Il 28 giugno entrerà ufficialmente in vigore la Direttiva Europea EAA – European Accessibility Act, con importanti implicazioni per il commercio elettronico. Tutti gli operatori economici che immetteranno sul mercato o forniranno i prodotti e i servizi dedicati ai consumatori e previsti dal decreto dovranno garantire che questi siano progettati e realizzati in modo da essere accessibili alle persone con disabilità.
Si tratta, ad esempio, di prodotti – come sistemi hardware e sistemi operativi informatici, terminali self-service di pagamento, apparecchiature terminali con capacità informatiche interattive per consumatori, e-reader, ecc. – e di alcuni servizi – come quelli di comunicazione elettronica, per l’accesso a servizi di media audiovisivi, per il trasporto passeggeri, servizi bancari per consumatori, e-book e software dedicati, servizi di commercio elettronico.
Aicel, Associazione italiana commercio elettronico, rinnova il suo impegno a favore di un e-commerce sempre più accessibile e inclusivo, ma evidenzia la confusione normativa che rischia di mettere in difficoltà migliaia di imprese italiane.
“Al momento regna l’incertezza – afferma Andrea Spedale, Presidente di Aicel. – Mentre siamo in attesa di una norma tecnica armonizzata a livello europeo, l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), che ha la responsabilità della vigilanza del settore servizi dell’EAA, ha pubblicato una bozza di linee guida in cui però fornisce indicazioni generiche, con riferimenti a specifiche in fase di sostituzione, o poco chiare su come implementare e verificare i servizi rispetto al nuovo regolamento”.
I riferimenti obsoleti sono quelli relativi alle linee guida WCAG 2.1, in fase di superamento rispetto alle future WCAG 2.2 che saranno contenute nella norma tecnica armonizzata.
Prosegue Spedale: “In questo modo, le piccole e medie imprese sono lasciate sole davanti a un quadro normativo incompleto e contraddittorio e ad un adeguamento che richiede un significativo impegno economico. Parliamo di interventi da un minimo del migliaio di Euro per le soluzioni più semplici. I documenti pubblicati in Italia affinché le imprese rispettino il nuovo Regolamento, si limitano a un generico richiamo all’applicazione degli standard di accessibilità, ma non forniscono strumenti operativi né chiariscono le modalità operative per garantire la conformità agli obblighi effettivi per gli e-commerce. È necessario semplificare e chiarire molteplici aspetti, tra questi anche il ruolo del referente per l’accessibilità, e portare esempi utili che agevolino l’applicazione pratica delle regole”.
Inoltre, Aicel evidenzia come l’attuale situazione possa generare disorientamento tra gli operatori del settore che rischiano di intraprendere percorsi di adeguamento non allineati con i requisiti effettivi previsti a livello europeo. “La situazione di urgenza e la percezione di rischio potrebbe spingere gli imprenditori e gli operatori dell’e-commerce a prendere decisioni affrettate, adottando scorciatoie tecnologiche come overlay o plugin automatici per l’accessibilità che non solo spesso sono inefficaci, ma possono compromettere seriamente l’esperienza utente e aumentare i rischi legali”, avverte Spedale.
Aicel auspica che AgID pubblichi linee guida definitive recependo le indicazioni provenienti da più parti, rendendole aggiornate e coerenti con il quadro normativo europeo e condivida con le associazioni di categoria e gli operatori del settore la definizione chiara delle modalità attuative. “Siamo assolutamente favorevoli ai principi contenuti nella Direttiva. L’accessibilità digitale è un valore e una responsabilità collettiva, non deve essere vissuta come un adempimento burocratico e anzi per un settore come l’e-commerce può essere una grande opportunità per espandere il mercato dell’utenza, creando sistemi maggiormente inclusivi. Tuttavia, le imprese hanno diritto a strumenti chiari, senza oneri sproporzionati né soluzioni tecniche inadeguate”, conclude il presidente di Aicel Andrea Spedale.
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