Il “Cresci Piemonte” accelera. La legge speciale voluta dal presidente Alberto Cirio per semplificare le procedure urbanistiche e dimezzare i tempi di approvazione di varianti, in particolare per opere finanziate con fondi europei o Pnrr, ma anche statali e regionali, introduce una serie di elementi di novità con il disegno di legge e la delibera approvati in Giunta.
Cosa prevede
Innanzitutto possono rientrare nelle procedure semplificate anche gli interventi strategici totalmente in capo a soggetti privati superiori a 5 milioni di investimento.
Nasce poi una cabina di regia per monitorare i tempi delle varianti degli otto capoluoghi del Piemonte: Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbania, Vercelli. In particolare, il “Cresci Piemonte” tende la mano a Torino che sta rivedendo il suo Piano Regolatore: vengono dimezzati i tempi (da 120 a 60 giorni) della seconda conferenza di pianificazione e valutazione.
Ultima, ma non meno importante novità, la delibera di Giunta istituisce il Tavolo di confronto per la nuova legge urbanistica. Il Piemonte si prepara così ad adeguare la normativa urbanistica più importante della Regione, mettendo mano, d’intesa con gli stakeholders del comparto, alla legge che risale al 1977.
Esigenze di procedure semplificate
«Questa legge nasce dalle sollecitazioni degli enti locali e delle associazioni di categoria e dall’esigenza di avere procedure semplificate e tempi ridotti per le varianti urbanistiche in modo da poter spendere in tempo le risorse del Pnrr e i fondi europei. In queste settimane abbiamo raccolto gli spunti dai vari soggetti coinvolti e messo a punto una norma che si applica anche ai Comuni più grandi, a partire da Torino, alle prese con l’approvazione dei nuovi piani regolatori» dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.
Obiettivo un Piemonte più attrattivo
«L’obiettivo è incentivare lo sviluppo del Piemonte per renderlo più attrattivo agli occhi degli investitori, con riflessi positivi in termini di ricaduta occupazionale – aggiunge l’assessore all’Urbanistica Marco Gallo -. L’attuale durata e complessità delle procedure può rappresentare una limitazione alla “messa a terra” delle risorse, soprattutto quelle stanziate per un periodo circoscritto, come accade per i fondi del Pnrr».
Semplificazione burocratica
«Un provvedimento importante per gli enti locali – aggiunge l’assessore agli Enti locali, Enrico Bussalino –. Ai Comuni più grandi garantiamo una sburocratizzazione concreta, mentre ai più piccoli offriamo semplificazione e contributi significativi per redigere le varianti urbanistiche e rafforzare la loro capacità di programmazione».
«L’avvio di un iter più snello e l’adozione di normative semplificate aumentano il grado di fiducia del territorio agli occhi degli investitori, con effetti economici e occupazionali significativi – ha sottolineato Roberto Ravello, presidente della I Commissione Programmazione e bilancio –. Si tratta di un passo decisivo anche per promuovere la rigenerazione urbanistica e il recupero delle aree urbane». Sulla stessa linea Mauro Fava, presidente della II Commissione Pianificazione territoriale e urbanistica, che ha evidenziato come «questo rappresenti un buon punto di partenza: dobbiamo lavorare quanto prima a una nuova legge urbanistica che consenta al Piemonte di rigenerarsi in modo concreto ed efficace».
In particolare, per le varianti strutturali che non richiedono la valutazione ambientale strategica (Vas) si riducono i tempi della prima conferenza da 60 a 30 giorni, per la seconda conferenza da 90 a 45 giorni e si passa da 60 a 30 giorni per la pubblicazione e la formulazione delle osservazioni. In caso di Vas le tempistiche sono coordinate con la normativa nazionale.
Le nuove norme, una volta approvate, saranno valide fino al 2030 e si applicano potenzialmente a oltre 5 miliardi di euro per spese di investimento (5,17 per la precisione) che richiedono modifiche alle pianificazioni urbanistiche e una tempistica sulla rendicontazione delle spese particolarmente stringente.
Nei dettagli: 1,7 miliardi finanziati con il Pnrr (spesa che va rendicontata entro il 2026), 1,5 miliardi di fondi Fesr (stanziati dalla Ue per lo sviluppo regionale), 820 milioni di Programma Sviluppo e Coesione 2021-2027, 400 milioni del Programma Operativo Complementare (in chiusura nel 2026) e oltre 750 milioni per il Complemento regionale per lo sviluppo rurale 2023-2027.
Di qui la scelta della Giunta Cirio di varare la legge speciale “Cresci Piemonte”, estendibile fino al 31 dicembre 2030, per garantire tutta una serie di disposizioni temporanee e urgenti per ridurre i tempi burocratici. «Nella sostanza significa che per cambiare i Piani Regolatori e per poter spendere i soldi che si sono ottenuti dall’Europa, un Comune, invece di utilizzare un anno, chiude la pratica in sei mesi poiché tutte le scadenze e tutti i termini che erano previsti dalle leggi regionali che disciplinano questa materia vengono ridotti – aggiungono Cirio e Gallo -. Il “Cresci Piemonte” servirà in particolare per accelerare e permettere ai Comuni di avere uno strumento in più, ai cittadini oneri burocratici in meno. Tutto questo senza allentare l’attenzione sulla tutela ambientale e paesaggistica: agiamo sulle procedure non sul merito».
Per favorire la nuova strategia territoriale, l’articolo 8 del “Cresci Piemonte” stanzia, per i prossimi anni, 1,4 milione di euro prioritariamente per i Comuni con meno di 5mila abitanti e alle Unioni dei comuni. Alla luce delle istanze presentate potranno essere previste risorse aggiuntive in assestamento di bilancio.
Soddisfazione di Api
“Il provvedimento ‘Cresci Piemonte’ varato dalla Giunta Cirio va nella direzione giusta: adesso è necessario renderlo al più presto operativo e poi vigilare sulla sua applicazione”. E’ il commento di Fabrizio Cellino, Presidente di API Torino. “API Torino è pronta adesso ad incrementare la collaborazione con la Regione lungo la strada che porta all’eliminazione della pastoie burocratiche che rallentano lo sviluppo del sistema economico e che aggiungono difficoltà per le imprese ,oltre a quelle determinate dalla congiuntura economica nazionale e internazionale”.
Il Presidente di API tuttavia sottolinea: “Di fronte ai molti problemi che le nostre aziende hanno davanti ogni giorno, ‘Cresci Piemonte’ è un valido aiuto, ma non può essere il solo. E’ necessario continuare a lavorare insieme a tutte le istituzioni e gli attori del territorio per rispondere compatti alla crisi”.
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