E’ iniziato il cantiere per il recupero del Teatro Borgatti, aggiudicato da Acmar, impresa consorziata indicata dal Consorzio Ciro Menotti di Ravenna raggruppata in ATI con l’impresa Sgargi s.r.l. di Bologna, tra 20 imprese partecipanti, provenienti da tutta Italia. Azienda che in curriculum ha il restauro di edifici storici, con interventi rilevanti come il Museo Archeologico di Classe, la Rocca Estense di Lugo, il Museo Arcivescovile di Ravenna e il Museo Nazionale di Pietrarsa, ed ha lavorato anche al post sisma a L’Aquila e nel centro Italia anche per appalti di grande entità economica ed attualmente è impegnata in ulteriori progetti di recupero di beni storici a Ravenna, Bagnacavallo e Cesena. E’ il loro direttore tecnico Matteo Boattini a raccontarci il lavoro sul Borgatti in corso.
Che migliorie sono state offerte rispetto al progetto a bando? “Le principali migliorie riguardano l’ottimizzazione degli impianti, volte ad un aumento delle performance dei ventilconvettori, in termini anche di silenziosità, oltre che una serie di accorgimenti tesi ad agevolare il monitoraggio dei consumi di tutti gli impianti e regolare il funzionamento dei sistemi di illuminazione e di erogazione dell’acqua per ridurre l’entità dei consumi; inoltre l’offerta è stata incentrata sull’impiego di materiali innovativi, conformi ai criteri ambientali minimi, con l’obiettivo di incrementare anche l’efficienza energetica dell’edificio. E’ stata inoltre premiata la proposta di organizzazione dei lavori per contenere al minimo l’invasività del cantiere nei confronti del contesto in cui si colloca, sia sotto il punto di vista della visibilità del cantiere, sia in termini di rumorosità e polveri, adottando accorgimenti tecnologici e costruttivi in grado di ridurne l’impatto”.
Quale sarà il punto più complicato del lavoro? “La fase più complessa sarà certamente quella relativa al rifacimento del tetto. Lo spazio limitato per lo stoccaggio, sia dei materiali di risulta delle demolizioni, sia dei nuovi elementi da installare, presupporrà una pianificazione accurata delle attività giorno per giorno”.
Ci sarà qualche step particolare? “La principale attività è quella di sostituzione e/o adeguamento della copertura. La particolarità della fase è che tutte le operazioni di demolizione e ricostruzione avverranno sempre in “contesto protetto”, ovvero con l’utilizzo di una copertura provvisoria mobile che consentirà di tenere al riparo dalle intemperie le strutture dell’edificio, già fortemente indebolite dal sisma”.
Come si svolgerà il cantiere? “La prima fase del cantiere riguarderà la riparazione delle principali lesioni causate dal sisma, tramite tecniche di consolidamento tipiche fra cui scuci e cuci delle murature, e ammorsamenti. Successivamente si interverrà sulla copertura e sul consolidamento delle strutture esistenti, per procedere poi al restauro degli elementi architettonici danneggiati. In parallelo agli interventi strutturali, verrà effettuato anche l’adeguamento degli impianti tecnologici esistenti. Vi sono poi interventi consistenti nella rimozione degli elementi architettonici ritenuti ‘incongrui’, non più compatibili con l’architettura dell’edificio. La durata prevista del cantiere è di 550 giorni naturali consecutivi”.
Quali sono le maggiori criticità? “Riguardano la logistica del cantiere, fortemente condizionata dagli spazi ristretti. Di conseguenza, sarà fondamentale pianificare con estrema precisione le forniture e le diverse fasi operative. Altra criticità operativa è rappresentata dalle grandi altezze in campo, specie nelle zone sopra il palco, per cui saranno predisposti adeguati presidi di sicurezza personali e collettivi”.
Cosa rappresenta per voi, come azienda, poter contribuire alla rinascita di un simbolo culturale come il Teatro Borgatti? “Contribuire alla rinascita di un edificio storico simbolo di cultura e aggregazione per la collettività rappresenta motivo di grande orgoglio per l’azienda; restituire alla cittadinanza centese il teatro della città rafforza ancora di più il profondo legame che Acmar ha con il proprio territorio”.
Qual è l’aspetto che vi emoziona di più? “Lavorare in un edificio storico, patrimonio architettonico e culturale è un valore aggiunto della nostra attività. Acmar ha contribuito al recupero di svariati edifici di grande pregio e per ognuno di essi, superate le grandi difficoltà che contraddistinguono interventi così particolari, il momento della riconsegna alla collettività ha rappresentato il momento di maggiore soddisfazione per l’azienda”.
Laura Guerra
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