Digitalizzare non basta più: le aziende vogliono efficienza, integrazione e semplicità. Ma la realtà quotidiana racconta altro: sistemi che non comunicano tra loro, documenti dispersi in piattaforme diverse, processi ancora manuali e rigidi. In un momento in cui la gestione documentale dovrebbe essere un motore di produttività, per molte imprese è ancora un freno. È qui che si inserisce la nuova strategia di Archiva Group. Archiva Group, con sede a Villafranca di Verona e guidata dal Ceo e fondatore Giuliano Marone, è una tech company italiana con oltre 25 anni di esperienza nella gestione documentale, automazione dei processi e trasformazione digitale. Opera con un cloud proprietario, sviluppa piattaforme interoperabili e modulari, e fornisce soluzioni verticali per settori come GDO, industria, energia, construction e servizi finanziari. Gestisce oltre 3 miliardi di documenti digitali, serve più di 1.200 clienti attivi. Il Gruppo è controllato da Progressio Sgr, che qualche mese fa, attraverso il fondo di private equity Progressio Investimenti IV, ha acquisito la maggioranza del capitale. Progressio Sgr gestisce oltre 800 milioni di euro e investe in Pmi italiane con forte potenziale di crescita, sostenendo percorsi di sviluppo basati su innovazione, governance e aggregazione settoriale. Il cuore del modello Archiva è la centralità dell’uomo, supportato da tecnologie semplici, scalabili e sicure. Qual è, dunque, la strategia di Archiva per superare il citato problema delle aziende? Quella di costruire un ecosistema digitale unico, dove ogni documento – da quelli amministrativi a quelli operativi – segue il processo giusto, nel momento giusto, con gli strumenti giusti. Un sistema pensato non per i tecnici, ma per le persone che ogni giorno lavorano, decidono, controllano e migliorano.
E come sta realizzando questa strategia? Una mossa importante in questa direzione è stata la recente acquisizione di due società: con quella della padovana DDM Technology, Archiva rafforza la sua offerta verso le imprese che lavorano con SAP, offrendo soluzioni documentali perfettamente integrate nei gestionali; con quella di Mitric (Martellago), Archiva amplia le capacità operative sul campo, grazie a una piattaforma mobile e intuitiva (Checker) che digitalizza i controlli qualità, gli audit e i processi HSE. Insieme, queste due realtà completano l’offerta di Archiva: una per i processi interni e amministrativi, l’altra per quelli operativi e distribuiti. Entrambe contribuiscono a realizzare la visione di un’unica piattaforma, adattabile, sicura.
Si inserisce nella strategia Archiva di creare un ecosistema digitale modulare, facile da usare, sicuro e pensato per le persone, anche la recente evoluzione di Requiro, la piattaforma di Archiva per gestire documenti e automatizzare processi aziendali. Con la nuova versione, diventa ancora più potente grazie all’uso di intelligenza artificiale, alla possibilità di collaborare da mobile e a una sezione dedicata alla sicurezza delle informazioni (INFOSEC). L’articolo trae spunto dall’evento “Nuovi assetti e competenze per la transizione digitale” organizzato qualche giorno fa da Archiva Group a Milano. Hanno partecipato, a parte il già citato Giuliano Marone, anche il partner di Progressio Sgr Massimo Dan, il Sales Director di Archiva Group Samuele Fini, il Corporate Communication Director di Archiva Group Loris Marchiori, il founder & ad di Mitric Luigi Bassani, e il Cso e cofondatore di DDM Technology Andrea Papalia.
