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“Un errore escludere le associazioni di categoria dalla discussione sull’accordo di programma”


«Basta giochi sulla pelle delle imprese, dei lavoratori e della cittadinanza di Taranto»: è quanto chiede Casartigiani Puglia, preoccupata per il futuro dello stabilimento. E lo fa alla vigilia del vertice convocato a Bari per marteì 1 luglio, nei padiglioni della Fiera del Levante, dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

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Secondo la federazione delle piccole e medie aziende artigiane pugliesi questa situazione di stallo in cui riversa lo stabilimento o, peggio, la sua chiusura porterebbe gravi ricadute economiche e sociali sull’intero territorio ionico. Motivo per cui Casartigiani Puglia rivendica un ruolo attivo nel processo decisionale perchè ritiene importante che siano coinvolte le organizzazioni di categoria e i sindacati, insieme alle istituzioni locali e nazionali.

«Escludere le associazioni di categoria dai tavoli istituzionali – ha detto il coordinatore regionale di Casartigiani Puglia, Stefano Castronuovo, a proposito dell’esito dell’ultimo tavolo del Mimit sulla bozza dell’Accordo di Programma – non solo è un errore politico e istituzionale, ma rischia di compromettere l’efficacia degli interventi e delle misure da mettere in campo. Serve un cambio di passo: la partecipazione non può essere occasionale o formale, ma strutturata e continuativa. Solo attraverso un dialogo vero e inclusivo si potrà costruire una prospettiva concreta e sostenibile per il futuro dell’ex Ilva e dell’intero tessuto economico tarantino».

Secondo l’associazione datoriale non può esserci una vera ambientalizzazione dell’impianto senza ingenti investimenti, nel rinnovamento tecnologico e nella messa in sicurezza ambientale mentre l’ unica via percorribile,  sottolinea Castronuovo, «è la nazionalizzazione dell’impianto  perché solo con una regia pubblica sarà possibile garantire investimenti seri, bonifiche reali, tutela occupazionale e salute dei cittadini».

Oltre alle questioni di governance industriale, Casartigiani Puglia richiama l’attenzione sulle azioni di sostegno, immediato, necessarie per il tessuto economico locale durante la transizione. La crisi dell’ex Ilva ha già inflitto gravi danni all’indotto: comparti come l’autotrasporto, la manutenzione e la fornitura industriale hanno visto crolli di attività superiori al 30%, a causa del rallentamento produttivo (aggravato anche da eventi come l’incendio all’Altoforno 1) e dell’incertezza gestionale. L’associazione ha perciò presentato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy un pacchetto di misure straordinarie a sostegno delle imprese locali, tra cui sgravi fiscali, sospensione temporanea dei tributi e protocolli per agevolare l’accesso delle aziende del territorio ai lavori di bonifica e ammodernamento. Casartigiani Puglia ha, inoltre, sollecitato l’istituzione urgente di una Legge Speciale per Taranto. «In linea con quanto affermato dal neo sindaco di Taranto, Piero Bitetti, è giusto riportare la discussione nelle sedi istituzionali con tutti gli attori al tavolo, in piena trasparenza, con le carte alla mano e senza forzature. Solo attraverso la partecipazione delle rappresentanze di imprese e lavoratori si possono evitare altri errori e ricostruire la fiducia in un percorso di riconversione credibile e condiviso», ha concluso Castronuovo.

 

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Liviano (Demos): “Condividiamo la presa di posizione del sindaco Bitetti”

Una bonifica reale, urgente, trasparente, vincolata a controlli pubblici e partecipata dalla cittadinanza; stop immediato alle emissioni inquinanti a tutela della salute pubblica; garanzie occupazionali per i lavoratori «perché nessuno debba scegliere tra il pane e la vita»; fondi adeguati per la riconversione industriale sostenibile, non elemosine politiche; un piano di rilancio per Taranto fondato sulla tutela ambientale, la ricerca, la formazione e la valorizzazione del territorio.

Sono le richieste che avanza Gianni Liviano, neoeletto consigliere comunale di Demos, il quale sottolinea che «non si può più barattare la vita dei cittadini con accordi oscuri e logiche industriali fallimentari. Non accetteremo nuove riduzioni di organico, nuovi compromessi sulla pelle della popolazione».

Da decenni, fa presente Liviano, la città «porta sulle spalle il peso di un’industria, che dopo aver portato sviluppo nei primi anni della sua presenza sul nostro territorio, ha poi lasciato solo morte, inquinamento e disillusione».

E poiché la città in maniera coesa, deve costruire futuro, «per questo – conclude Liviano –  che come Demos non solo condividiamo la presa di posizione del sindaco Bitetti ma la facciamo nostra e la sosteniamo con convinzione».



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