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segnali positivi da articoli sportivi e calzature


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Il sistema moda regionale vive un momento di sostanziale stabilità: nel primo trimestre 2025 calo della produzione del -1,8% su base annua ma mercato del lavoro che tiene con un saldo positivo nel periodo 2019-2024 (+176 unità di lavoro dipendente) e positivo anche il saldo occupazionale nel I trimestre 2025 (+41 unità di lavoro dipendente). Continuano a crescere i contratti a tempo indeterminato, stante il bisogno delle imprese di “portare a bordo” personale qualificato, considerata la complessità oggi dei processi di incontro domanda/ offerta di lavoro. Sostanzialmente stabile il numero totale di imprese del Distretto. Al 31 dicembre 2024 si contano 579 sedi di impresa e 164 unità locali (filiali). L’intero Sportsystem muove 7.824 addetti, quasi il 17% degli occupati complessivi nei 16 comuni del Distretto, per un valore della produzione stimato sui 3,2 miliardi di euro (dati 2023). Tra i trend e le opportunità: esplorare lo spazio allargato di filiera oltre i perimetri, in senso geografico e settoriale, del Distretto.

Secondo gli studi di Intesa Sanpaolo emergono segnali positivi per l’export del Distretto, che registra nel primo trimestre 2025 un incremento del 3,2% rispetto al corrispondente periodo del 2024 (402 milioni di euro il valore dell’export del primo trimestre 2025. 1,6 miliardi è il valore dell’export nel 2024). Tra i principali mercati di sbocco, Stati Uniti, Francia, Germania e Spagna mentre emergono nuove destinazioni (Nord Europa, Turchia, Repubblica Ceca, Corea e Canada). Le prospettive dei prossimi mesi dovranno tener conto di quella che sarà l’evoluzione delle politiche commerciali americane: tra le scelte strategiche delle imprese emergono la ricerca di nuovi clienti e fornitori in nuovi mercati e l’anticipo delle vendite e delle consegne negli USA. Nell’attuale contesto può aiutare una struttura patrimoniale che tra le imprese del Distretto si sta progressivamente rafforzando (nel 2023 l’incidenza del patrimonio netto sul passivo è salita al 39,8%, dal 32,3% del 2019). Cruciale sarà l’investimento in capitale umano e nell’accompagnamento generazionale. Qualità e posizionamento in filiera sono sempre più strategici. Le imprese stanno puntando sempre più, oltre che sulla diversificazione dei mercati di sbocco, anche sul recupero di efficienza dei processi produttivi e sull’introduzione e il potenziamento della tecnologia.

Gli scenari internazionali continuano a generare alta incertezza, rendendo anche difficile per gli osservatori internazionali l’esercizio delle stime di crescita. Netta però, nelle previsioni di aprile del FMI, la decelerazione del commercio mondiale: che passerà dal +3,8% del 2024 al +1,7% del 2025. Quanto al PIL, a livello mondiale crescerà del +2,8% nel 2025, a tassi dimezzati nelle economie avanzate, per “zerovirgola” nell’area euro. Anche il Veneto, secondo le stime Prometeia, dovrà accontentarsi di una crescita del PIL stimata al +0,8%, pur in un quadro di tenuta dell’occupazione. E’ interessante la divaricazione tra crescita stimata del reddito disponibile (+3,2% in valori correnti) e crescita stimata della spesa per consumi delle famiglie (+0,9%). Fra incertezza e timori di un ritorno di fiamma dell’inflazione, permangono dunque comportamenti di cautela. Al consumo si preferisce il risparmio. Piatta anche la dinamica attesa per il valore aggiunto: in Veneto è stimato in crescita del +0,8%. Ma nell’industria questa crescita sarà lievemente più sostenuta (+1,1%): segno che in questo comparto è in atto, non solo nell’ultimo anno, un recupero di produttività (a differenza di quanto accade nei servizi). In questo quadro macroeconomico si collocano le dinamiche congiunturali del manifatturiero regionale, come monitorate dalla survey di Unioncamere del Veneto su un ampio campione di quasi 2.200 imprese con più di 10 dipendenti, che permette di analizzare anche gli andamenti settoriali (pur non potendo scendere al dettaglio distrettuale).