Archiva Group accelera la trasformazione digitale con due acquisizioni strategiche
Si accennava alla nuova fase di crescita industriale di Archiva Group tramite le due acquisizioni chiave, quella del 100% di DDM Technology e quella del 60% di Mitric. «Non si tratta solo di una crescita numerica o di un ampliamento della nostra offerta – spiega Giuliano Marone –: è un cambio di visione. Abbiamo scelto DDM e Mitric perché sono realtà eccellenti, verticali, altamente specializzate, che si integrano perfettamente con il nostro modello e con la nostra idea di digitalizzazione. Sono nuove frecce nella nostra faretra: soluzioni che non aggiungono solo funzionalità, ma competenze, visione e cultura del lavoro simile alla nostra. Sono aziende che, come noi, hanno scelto di innovare partendo dalle esigenze delle persone, creando tecnologie semplici ma avanzate, capaci di adattarsi ai contesti più diversi. Questo allineamento valoriale è stato determinante: volevamo partner con cui condividere non solo obiettivi di mercato, ma anche un approccio umano e concreto all’innovazione. La loro esperienza specifica arricchisce l’ecosistema Archiva e ci permette di offrire ai nostri clienti soluzioni ancora più mirate, pronte per affrontare la complessità del presente. È una scelta di qualità, non di quantità». Giuliano Marone chiarisce anche il senso più profondo delle operazioni: «Per noi queste acquisizioni non rappresentano un traguardo, ma un passaggio strategico verso una crescita esponenziale. Non ci limitiamo ad allargare il perimetro aziendale: portiamo a bordo persone, tecnologie e progetti che condividono la nostra visione e ci aiutano a crescere, in Italia e all’estero. L’obiettivo non è sommare aziende, ma costruire un gruppo coeso, solido e con una direzione comune. Stiamo dando forma a un progetto industriale dove ogni nuovo ingresso ha un ruolo preciso e porta valore aggiunto, senza snaturare la propria identità. Lavoriamo per un’integrazione vera, non di facciata, in cui le singole eccellenze si potenziano a vicenda. Questo approccio ci consente di essere agili, reattivi e proiettati nel lungo periodo, pronti ad affrontare il mercato europeo con una proposta solida, scalabile e ben strutturata. La nostra ambizione non è crescere per crescere, ma costruire qualcosa che duri, guidato dalla qualità e dalla visione condivisa».
Quanto a Progressio, Massimo Dan afferma che «abbiamo visto in Archiva una piattaforma industriale ideale. Parliamo di un’azienda con tecnologie proprietarie scalabili, una base clienti fidelizzata, un management con visione strategica e la capacità di mettere insieme innovazione, persone e cultura d’impresa. Il nostro obiettivo è lavorare fianco a fianco per costruire un gruppo competitivo e sostenibile, pronto a consolidare la sua presenza anche a livello internazionale». Dan insiste anche sul valore dell’integrazione: «DDM e Mitric non sono solo acquisizioni funzionali. Sono componenti strategiche che condividono cultura, approccio e mercato. È così che si costruisce un polo digitale sostenibile e con potenziale di crescita reale».
DDM: eccellenza Sap-native al servizio dell’integrazione intelligente
Come si accennava, DDM Technology in particolare è una società specializzata nello sviluppo di soluzioni SAP-native e SAP-certified per la gestione documentale e dei processi aziendali. Con oltre 800 progetti realizzati e 300 clienti attivi utenti SAP, DDM si posiziona come un punto di riferimento per l’automazione intelligente all’interno dell’ecosistema SAP. «La nostra storia nasce da una scelta netta – afferma Andrea Papalia –: non essere solo integratori, ma sviluppatori di soluzioni perfettamente inserite dentro SAP. Non abbiamo mai cercato scorciatoie o compromessi con soluzioni esterne. Ogni nostra applicazione nasce e vive all’interno di SAP, perché è lì che l’utente opera ogni giorno. Volevamo creare strumenti che fossero davvero utili, perfettamente coerenti con il contesto operativo».
