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Iolanda Riolo (Irfis): “Un caleidoscopio di attività per il sostegno alle imprese”


Forum con Iolanda Riolo, presidente del Cda di Irfis FinSicilia

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Un confronto su questioni strutturali e non contingenti: ospite di questo Forum con il QdS, alla presenza del vice direttore Raffaella Tregua, la presidente del Cda di Irfis FinSicilia, Iolanda Riolo.

In occasione del nostro precedente Forum ci ha parlato del progetto FaInSicilia con grande entusiasmo. Come sta procedendo?
“Bene. Si chiuderà ad ottobre. In proiezione siamo al 60% di quello che dovremmo fare, ma è chiaro che dipende dalla qualità dei progetti. Si procede lentamente perché l’erogazione avviene sulla base dello stato di avanzamento del lavoro. Chiaramente, più si è preparati, più si ha a disposizione un consulente che non induce in errore, e più sono rapide le erogazioni. Come per la misura Ripresa Sicilia, dove imprenditori più esperti hanno ottenuto erogazioni rapidissime. Molto importante è diffondere il messaggio di guardare il nostro sito, di studiare le misure, perché si diffonda la cultura dell’utilizzo di questi strumenti, che sono alternativi al sistema bancario. Noi non siamo in concorrenza con le banche, non vogliamo né potremmo. Ma è importante fare capire che l’Istituto regionale diventa uno strumento che si inserisce nel caleidoscopio dei finanziamenti. Gli strumenti in atto sono molteplici e li andiamo affinando. Tanto da arrivare perfino ai basket bond, che è un’arma ulteriore a disposizione dell’imprenditore per aumentare la propria competitività”.

Ci può parlare più nello specifico dei basket bond?
“Sono già stati applicati in altre regioni d’Italia con successo. Stiamo quindi studiando questo strumento anche noi per applicarlo al più presto. Si tratta di un moltiplicatore con una leva finanziaria molto importante, intanto perché può avvenire per aggregazione di micro e piccole imprese, permettendo così la crescita delle attività, che è l’obiettivo cui miriamo come strumento di politica economica e come indirizzo politico del Governo: la crescita per aggregazione delle imprese, da piccole a medie e, speriamo, da medie a grandi. Perché anche di grandi imprese ha bisogno il tessuto sociale ed economico siciliano, pure per evitare la famosa fuga dei cervelli, che sono ovviamente più interessati alle grandi imprese che alle Pmi. Abbiamo visto che anche tante donne, laureate in discipline Stem, stanno migrando. Anche se la mia è una grande impresa, mi rendo conto che è difficile trattenere e devo essere il più possibile competitiva perché aziende più importanti della mia sono facilitate”.

Quali sono gli obiettivi di Irfis in relazione al nuovo Piano industriale?
“Stiamo procedendo con le assunzioni, con i tempi da ente pubblico, perché ricordiamo che siamo una società In house dal 2020, quindi controllata dalla Regione e dall’assessorato competente per le Partecipate. Ogni nostra mossa deve essere verificata dalla Banca d’Italia, perché siamo in regime 106 del Testo unico bancario e siamo un vero e proprio ente pubblico. Abbiamo creato tanti appuntamenti focalizzati con i nostri stakeholders e dove possiamo diamo delle consulenze. Cerchiamo di essere più aperti che mai negli ultimi tempi. In questo momento siamo 75 all’Irfis, ma entro la fine del 2025 dovremmo assumere altre dieci unità per arrivare a 85 persone in pianta organica, in linea con il Piano industriale”.

Novità in vista per attrarre nuovi investimenti?
“L’assessorato regionale all’Economia ha previsto uno strumento ben preciso: la task force per l’attrazione degli investimenti, al cui interno dovremmo essere coinvolti. Uso il condizionale perché chiaramente abbiamo un calendario di attuazione delle misure che già abbiamo in lavorazione e dobbiamo chiudere con quelle prestabilite per cominciare nuove attività. È chiaro che più avviene questa crescita, e mutiamo, più viene la voglia di mutare. Come si suol dire, l’appetito vien mangiando. Noi ci siamo modificati in modo velocissimo, ma continuano ad arrivare input, idee, stimoli da parte del Governo, degli assessorati di riferimento che sono Attività produttive ed Economia. Vorremmo occuparci anche della task force, quindi ci stiamo chiedendo come poter incastrare questo tassello nella nostra attività. Non so fino a che punto avremo bisogno di ridefinire nuovamente il budget o altri parametri, perché dobbiamo rigorosamente agire nel rispetto degli impegni già presi. Abbiamo poi pure un’attività bancaria, che è quella privata, chiamiamola così, in cui abbiamo un caleidoscopio di altre misure, con altri istituti di credito, a volte in pool”.

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Come si è chiuso il bilancio 2024 di Irfis?
“Si è chiuso con numeri importanti. Abbiamo avuto nel 2024 un utile netto di 3,7 milioni e un fatturato di 23,5 milioni. Ma il fatturato per noi è un interesse relativo, quello che ci interessa è ciò che è stato erogato, ed è stato calcolato che dal 2020 abbiamo sfiorato il miliardo di euro. Oltre 900 milioni di euro alle imprese e 100 milioni di euro alle famiglie. Anche queste iniziative destinate famiglie stanno diventando un modello cui altri si stanno ispirando, così come noi guardiamo ai prodotti offerti da altre finanziarie, per esempio i basket bond, o altri strumenti ancora”.

