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RID – Rivista Italiana Difesa – shownews


Il nuovo documento offre un indirizzo strategico chiaro e, in una certa misura, traccia la rotta per lo sviluppo tecnologico della Difesa. Tuttavia, non entra nel merito dei programmi né fornisce indicazioni sulla struttura delle Forze Armate. Ciononostante, la Strategic Defence Review fornisce una bussola utile e un’occasione per fare almeno il punto sui principali progetti in fase di sviluppo da parte della Difesa britannica.

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La responsabilità della pubblicazione di un tale documento non è, comunque, imputabile al triumvirato di Revisori esterni che hanno guidato il processo, capitanati da Lord Robertson, un ex Segretario alla Difesa che già condusse l’ultima grande revisione della Difesa del Partito Laburista nel 1998 e servì come Segretario Generale della NATO (dal 1999 al 2003). Con lui la Dott.ssa Fiona Hill, che è stata Vice Assistente del Presidente degli Stati Uniti e Direttore per gli Affari Europei e Russi nel Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti dal 2017 al 2019 (primo Governo Trump, probabilmente buona parte del motivo per volerla a bordo); e il Generale Sir Richard Barrons, ex Comandante del Joint Forces Command ed ex Vice-Capo di Stato Maggiore Difesa. Infatti, il loro compito era difficile e il Governo ha dato loro un vero e proprio bersaglio mobile: sono stati invitati a fare raccomandazioni senza una chiara indicazione del budget con cui poter operare, e almeno inizialmente con l’istruzione che il bilancio non sarebbe cresciuto oltre il 2,3% del PIL per tutta la durata della legislatura.

Il Governo, adesso, insiste categoricamente che raggiungere quota 2,5% è sempre stato un impegno saldo, ma in realtà così non è stato fino al “brivido Trump”, vale a dire dall’inizio di quest’anno. Gli stessi Revisori lo confermano, in modo discreto eppure inequivocabile, nella loro introduzione, dove scrivono: “ci è stato chiesto di condurre la nostra Revisione nel contesto di un bilancio in transizione verso il 2,5% del PIL. Abbiamo appreso con sollievo che questo avverrà nel 2027 e non più tardi”.

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La decisione – annunciata, non a caso, a fine febbraio dopo il discorso del Segretario alla Difesa USA Pete Hegseth alla NATO – ha consentito di evitare di compilare un’ennesima lista di tagli draconiani – con l’eccezione, tutt’altro che trascurabile, dei ritiri anticipati di navi ed elicotteri annunciata a novembre 2024 – ma non sorprende che gli impegni veramente nuovi siano quasi inesistenti e i dettagli sempre minimi. Quel poco che la Revisione dice, o implica, è comunque ambizioso se deve essere realizzato compiutamente e dipenderà dalla continua crescita del bilancio Difesa verso quota 3% nel prossimo Parlamento.

Nel fine settimana, prima della pubblicazione, il Governo è riuscito a contraddirsi in modo piuttosto spettacolare, prima affermando per voce del Segretario alla Difesa, John Healey, che il 3% entro il 2034 era un impegno definitivo, e poi, facendo marcia indietro, definendolo “un’ambizione” da raggiungere quando le condizioni lo permetteranno. Con la NATO che si prevede stabilirà presto nuovi obiettivi di spesa anche superiori al 3%, è davvero molto probabile che il prossimo Parlamento continuerà ad accrescere il budget Difesa, ma intanto l’incertezza e le contraddizioni non hanno fatto nulla per rendere convincente il lancio della SDR. I dettagli dovranno ora essere definiti dal MoD in una serie di altri documenti: la Defence Industrial Strategy; un piano specifico per caserme e alloggi; un documento integrato di Sicurezza Nazionale e, probabilmente più importante e interessante di tutti, un nuovo “Defence Investment Plan”, atteso in autunno, che dettaglierà programmi per equipaggiamento e infrastrutture, andando a rimpiazzare il precedente Defence Equipment Plan rilasciato annualmente.

L’articolo completo è pubblicato su RID 7/25, disponibile online e in edicola.

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