Papalia sottolinea il vantaggio competitivo: «I nostri utenti non devono uscire dal gestionale per gestire i documenti o seguire un processo – continua Papalia –. Tutto avviene in modo fluido, all’interno dello stesso ambiente, con flussi documentali, dati e task integrati. Il risultato è una maggiore efficienza operativa, continuità di utilizzo e una user experience lineare, senza interruzioni o complessità inutili». Sull’ingresso in Archiva aggiunge: «Abbiamo riconosciuto in Archiva un partner strategico con una visione molto simile alla nostra: solida dal punto di vista tecnologico, ambiziosa a livello industriale e molto attenta al valore delle competenze. Lavorare insieme significa poter espandere il nostro raggio d’azione mantenendo però intatta la nostra identità e il nostro DNA SAP. È un’integrazione che guarda avanti, ma lo fa con rispetto per ciò che ciascuna realtà porta con sé».
Mitric: la potenza della semplicità per digitalizzare il controllo operativo
Come si accennava, Mitric, fondata nel 2006, è una software company focalizzata sulla digitalizzazione dei processi di controllo qualità, audit e HSE, grazie alla citata suite proprietaria Checker. In particolare la piattaforma è cloud, mobile-first e multilingua, progettata per funzionare anche offline, rispondendo alle esigenze di chi lavora in mobilità e in contesti complessi. «Checker nasce da un’esigenza molto pratica – spiega Luigi Bassani – semplificare la vita a chi ogni giorno è operativo sul campo. Dove prima si usavano fogli Excel o appunti cartacei, oggi le aziende possono contare su una piattaforma digitale che gestisce tutto in modo strutturato: checklist personalizzabili, piani d’azione, segnalazioni, flussi approvativi e report analitici. Il tutto disponibile in tempo reale e accessibile da uno smartphone. È una trasformazione radicale della qualità operativa».
L’anima di Mitric è l’usabilità: «Abbiamo progettato Checker perché fosse intuitiva, veloce, accessibile anche a chi non ha competenze IT. Il nostro obiettivo era creare una piattaforma in grado di funzionare nel mondo reale: nei cantieri, nei punti vendita, negli stabilimenti produttivi. Dove serve concretezza, non tecnicismi. La semplicità d’uso è il nostro tratto distintivo, ma dietro c’è una struttura tecnologica molto robusta» – continua Bassani. L’integrazione con Archiva è naturale: «Abbiamo trovato in Archiva una realtà tecnologicamente evoluta, ma anche molto attenta all’aspetto umano del lavoro. Condividiamo la stessa idea di innovazione: la tecnologia deve servire le persone, non complicare i processi. Per questo abbiamo deciso di unirci: non per cambiare identità, ma per rafforzarla. L’integrazione è industriale, concreta, pensata per creare insieme un’offerta più ampia, completa e competitiva. Non è solo un accordo tra aziende: è una vera alleanza tra visioni compatibili» – termina Bassani.
Requiro cambia passo: più semplice, più intelligente, più sicuro
Si accennava alla nuova versione di Requiro. La vera novità è che Requiro ora “capisce” i documenti. Grazie a tecnologie di machine learning e modelli linguistici avanzati (LLM), è in grado di estrarre dati automaticamente, anche da documenti non strutturati, e supporta l’utente in tutte le fasi del lavoro, rendendo le attività più rapide e precise. Vengono introdotti due nuovi moduli. “Estrai”, pensato per chi ha pochi documenti ma vuole massima precisione: consente di acquisire automaticamente dati convalidati dall’utente o gestiti direttamente dall’intelligenza artificiale. E “Collabora”, che permette di condividere e organizzare documenti in modo semplice e sicuro, anche da smartphone, con funzioni come ricerca intelligente, etichette e cronologia delle azioni. Anche le applicazioni Docs ed Exchange sono state completamente rinnovate: oggi sono più veloci, intuitive e ottimizzate per l’uso da mobile, così da permettere il lavoro in ogni contesto, anche fuori ufficio.
