica sanitaria regionale». Il secondo però tira l’acqua al mulino del centrodestra. Se il saldo è pressoché invariato e se il passivo è aumentato, è evidente che è aumentato anche l’attivo. E infatti gli stessi dati indicano che il conto della mobilità attiva e quindi dei soldi incassati dalla Regione è passato dai 111 milioni del 2023 ai 121 del 2024. I conti tornano, basta scegliere il lato da cui guardarli.
 





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