I dati più recenti della Community Innovation Survey1 un’indagine europea che si focalizza sul tema dell’innovazione, mostrano una buona propensione all’innovazione delle imprese italiane. Nel periodo 2020-2022 oltre il 60% delle imprese nazionali ha introdotto un’innovazione di prodotto e/o di processo, una percentuale superiore di 11 punti percentuali rispetto alla media UE27. La propensione ad innovare interessa tutte le imprese, comprese quelle più piccole, dove oltre la metà delle aziende svolge attività innovativa. I dati settoriali mostrano un’elevata eterogeneità: su tutti spicca l’industria (65,1%), seguita da servizi (56,1%) e poi dalle costruzioni (46,7%). Nel manifatturiero si segnalano migliori performance innovative per i settori della farmaceutica, dell’elettronica, dell’automotive e della meccanica, mentre nei servizi spicca la propensione ad innovare nei settori della ricerca e sviluppo, delle assicurazioni e dei servizi ICT. In generale, sebbene in alcuni comparti prevalga l’innovazione di prodotto, nel complesso sono maggiormente diffuse le innovazioni di processo, tra cui quelle relative alle fasi di produzione.
Per approfondire i percorsi di innovazione intrapresi dalle imprese, il Research Department di Intesa Sanpaolo in collaborazione con i Competence center BI-REX e SMACT, ha realizzato nella seconda metà del 2024, un’indagine a carattere nazionale che ha visto la partecipazione di circa 1.500 imprese clienti attive in diversi settori manifatturieri e nell’ICT. La ricerca ha permesso da un lato di fotografare lo stato di adozione e l’impatto delle soluzioni innovative 4.0 tra le imprese italiane e dall’altro di analizzare più nel dettaglio come sta avvenendo il percorso di innovazione, focalizzando l’attenzione sui partner che stanno supportando le aziende, le difficoltà incontrate e le strategie future che le imprese intendono perseguire. Oltre il 75% delle imprese indica di aver adottato almeno una tecnologia 4.0 (robotica, intelligenza artificiale, cloud computing etc), evidenziando come il percorso di innovazione in chiave 4.0 sia ben avviato nel tessuto produttivo italiano. L’introduzione di tecnologie 4.0 consente alle imprese soprattutto di automatizzare i processi rendendo concreta l’idea di smart factory, dove l’automazione diventa elemento distintivo dei processi produttivi.
Tra gli obiettivi raggiunti dalle imprese si segnala anche quello volto al risparmio energetico, elemento rilevante per far fronte agli aumenti dei costi delle materie prime, che hanno caratterizzato gli ultimi anni e che segnala la crescente rilevanza ai temi della sostenibilità ambientale.
Un segnale della buona propensione ad innovare che contraddistingue il nostro Paese emerge anche analizzando i dati sulle startup innovative del registro delle imprese, che confermano anche in questi primi del 2025 la vitalità del tessuto produttivo italiano. Secondo i dati del Registro della Camera di Commercio, che raccoglie le informazioni aggiornate sulle startup innovative a partire dal 2012, a fine maggio 2025 sono circa 12.0002 le start-up innovative iscritte a questo registro, evidenziando un’accelerazione di nuovi soggetti soprattutto negli ultimi anni. In particolare nei primi 5 mesi dell’anno sono circa 900 le startup innovative che si sono iscritte al Registro. Si tratta di imprese specializzate prevalentemente nei settori dei servizi IT e software, che offrono servizi di consulenza e soluzioni digitali a 360 gradi, con un numero crescente di player attivi nel mondo dell’intelligenza artificiale. Si conferma elevata la molteplicità di ambiti in cui le startup operano, che spaziano dal mondo della salute a quello di industria e agricoltura 4.0, dal settore culturale-turistico al mondo della formazione e del gaming, dal fintech ai servizi professionali in ambito legale, contabile e/o assicurativo.
1. Community Innovation Survey 2022, Eurostat, dati aggiornati a marzo 2025.
2. I dati sono stati elaborati considerando le informazioni disponibili al 26 maggio 2025 edescludendo le imprese in liquidazione.
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