Come si diceva, un’altra grande novità è INFOSEC, la nuova area di controllo che consente a CISO, IT Manager e DPO di monitorare in tempo reale le misure di sicurezza attive sulla piattaforma: crittografia, backup, ridondanza, infrastrutture protette. «Con la nuova versione di Requiro – afferma Loris Marchiori – abbiamo compiuto un vero cambio di paradigma. Non partiamo più dalla tecnologia in sé, ma dall’esperienza concreta dell’utente. Abbiamo spostato il punto di partenza: non è il software a guidare il processo, ma le persone e i loro bisogni. E in questo la tecnologia diventa uno strumento per rendere il lavoro più semplice, più efficace e più sostenibile». Con queste novità, Requiro si conferma uno strumento completo, flessibile e user-friendly, pensato per accompagnare le aziende in un percorso digitale concreto e sostenibile.
Archiva Group: nasce l’era people-centric, l’innovazione al servizio dell’uomo
Come si accennava, Archiva Group inaugura un nuovo posizionamento strategico che ridefinisce il rapporto tra tecnologia e impresa: al centro non c’è più il software, ma la persona. Un cambio di paradigma profondo, che non riguarda solo l’architettura delle piattaforme ma il modo stesso in cui si concepisce l’innovazione. «Siamo passati da un’era in cui tutto ruotava intorno ai dati, poi ai processi, fino ad arrivare a quella attuale: l’era delle persone», spiega Loris Marchiori. «Una volta si partiva da righe di codice per creare soluzioni automatizzate; oggi invece partiamo dai bisogni reali, dal contesto operativo, dall’esperienza dell’utente. È un’inversione netta: la tecnologia non impone più un modello, ma si adatta e si mette al servizio del lavoro umano». Questa visione si traduce nella costruzione di un ecosistema digitale modulare e interoperabile, alimentato da cloud proprietario, AI integrata e infrastrutture distribuite. «Oggi le persone non lavorano più sempre nello stesso posto. Operano da casa, in mobilità, nei cantieri, nei punti vendita. Serve un’infrastruttura che sia sempre disponibile, anche offline, e che permetta l’accesso ai processi core e amministrativi in qualsiasi momento e da qualsiasi dispositivo», continua Marchiori. «Per questo non ci siamo limitati a introdurre strumenti, ma abbiamo ripensato l’architettura delle nostre piattaforme, rendendole davvero adattive e vicine alla realtà operativa delle imprese». La visione si allarga, diventando anche organizzativa. «Non basta progettare bene – prosegue Marchiori –. Bisogna saper evolvere con l’azienda. Le nostre piattaforme sono pensate per crescere insieme al cliente, per essere configurabili e intuitive, e per apprendere dai comportamenti degli utenti. La vera innovazione oggi non è tecnica, ma esperienziale: far sentire l’utente parte attiva del processo, non uno spettatore passivo».
Anche Giuliano Marone rafforza il messaggio con una visione imprenditoriale chiara: «Il nostro obiettivo non è accumulare tecnologia, ma creare valore mettendo insieme intelligenze. Ogni azienda che entra a far parte del gruppo lo fa perché condivide non solo un mercato, ma una cultura comune fatta di visione, flessibilità e orientamento al risultato. È così che si costruisce un’identità solida. Le acquisizioni che facciamo hanno senso solo se generano sinergia, se permettono alle persone di lavorare meglio e di evolvere. Non cerchiamo solo prodotti complementari, ma mentalità compatibili, perché è lì che nasce la vera innovazione. La forza di Archiva sta nella capacità di far dialogare competenze diverse attorno a uno scopo condiviso». E conclude: «Oggi non dobbiamo riempire l’azienda di software, ma liberare tempo, ridurre la complessità e fornire strumenti potenti e semplici. La tecnologia deve scomparire dietro l’esperienza: essere utile, veloce e naturale. Solo così possiamo davvero supportare il lavoro quotidiano, eliminando frizioni operative e concentrandoci su ciò che conta. In un mercato che cambia rapidamente, ciò che resta è la qualità dell’esperienza: per questo costruiamo piattaforme che si adattano alle persone, e non il contrario». In pratica, nel modello Archiva, intelligenza artificiale, sicurezza e modularità non sono obiettivi in sé, ma strumenti per creare un ambiente di lavoro più umano, fluido, intelligente. «Archiva non è più solo tecnologia – conclude Marchiori –. È un progetto culturale. Un sistema aperto in cui le persone vengono prima del codice. E dove la trasformazione digitale diventa reale perché è vissuta ogni giorno, in modo semplice».