Per il Sistema Moda, che ricomprende anche il calzaturiero, i vari indicatori monitorati (produzione, fatturato, ordinativi interni ed esteri) continuano ad evidenziare una debolezza di fondo: dopo gli squilibri di programmazione post-Covid, ancora nel primo trimestre 2025 la produzione risulta in calo del -1,8% su base annua, che porta il grado di utilizzo degli impianti al 66%. Solo per gli ordinativi esteri si nota un rimbalzo congiunturale del +2,7%, effetto in quota parte anche di “anticipi di domanda” per paura dei dazi di Trump.

Nonostante tutto, tiene il mercato del lavoro distrettuale, anche se bisogna distinguere tra dinamiche di breve e di medio termine. Per questo indicatore, grazie ai dati forniti da Veneto Lavoro, si riescono a monitorare puntualmente le dinamiche del distretto, sia con riferimento al perimetro territoriale che alle attività Sportsystem. Vero: negli ultimi due anni (2023 e 2024) le assunzioni sono rallentate, dopo il picco post pandemia, e il saldo occupazionale si è portato in negativo (-154 posti di lavoro dipendente proprio nell’ultimo anno). Ma possiamo ancora parlare di un saldo positivo di +176 unità di lavoro dipendente con riferimento al quinquennio 2019-2024. E continuano a crescere i contratti a tempo indeterminato: stante il bisogno delle imprese di “portare a bordo” personale qualificato, anche in modo disgiunto dalle dinamiche congiunturali, considerata la complessità oggi dei processi di incontro domanda/offerta di lavoro. Positivo anche il saldo occupazionale nel I trimestre 2025 (+41 unità di lavoro dipendente) quando nello stesso trimestre dell’anno scorso il saldo era di -13 unità di lavoro dipendente). A sostenere questo risultato, soprattutto le attività core del distretto: produzione di calzature e di articoli sportivi.

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I numeri del distretto

Stabile, di fondo, la demografia d’impresa nel distretto. In base ai dati degli archivi camerali, al 31 dicembre 2024, nel distretto dello Sportsystem si contano complessivamente 579 sedi d’impresa: di cui 229 nelle attività core (calzature, articoli sportivi, pelletteria) e 350 nelle attività connesse (tessile, abbigliamento, design). A queste si aggiungono 164 unità locali (filiali). L’intero Sportsystem muove 7.824 addetti, quasi il 17% degli occupati complessivi nei 16 comuni del distretto, per un valore della produzione stimato sui 3,2 miliardi di euro (dato quest’ultimo ricavato dai bilanci delle società di capitali operanti nella filiera distrettuale, e relativo al 2023). Rispetto all’anno precedente, il numero totale di imprese si mantiene sostanzialmente stabile, con una lieve flessione di -9 sedi e -5 filiali. Negli ultimi 5 anni però (tra il 2019 e il 2024) lo Sportsystem ha perso 74 sedi (appena compensate da + 2 filiali). Nel resto del manifatturiero è da notare, nello stesso periodo, la dinamica contrapposta tra calo delle sedi e crescita delle filiali: movimento sotto il quale vi sono fenomeni di accorpamenti e di acquisizioni, tutti da monitorare, perché modificano i c.d. legami di controllo proprietario nelle aziende del territorio (e dunque dei potenziali partner industriali anche dello Sportsystem). In crescita il terziario, soprattutto i servizi alle imprese: resta tuttavia in difficoltà il commercio al dettaglio, che in cinque anni perde 180 sedi d’impresa (-339 in 10 anni). A soffrire soprattutto il commercio di vicinato. Il report poi propone, per mappe, alcune considerazioni su quello che è (o può essere) uno spazio allargato di filiera, non limitato al nucleo storico del distretto (in senso settoriale e geografico): da animare con processi di innovazione per fertilizzazioni incrociate.

