“Il turismo è un’industria, non un comparto marginale”, ha dichiarato Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria. Una dichiarazione che segna una svolta nel modo di concepire un settore che per troppo tempo è stato considerato un riempitivo dell’economia regionale. Oggi invece, come evidenziato dai dati Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro, la crescita degli avviamenti al lavoro nel turismo è strutturale. Un segnale di trasformazione profonda, che va accompagnato da politiche mirate e strumenti concreti.
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Crescono assunzioni e fiducia: +6,4% nei mesi estivi
Tra giugno e agosto 2025, le imprese umbre del settore turistico – in particolare nei servizi di alloggio, ristorazione e turismo – prevedono 3.640 nuovi avviamenti al lavoro, con un incremento del +6,4% rispetto allo stesso trimestre del 2024. Una dinamica che riflette prenotazioni in crescita e fiducia diffusa tra gli operatori.
Il mese di giugno dà il segnale più forte, con un aumento del +17% nelle assunzioni: da 1.120 a 1.310 posti. A Terni, l’incremento è particolarmente marcato: +36,4% rispetto allo scorso anno. Anche Perugia registra un trend positivo: +11% nel mese e +2,5% nel trimestre.
Il salto di qualità: competenze ed esperienze al centro
Il turismo umbro sta cambiando pelle. Le aziende non cercano più solo personale generico, ma figure sempre più qualificate, con competenze linguistiche, digitali, relazionali. La domanda si orienta verso profili capaci di arricchire l’esperienza del visitatore, gestendo prenotazioni online, customer care e promozione sui social.
Una trasformazione che chiama in causa anche il sistema educativo: servono percorsi formativi mirati e sinergie tra scuole, ITS, università e imprese, per formare lavoratori in grado di intercettare le nuove richieste del mercato.
Difficoltà di reperimento: metà dei profili è introvabile
Nonostante la crescita della domanda, il 56% delle figure richieste risulta “difficile da trovare”. A Terni, la situazione è peggiorata rispetto al 2024, passando dal 50% al 56%. A Perugia, invece, si registra una leggera flessione, dal 57% al 56%.
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Una criticità che mette in luce il divario tra domanda e offerta, e la necessità di rafforzare il sistema di orientamento e formazione professionale per rispondere con efficacia alle esigenze del settore.
Giubileo e centenario francescano: volano per l’estate 2025
A sostenere il boom estivo del turismo c’è anche una congiuntura straordinaria, guidata da eventi di portata mondiale. Il Giubileo 2025 porterà in Italia milioni di pellegrini, molti dei quali faranno tappa in Umbria, grazie a mete spirituali d’eccezione come Assisi, Norcia, Cascia e Terni.
Ma il 2026 sarà anche l’anno dell’ottavo centenario della morte di San Francesco, momento centrale del Giubileo francescano 2023–2026, che pone Assisi al centro della scena internazionale. Le ricadute turistiche sono già visibili e le imprese locali si stanno attrezzando per rispondere a una domanda in forte crescita.
Una promozione turistica che valorizza l’autenticità
La regione ha affrontato con consapevolezza il rilancio del comparto, puntando su una promozione turistica mirata e coerente con l’identità del territorio. Il claim “non è di moda, è senza tempo” intercetta un turismo consapevole, interessato alla qualità e all’autenticità.
Natura, spiritualità, artigianato, enogastronomia e cultura diffusa sono gli asset strategici che l’Umbria ha saputo riscoprire e proporre in chiave contemporanea. E i risultati si vedono: più turisti, più imprese, più occupazione.
Il turismo come leva di sviluppo integrato
Oggi il turismo umbro non è più un settore accessorio, ma una leva strutturale di sviluppo economico e sociale, capace di generare valore aggiunto, occupazione qualificata e investimenti. Integrato con cultura, ambiente e agricoltura, rappresenta una visione di crescita sostenibile e duratura.
La stagione estiva 2025 è una sfida e un’opportunità: un banco di prova per politiche del lavoro, qualità dell’accoglienza e capacità organizzativa. Una chance per consolidare il ruolo centrale dell’Umbria nel panorama del turismo nazionale e internazionale, con la forza discreta di una regione che non ha bisogno di moda, ma di tempo e sguardo lungo.
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