Archiva Group e Progressio: un modello industriale per crescere in modo sostenibile, umano e strategico
Si accennava al fatto che la nuova fase di sviluppo di Archiva Group prende forma all’interno di una visione industriale chiara e di lungo termine, sostenuta dal citato Progressio SGR, fondo di investimento che da oltre vent’anni supporta la crescita delle PMI italiane. L’obiettivo è ambizioso ma concreto: non solo espandere il business, ma costruire un sistema aziendale robusto, sostenibile e centrato sulle persone, in cui tecnologia e capitale umano evolvono insieme. «Quando entriamo nel capitale di un’azienda – spiega Massimo Dan – non ci limitiamo a guardare ai bilanci. Ci interessa capire la qualità del progetto, la forza del team, la cultura del lavoro. Il nostro compito è quello di rafforzare ciò che funziona, dare strumenti migliori, costruire una governance solida e potenziare i driver della crescita interna. In Archiva abbiamo trovato tutto questo: un’identità chiara, competenze verticali molto forti e una visione strategica già ben avviata». Dan spiega il senso industriale dell’operazione: «Vogliamo accompagnare Archiva in un percorso di aggregazione settoriale, dove ogni nuova acquisizione non è un tassello isolato, ma parte di una strategia più ampia. DDM e Mitric, in questo senso, non sono semplici società entrate nel gruppo: sono partner tecnologici con cui costruire una piattaforma modulare, flessibile, pronta a competere in Italia e all’estero. Quello che ci guida è una logica di crescita sostenibile, basata su valore, non su velocità».
In questo contesto, Archiva si propone come un abilitatore della trasformazione digitale, ma con un’impronta profondamente umana. Lo conferma Samuele Fini: «Oggi le aziende si trovano a operare in un ambiente sempre più incerto. Il 57% è preoccupato per le conseguenze delle crisi geopolitiche, il 37% lamenta difficoltà nel reperire profili professionali qualificati, e quasi il 40% riconosce nella mancanza di innovazione uno dei principali freni alla produttività. Si tratta di criticità trasversali, che toccano tutti i settori: dalla manifattura alla GDO, fino ai servizi. Ecco perché serve un cambio di passo, che non sia solo tecnologico ma soprattutto culturale». Fini sottolinea come il momento di agire sia adesso: «Il 20% dei manager italiani ha già pianificato l’introduzione dell’intelligenza artificiale generativa entro i prossimi tre anni. Questo significa che non siamo più in una fase esplorativa: siamo già nella fase dell’implementazione concreta. E chi non si muove adesso, rischia seriamente di restare indietro. Le aziende ci chiedono soluzioni che siano pronte all’uso, ma anche capaci di adattarsi alla complessità dei processi reali, alle specificità organizzative, ai vincoli normativi. Ed è qui che Archiva fa la differenza». E conclude: «Le recenti acquisizioni vanno esattamente in questa direzione. Mitric ci consente di portare la digitalizzazione dove spesso è ancora assente, come nei controlli qualità svolti in mobilità o offline. DDM, invece, ci dà la possibilità di integrare nativamente i nostri servizi nei sistemi SAP, migliorando l’efficienza e la compliance dei nostri clienti. Il nostro compito, oggi, non è vendere software, ma costruire soluzioni che aiutino davvero le persone a lavorare meglio, con più semplicità, sicurezza e continuità».
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