Legando in modo più stretto produzione di prodotti per lo sport, ricerca applicata ed esperienza dello sport. Milano Cortina 2026 sta già offrendo spunti interessanti al riguardo, anche con riferimento alle Paralimpiadi, al tema “Sport, tecnologia e disabilità”. Siccome la tecnologia resta fattore di traino, anche per esplorare queste traiettorie evolutive, il report infine si chiude riportando un’altra importante survey, svolta a partire dal 2017 dal Centro Studi di Unioncamere del Veneto, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia, sul grado di digitalizzazione del manifatturiero veneto. Ormai 2 imprese su 3 sono dentro la trasformazione digitale: quota che sale ulteriormente in base alla dimensione aziendale e alla propensione all’export. Ma è rilevante anche un altro dato: nel 2017, fatto 100 il numero delle imprese “agenti digitali”, una quota nettamente maggioritaria (59%) faceva investimenti focalizzati su una sola tecnologia. Nel 2024 – periodo dell’ultima survey – la situazione si è quasi rovesciata. Quasi il 52% delle imprese dichiara di fare investimenti su più classi di tecnologie (almeno 3), dimostrando così di fare ricorso a diverse “leve di cambiamento”: di processo, organizzative, legate al modello di business. Purtroppo, però, in una scala di complessità degli investimenti calcolata dai ricercatori di Ca’ Foscari utilizzando più parametri (per farla semplice: combinano diversità e specificità delle tecnologie adottate), il Sistema Moda (torniamo a questo livello di osservazione) si posiziona ancora fra i settori manifatturieri tradizionali. Dunque, con molti margini di miglioramento in termini di approccio alle sfide della digital transformation. Ci sono buoni segnali al riguardo. Nei prossimi tre anni, sondando le intenzioni di investimento delle aziende in digital transformation, prenderanno sempre più piede i sistemi di virtualizzazione dei prodotti (“gemelli digitali” a supporto della progettazione). Inoltre, si punterà molto all’integrazione dei dati aziendali, a quella che il Politecnico di Milano definisce “Intelligent Business Process Automation”: per legare l’ottimizzazione dei processi a logiche decisionali adattive e predittive, anche con l’ausilio di sistemi di machine learning, così da incorporare l’incertezza nel governo d’impresa. Ma non basteranno gli “apripista”: tutta la filiera dovrà essere in grado di restare interconnessa a questo gioco continuo di simulazioni di scenario.

