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Orsini rilancia il dialogo con i sindacati: “Priorità alla politica industriale”


Un confronto che mancava da troppo tempo e che ora, secondo le parole del presidente di Confindustria Emanuele Orsini, può segnare una svolta nella costruzione di una visione condivisa tra mondo del lavoro e sistema delle imprese. L’incontro con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil – rispettivamente Maurizio Landini, Daniela Fumarola e Pierpaolo Bombardieri – ha rappresentato non solo un importante momento di ascolto e confronto, ma anche un segnale politico di riapertura del dialogo sociale su larga scala. La sede scelta, Torino, città simbolo della tradizione industriale italiana, non è casuale: qui, dove la storia del lavoro ha scritto molte delle sue pagine più significative, Orsini ha voluto rilanciare una stagione nuova. Il commento è stato netto: “Positivo il confronto, soprattutto era tanto tempo che non ci si incontrava tutti insieme”. Un messaggio rivolto non solo ai partecipanti al tavolo, ma all’intero Paese.

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Orsini rilancia il dialogo con i sindacati: “Priorità alla politica industriale”

Il primo punto affrontato, e il più urgente, è stato quello della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Orsini ha ribadito con forza che si tratta del capitolo “numero uno”, riconoscendo come questo tema rappresenti un terreno comune e non negoziabile per imprese e sindacati. “Abbiamo bisogno di fare prevenzione sugli incidenti sul lavoro, per noi è fondamentale”, ha affermato il presidente di Confindustria. In un momento in cui gli infortuni – anche mortali – continuano a riempire le cronache, il richiamo alla prevenzione diventa più che mai necessario. Si è parlato di formazione, di innovazione nei processi produttivi, di cultura della sicurezza, ma soprattutto della necessità di rendere strutturale un impegno che troppo spesso viene evocato solo all’indomani di tragedie. La visione proposta da Orsini è quella di una responsabilità collettiva, che vede coinvolti imprenditori, lavoratori, istituzioni e sistema educativo.



Politiche industriali come leva per la crescita del Paese


Al centro del confronto, accanto alla sicurezza, è stata posta anche la questione delle politiche industriali, considerate da Orsini una delle grandi priorità del Paese. Il presidente ha messo in evidenza la necessità di costruire un progetto di lungo periodo per la manifattura italiana, capace di valorizzare le filiere strategiche, investire sull’innovazione e attrarre nuovi capitali. “Le politiche industriali del nostro paese devono tornare ad avere un ruolo centrale”, ha sottolineato, facendo riferimento a un necessario cambio di passo da parte delle istituzioni. La competitività dell’Italia, ha spiegato, si gioca oggi nella capacità di sostenere le imprese attraverso strumenti efficaci, una fiscalità equilibrata, una burocrazia semplificata e un quadro normativo che premi chi investe e crea lavoro. In questo senso, il rilancio della collaborazione tra parti sociali può diventare anche uno stimolo al Governo per riattivare strumenti di concertazione e programmazione industriale.

Lo sguardo sull’Europa e le sfide globali

Un altro elemento emerso dal dialogo è la dimensione europea e internazionale delle sfide che attendono il sistema produttivo italiano. Orsini ha parlato di dazi, di politiche commerciali, di rapporti con le istituzioni europee e di come le imprese italiane debbano muoversi in un contesto sempre più competitivo e regolato da dinamiche geopolitiche complesse. La transizione verde, la digitalizzazione, il reshoring di alcune produzioni strategiche, ma anche il rapporto con i grandi blocchi economici globali, sono temi su cui, ha detto Orsini, serve un confronto aperto tra rappresentanze datoriali e sindacali. In gioco non c’è solo la tenuta occupazionale, ma il futuro del modello produttivo italiano nel suo insieme. Serve – è stato il messaggio – una visione strategica che superi la frammentazione e punti a rafforzare il ruolo dell’Italia nei tavoli europei, a partire da quelli sul bilancio comunitario, la politica industriale comune e le regole sugli aiuti di Stato.



Il ritorno delle relazioni industriali come strumento di coesione


La vera novità, però, è rappresentata dal ritorno del dialogo strutturato tra rappresentanze del lavoro e dell’impresa. Un ritorno che, per Orsini, non deve essere episodico ma trasformarsi in metodo stabile. “Positivo essere insieme, per la crescita e il futuro del paese”, ha detto, auspicando che l’incontro di Torino sia solo l’inizio di un percorso più ampio. Non si tratta soltanto di sedersi a un tavolo: si tratta di condividere priorità, assumere impegni reciproci e costruire un’idea di Paese che metta al centro le persone, l’equità e la competitività. Le relazioni industriali, in questo senso, non sono un residuo del passato ma uno strumento moderno per governare le trasformazioni. La proposta che arriva da Confindustria è chiara: usare il dialogo sociale come leva per affrontare la transizione industriale, ridurre le disuguaglianze e ridare stabilità al mercato del lavoro. A partire da qui, e da una volontà condivisa di costruire ponti, potrebbe nascere una nuova stagione per l’economia italiana.



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