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Assegno di Inclusione 2025, niente stop a luglio grazie al bonus “ponte” introdotto dal Governo: ecco di cosa si tratta


Dal 1° gennaio 2024 il Governo italiano ha soppresso la misura del reddito di cittadinanza e lo ha sostituito con l’Assegno di Inclusione, una misura di contrasto alla povertà che punta a sostenere i nuclei familiari in difficoltà economica, con una particolare attenzione ai soggetti fragili. Ma, mentre molti cittadini si avvicinano al termine dei primi 18 mesi di erogazione, in tanti si chiedono cosa succederà ora, posta la sospensione prevista dalla legge dopo i primi 18 mesi di erogazione dell’assegno.

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Facciamo il punto.

L’assegno di inclusione è stato introdotto con il D.L. del 4 maggio 2023, n. 48, il cosiddetto “Decreto lavoro 2023”. La misura è operativa dal 1° gennaio 2024 e si rivolge a nuclei familiari di cui facciano parte almeno un soggetto fragile, ossia minorenni, persone con disabilità, persone over 60 o in condizioni di svantaggio sociale certificato. Si tratta di un sostegno economico condizionato all’attivazione lavorativa e, quindi, prevede anche obblighi di adesione a percorsi personalizzati tramite i servizi sociali o i centri per l’impiego.

La domanda per l’Assegno di Inclusione si presenta mediante procedura online sul sito INPS (con SPID, CIE o CNS), oppure richiedendo l’assistenza di un CAF o patronato. Per accedere alla misura servono un ISEE aggiornato, la residenza in Italia da almeno 5 anni (di cui gli ultimi 2 continuativi) e la disponibilità a sottoscrivere un Patto di attivazione digitale (da qui in poi “PAD”).
Dopo l’istruttoria, se tutto è regolare, il primo pagamento avviene il mese successivo a quello di sottoscrizione del PAD e viene erogato attraverso la Carta di Inclusione rilasciata da Poste Italiane.

La durata iniziale massima è di 18 mesi, rinnovabili per altri 12. Inoltre, al termine del primo ciclo di erogazione della durata di 18 mesi, la legge prevede una sospensione tecnica obbligatoria di un mese prima di avviare il secondo ciclo di erogazione. Quindi, chi ha iniziato a percepire l’assegno a gennaio 2024 si avvicina a questo momento di pausa: giugno 2025 sarebbe l’ultimo mese di erogazione, con un potenziale vuoto a luglio.

Poiché tale sospensione di un mese rischiava di creare forti disagi ad una fetta della popolazione già posta in una situazione svantaggiata, negli ultimi giorni di giugno 2025 il Ministero del Lavoro ha annunciato ufficialmente che questa sospensione sarà compensata da un “contributo straordinario”, da erogare a fine giugno o nei primi giorni di luglio, per coprire la sospensione di 30 giorni previsti dal decreto legge che ha introdotto la misura.
Non si tratta di una nuova rata dell’Assegno di Inclusione, ma di un bonus “ponte” per coprire il mese di vuoto e garantire continuità nel sostegno economico.
Tale iniziativa sarà discussa nella riunione del Consiglio dei Ministri del 30 giugno 2025, all’esito della quale è atteso un decreto o una circolare attuativa della misura “ponte”, che ne definirà i dettagli.

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Chi vuole proseguire con l’ADI dopo i 18 mesi deve:

In caso di nucleo familiare invariato, non serve un nuovo PAD, ma solo la riattivazione della procedura; qualora, invece, il nucleo familiare fosse cambiato per qualche motivo (ad esempio decessi o nuove nascite), sarà necessario presentare una nuova domanda e sottoscrivere nuovamente il PAD.

Se la domanda viene accettata, il nuovo ciclo di 12 mesi partirà dal secondo mese successivo alla scadenza.





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