Le iniziative a supporto delle famiglie valutate come un modello da imitare

Quali sono i bandi attualmente attivi per sostenere le imprese in Sicilia?
“Oltre FaInSicilia, che si chiude ad ottobre, abbiamo attivo anche Ripresa Sicilia e su questa misura abbiamo erogato 50 milioni su 180. In fase di avanzamento dei lavori a volte si sblocca tutto improvvisamente, ma quanto fin qui erogato è già un risultato importante. Questa misura riguarda soprattutto la piccola e media impresa e mirava all’innovazione, a investimenti tecnologici. Una misura di nicchia, se vogliamo, cioè per aziende già mature per il salto. Su FaInSicilia abbiamo già 450 progetti approvati su circa 1.000. Anche qui si sta procedendo. Erano investimenti più piccini, tra i 50 e i 300 mila euro e si mirava alla creazione di nuove imprese, quindi un altro focus. Un messaggio che dobbiamo dare, forte e chiaro, è che l’Irfis non è per quelli che si improvvisano. Il risultato finale è che questi progetti finanziati restino poi in piedi. Se noi dovessimo accettare progetti non completi o inadeguati sprecheremmo le risorse. Si va in gol quando l’attività dura poi minimo cinque o sette anni”.

Le misure attive per sostenere le famiglie quali sono?
“Credito al consumo, del quale si è da poco chiusa la prima finestra, è la misura per sostenere l’acquisto di beni durevoli e semidurevoli non di lusso. Raccogliamo le dotazioni, chiudiamo ed eroghiamo. Quindi sono finestre che si aprono e si chiudono. In ogni caso la misura è attiva fino al 31 dicembre. La finestra appena chiusa conta 585 domande di contributo per un ammontare di 1.254.973 euro. Possono beneficiare della misura famiglie con un Isee 2025 inferiore a 30.000 euro e il contributo erogabile è pari al 70% degli interessi dovuti sul prestito per l’acquisto dei beni. Il tetto massimo erogabile è di 5.000 euro e il minimo è di 150 euro per ciascun beneficiario. La misura è nata sulla base di uno studio Svimez del 2024 sui dati del 2023, secondo il quale in Sicilia mancava una spinta ai consumi. Il Governo regionale ha quindi dato impulso agli assessori e a Irfis di studiare una misura per sostenere i consumi”.

I nuclei familiari siciliani hanno risposto positivamente a questa iniziativa?
“La risposta c’è stata. Siamo a circa 4 milioni di richieste in un mese e mezzo. Di queste, circa un 1,5 milioni di domande già processate, le altre sono in istruttoria. È chiaro che una famiglia non decide di spendere perché c’è questo ristoro, ma può essere quel piccolo aiuto che va a neutralizzare i tassi di interesse piuttosto alti che stiamo subendo. Questa misura l’abbiamo studiata da zero, cercando di parametrarla, anche grazie all’esperienza nel mio lavoro: quando abbiamo ospitato il convegno nazionale delle finanziarie regionali a Palermo erano tutti molto interessati e intendono copiarci. Però è ancora presto per le valutazioni. Per questo è interessante chiudere, erogare e poi riaprire una nuova finestra, perché così diamo anche la possibilità alle persone di compiere degli acquisti che possono essere anche stagionali”.

Dal comparto turistico alle risorse per l’editoria

Ci sono altre misure, già chiuse o in arrivo?
“Forse la misura più importante di tutte, ovvero quella per il turismo, con 135 milioni di euro di risorse. La cosa interessante è che i codici Ateco ammessi sono di varia natura, dal campeggio alla struttura alberghiera. Questo mi piace molto. Le domande potranno essere presentate attraverso la piattaforma informatica incentivisicilia.irfis.it a partire dalle 12 del 15 luglio e fino alle 17 del 15 ottobre. Poi c’è il bando per l’editoria, grande scelta democratica, alla terza edizione. Consente a tutti di esprimersi, perché guai se ci si ferma in una sola posizione. Certo, la povertà, le imprese, ma anche la crescita culturale è importante e questo è un segnale di civiltà e di sviluppo secondo me. I risultati qui si vedono nel tempo, ma l’informazione, che può agire su tanti canali, deve essere sostenuta. Qui ci sono tre milioni di euro per l’annualità, con una quota per la premialità”.

In conclusione: come definirebbe il vostro lavoro?
“Mi piace definire Irfis ‘braccio armato’ della politica regionale, perché cerchiamo di essere efficienti per raggiungere il più velocemente possibile gli obiettivi. Prima si raggiungono gli obiettivi, prima si crea occupazione, prima si crea indotto, prima si vedono i risultati. Poi, oltre queste misure, abbiamo già abbattuto i mutui delle famiglie, delle imprese, abbiamo erogato il contributo di solidarietà per le famiglie con Isee inferiore ai 5.000 euro e particolarmente disagiate”.





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