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Bankitalia, presentato a Bari il «Rapporto Economie regionali, l’economia della Puglia»


Nel corso del 2024 la crescita dell’economia pugliese è rallentata, con una crescita dello 0,5% del pil, perdendo intensità rispetto all’anno precedente e in misura inferiore rispetto alla media del Mezzogiorno (0,9%) e del Paese (0,7%).
Il dato è contenuto nel rapporto Economie regionali, l’economia della Puglia, della Banca d’Italia, presentato stamattina a Bari.
Quanto al settore industriale, nel 2024 si è assistito a un ristagno (meno 0,2%), a causa della debolezza del ciclo economico globale e della domanda interna.

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Gli investimenti delle imprese sono rimasti stabili, nonostante la riduzione del costo del credito, mentre il comparto delle costruzioni ha continuato a crescere, con un +1.2%, un dato comunque inferiore rispetto al triennio precedente. Il settore delle opere private ha risentito del minor ricorso al Superbonus, mentre quello delle opere pubbliche ha beneficiato dei fondi del Pnrr.
Quanto al terziario, si registra una crescita dello 0,4%, con minore intensità rispetto al 2023. Il commercio ha risentito della debolezza dei consumi, mentre il turismo ha beneficiato dell’aumento dei flussi con gli arrivi e presenze cresciuti, rispettivamente, dell’11 e dell’8,5%. Occupazione in crescita dello 0,9%, tasso disoccupazione al 9,3%

CONCLUSO IL 14% DEI LAVORI FINANZIATI DAL PNRR

In Puglia sono stati assegnati, a soggetti attuatori pubblici e privati, 9,7 miliardi di euro per interventi legati al Pnrr. Le gare aggiudicate sono l’84% rispetto al totale bandito, mentre fra novembre 2021 e dicembre 2024 i lavori conclusi rappresentano il 14% del numero di gare aggiudicate. Il dato è contenuto nel rapporto ‘Economie regionali, l’economia della Puglià della Banca d’Italia, presentato stamattina a Bari. I lavori avviati sono il 33%, quelli non ancora avviati sono il 52% del totale.
Quanto al sostegno agli investimenti del Titolo II, finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito del Fesr 2014-2020, secondo i dati di Puglia Sviluppo a marzo 2025 è stato richiesto da poco più di novemila imprese.

Passando all’occupazione, nel 2024 è cresciuta dello 0,9%, in misura meno intensa rispetto al 2023 e meno rispetto alla media del Mezzogiorno (2,2%) e del Paese (1,5%). Il rallentamento è proseguito nel primo trimestre del 2025, riguardando soprattutto i lavoratori dipendenti. Il rallentamento ha riguardato, in particolare, industria, costruzioni e servizi, anche avanzati. Il tasso di disoccupazione risulta ridotto al 9,3%, ma la partecipazione rimane bassa fra i giovani (43,9%) e più alta fra i titoli di studio più avanzati (79,5%). 

+0,7% PER I REDDITI DELLE FAMIGLIE

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Nel corso del 2024 il reddito disponibile delle famiglie pugliesi è cresciuto dello 0,7%, mentre l’andamento dei consumi è rimasto debole, con il più 0,2% rispetto all’anno precedente. Nel 2023 (ultimo dato disponibile) – prosegue il rapporto – la spesa media mensile fra le famiglie del territorio era di circa duemila euro, il 30% in meno rispetto alla media nazionale.
Quanto alla struttura bancaria, nel 2024 il numero degli sportelli è diminuito di altre 18 unità, arrivando a 916, mentre credito bancario concesso a imprese e famiglie è aumentato dello 0,4%, intensificandosi allo 0,9% nei primi tre mesi dell’anno in corso. A fine 2024 i depositi bancari delle famiglie e delle imprese sono aumentati del 2,2%, l’incremento ha riguardato sia i depositi delle famiglie (più 1,9%) sia delle imprese (più 3,2%).

LE IMPRESE PUGLIESI SOFFRONO PER LE INCERTEZZE GEOPOLITICHE

 «In base alle interviste che conduciamo con le imprese per valutare lo stato dell’economia, abbiamo registrato un impatto delle tensioni geopolitiche a livello internazionale che si sono riflesse, per esempio, sui programmi di investimento. Nonostante un costo del credito in contenimento gli investimenti hanno ristagnato, risentendo delle incertezze nelle aspettative da parte delle imprese». Lo ha detto il capo della sede di Bari della Banca d’Italia, Marcello Malamisura. Secondo Malamisura, occorre «puntare sull’innovazione per far crescere la produttività e per sostenere l’aumento del pil» e bisogna «attenzione alle dinamiche demografiche. Abbiamo calcolato che dal 2007 al 2023 il Pil della Puglia è cresciuto in misura contenuta, ma le dinamiche demografiche hanno sottratto crescita e questo è un aspetto su cui dobbiamo puntare l’attenzione».



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