Sportsystem, scenario macroeconomico e analisi di Intesa San Paolo

Dopo quasi due anni di arretramenti, emergono segnali positivi nel primo trimestre del 2025 per l’export del distretto della Calzatura sportiva e Sportsystem di Montebelluna, che registra un incremento del 3,2% (402 milioni di euro il valore dell’export del primo trimestre 2025; 1,6 miliardi è il valore dell’export nel 2024). Tra i comparti che lo compongono, le calzature (il 64% del totale export del distretto) sono cresciute dell’1,8%, per gli articoli sportivi (il 23% del totale) l’incremento è stato del 13%, mentre biciclette, parti e accessori (con una quota del 13%) hanno sostanzialmente mantenuto i livelli dell’anno precedente (-0,8%). Nel solo comparto calzature, il distretto ha fatto meglio anche nel confronto con gli altri distretti italiani del settore, che nel complesso arretrano del 15,4% tendenziale nel primo trimestre del 2025. I valori esportati tuttavia non hanno ancora recuperato i livelli del primo trimestre del 2023, con un gap del 15% circa, in particolare le calzature (-19,4%) e le biciclette, parti e accessori (-12,8%); gli articoli sportivi mostrano invece un incremento del 10,7%. Tra i mercati di sbocco, un ruolo determinante va riconosciuto ai partner commerciali tradizionali del distretto; su tutti gli Stati Uniti (+5,9 milioni di euro nei primi tre mesi dell’anno rispetto al primo trimestre del 2024), seguiti da Francia (+4,5 milioni), Germania (+2,6 milioni) e Spagna (+1,9 milioni); si sono messe in evidenza anche nuove destinazioni, come i paesi del Nord Europa (Norvegia +1,3 milioni, Svezia +0,7 milioni), oltre a Turchia e Repubblica Ceca (+1,3 milioni per entrambe), Corea (+0,7 milioni) e Canada (+0,5 milioni). Le prospettive dei prossimi mesi dovranno tener conto di quella che sarà l’evoluzione delle politiche commerciali americane: gli Stati Uniti sono infatti un mercato rilevante per le imprese del distretto, che stanno adottando un mix di strategie per contrastare gli effetti dell’introduzione dei dazi. Da un’indagine interna di Intesa Sanpaolo che ha coinvolto gli specialisti a supporto dei processi di internazionalizzazione, tra le scelte strategiche delle imprese emergono la ricerca di nuovi clienti e fornitori in nuovi mercati e l’anticipo delle vendite e delle consegne negli USA. Ma è soprattutto la leva della qualità che può rappresentare un valido strumento per mantenere quote di mercato oltreoceano, in quanto rende i prodotti meno sostituibili e maggiormente apprezzati da una fascia di clientela alto spendente. Le imprese si stanno focalizzando anche su una riorganizzazione della struttura produttiva e distributiva. Tra i mercati più promettenti, sempre da quanto rilevato dalla survey, emergono alcuni Paesi del Medio Oriente (come Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita), per la presenza di consumatori alto spendenti, l’India per le prospettive di crescita, il Nord-Africa che viene visto positivamente, oltre per le prospettive di crescita, anche per la bassa concorrenza, e l’America Latina. Medio Oriente e India vengono indicati anche come possibili aree dove attivare nuove partecipate estere, oltre che ovviamente gli Stati Uniti per contrastare l’effetto dei dazi. Tra i servizi che potrebbero facilitare lo sviluppo dell’internazionalizzazione, le imprese del Nord-Est potrebbero trarre benefici da un supporto alla ricerca di clienti, intermediari e partner, dalla consulenza e formazione e dai finanziamenti per lo sviluppo estero. Nell’attuale contesto può aiutare una struttura patrimoniale che si sta progressivamente rafforzando (nel 2023 l’incidenza del patrimonio netto sul passivo è salita al 39,8%, dal 32,3% del 2019), come emerge da un’analisi sui bilanci delle imprese del distretto (121 i bilanci analizzati), nonostante permanga un’elevata eterogeneità dei risultati. Cruciale sarà l’investimento in capitale umano e nell’accompagnamento generazionale: le imprese che presentano almeno un under 40 nel board (il14% del totale campione) mostrano una crescita del fatturato tra il 2019 e il 2023 maggiore rispetto a quelle che hanno un board costituito interamente da over 65 (+20,4% vs. -0,8%); anche la redditività è superiore (10,8% l’ebitda margin nel 2023 vs 7,9% di quelle con tutti over 65). Qualità e posizionamento in filiera contano: secondo i risultati di una survey presso le filiali imprese di Intesa Sanpaolo, l’evoluzione del fatturato nel 2025 sarà positiva per gli artigiani focalizzati su prodotti fatti a mano di elevata qualità e per i gruppi del lusso. Le imprese stanno puntando sempre più, oltre che sulla diversificazione dei mercati di sbocco, anche sul recupero di efficienza dei processi produttivi e sull’introduzione e il potenziamento della tecnologia.

