Secondo il rapporto presentato alcuni giorni fa dalla Banca d’Italia, nel 2024 l’economia del Piemonte ha registrato una crescita contenuta, pari allo 0,7%, in linea con la media nazionale e leggermente superiore a quella del Nord Italia. Tuttavia, l’industria regionale ha mostrato segni di difficoltà: la produzione è calata, penalizzata dal rallentamento delle esportazioni verso la Germania e dal crollo della produzione di automobili nel polo torinese, scesa su livelli storicamente bassi. Al contrario, i servizi alle imprese e l’ICT hanno evidenziato un andamento moderatamente positivo, mentre il commercio ha continuato a mostrare debolezza. Anche il turismo è aumentato, soprattutto grazie ai visitatori stranieri, ma con un ritmo meno intenso rispetto al 2023. Le costruzioni hanno mantenuto alti livelli di attività, sostenute dai cantieri legati al PNRR, che ha coinvolto circa un quarto del fatturato complessivo delle imprese regionali.
Il report della Banca d’Italia evidenzia come le imprese industriali abbiano investito poco, frenate dall’incertezza e dai costi del credito ancora elevati, nonostante un lieve calo. La redditività è diminuita, soprattutto nella manifattura, e il saldo tra imprese nate e cessate è peggiorato, diventando leggermente negativo. Nei primi mesi del 2025 l’annuncio di nuovi dazi statunitensi ha aumentato l’incertezza globale, con possibili effetti su settori piemontesi come automotive, aerospazio, bevande e oreficeria. Sul fronte del lavoro, l’occupazione ha superato i livelli pre-pandemia grazie a costruzioni e servizi diversi dal commercio, anche se sono emersi segnali di rallentamento nella manifattura. I salari, pur in crescita con un incremento leggermente più intenso rispetto alla media nazionale, restano inferiori al 2021 a causa dell’inflazione. L’adozione dell’intelligenza artificiale potrebbe migliorare la produttività per il 28% degli occupati, mentre per un quarto di essi prevale il rischio di sostituzione.
Secondo l’analisi della Banca d’Italia, il potere d’acquisto delle famiglie piemontesi è aumentato grazie a salari più alti e inflazione più bassa, ma i consumi sono rimasti deboli, in particolare per le automobili. È cresciuta invece la domanda di mutui, soprattutto tra i giovani. Le famiglie hanno continuato a investire in titoli di Stato e fondi ESG. Gli investimenti degli enti locali sono saliti grazie al PNRR: a maggio 2025 gli enti pubblici disponevano di 7,7 miliardi di euro per interventi, mentre altri 2,2 miliardi erano attribuiti direttamente a soggetti privati, per un totale di circa 2.300 euro pro capite, leggermente inferiore alla media nazionale. Tra il 2007 e il 2023 la crescita del Piemonte è stata più lenta rispetto al Nord e alla media italiana, a causa di produttività ed evoluzione demografica più deboli. Le start up innovative sono meno diffuse rispetto al resto d’Italia, anche se più attive nella brevettazione, mentre la quota di laureati rimane bassa rispetto agli obiettivi europei, nonostante segnali positivi dalle immatricolazioni universitarie e dall’occupazione dei laureati.
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