Un momento della conferenza stampa di mercoledì 25 giugno

«Preservare e valorizzare il patrimonio immateriale che ci rende unici nel mondo»

«I dati rilevati dal nostro Osservatorio Economico ci mostrano che stiamo attraversando un periodo difficile e lungo. Dal Covid abbiamo ereditato instabilità e sfiducia» ha spiegato Gianni Frasson, Presidente Fondazione Sportsystem «Ma la storia ci insegna che da ogni crisi ne è nata una nuova era di sviluppo, portando il mondo a un livello di benessere che nemmeno ci sognavamo 20 anni fa. E allora da dove possiamo ripartire? Radici e innovazione sono fondamentali ma non possono più bastare. Io credo che oggi serva ritrovare e far rinascere la passione, unire le forze in maniera trasversale lungo tutta la filiera, rafforzare il legame tra produttore e utilizzatore, intercettare un romanticismo tra quello che sappiamo fare e quello che vogliamo condividere. Dobbiamo preservare e valorizzare quel patrimonio immateriale che ci rende unici nel mondo, migliorando l’attrattività verso i giovani e anche la comunicazione del “made in Distretto”. Dobbiamo ricreare quell’entusiasmo nel cercare i nostri prodotti, quell’effetto meraviglia che deve portare ogni cliente che entra in un negozio a dire: wow, è proprio quello che cercavo».

«Il Distretto dello Sportsystem di Montebelluna si trova oggi a un bivio strategico: tra spinte geopolitiche divergenti e interdipendenze globali, è dunque chiamato a ripensarsi oltre il solo manifatturiero. Con 579 imprese e oltre 7.800 addetti, il suo perimetro “allargato” offre spazi fertili per contaminazioni con salute, tecnologia e sport experience» ha detto Mario Pozza, Presidente Camera di Commercio Treviso-Belluno | Dolomiti «Sono lieto che 2 aziende su 3 siano dentro la trasformazione digitale e su più classi di tecnologie. La Camera di Commercio , anche quest’anno, sempre in ascolto delle necessità delle imprese, sostiene la doppia trasformazione digitale ed ecologica con un bando da 1,3 milioni di euro di contributi a fondo perduto. Credo che il periodo di trasformazione sia anche il miglior periodo per creare prodotti migliori. Il processo di trasformazione richiede, infatti, d’ individuare i punti di forza per generare nuovo valore ai margini della filiera, esplorando digitalizzazione, innovazione e centralità dell’individuo. È tempo di riaprire un ciclo virtuoso di fertilizzazioni incrociate, guardando anche a modelli di successo internazionali. La collaborazione di cui oggi presentiamo i risultati è espressione concreta del valore della rete, che unisce istituzioni, mondo produttivo e sistema finanziario in un dialogo costruttivo. Un’occasione per riorganizzarsi e “portare a bordo” giovani collaboratori qualificati e dando loro spazio per proporre perché le giovani generazioni sono tra le leve del cambiamento. Indispensabile l’ascolto dei desiderata dei consumatori, sempre più attenti a prodotti che sappiano anteporre esperienze significative al prodotto stesso. Infine l’export deve considerare nuovi mercati sganciandosi dalle solite strategie e orientarsi a mercati emergenti. A ottobre a Treviso avremo il forum Pymes con i paesi dell’America Latina e Centro America che verranno a conoscere il nostro sistema economico e le nostre imprese».

«La qualità della produzione, la capacità di innovazione e il posizionamento sui mercati internazionali sono tra i fattori che fanno del distretto dello Sportsystem un’eccellenza riconosciuta e apprezzata nel mondo» ha commentato Pietro Pelù, direttore commerciale Imprese Veneto Est e FVG della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo «Come banca e istituzione a servizio della crescita dei territori, offriamo supporto e soluzioni concrete per affrontare al meglio le sfide della transizione sostenibile e digitale e per accompagnare le imprese nel riposizionamento tecnologico, geografico e generazionale. Proseguendo nel percorso di integrazione dell’artigianalità con l’innovazione e con l’inserimento in azienda soluzioni di welfare, protezione e crescita professionale, lo Sportsystem può diventare un’opportunità i giovani laureati e uno stimolo a restare sul territorio. Nel Nordest, ad oggi, abbiamo coinvolto oltre 10.000 dipendenti con i nostri programmi di welfare aziendale che, grazie alle nuove soluzioni, sono accessibili anche alle piccole e medie imprese».

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