Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al nuovo Decreto Flussi 2026–2028, aprendo le porte all’ingresso di oltre mezzo milione di lavoratori extra-UE nel prossimo triennio. Dopo i 450mila ingressi previsti nel periodo 2023–2025, il governo Meloni rilancia con numeri ancora più ambiziosi: circa 164.800 nuovi ingressi l’anno, con l’obiettivo di colmare il fabbisogno crescente in settori cruciali per l’economia italiana.
“Si tratta di manodopera indispensabile al sistema economico e produttivo nazionale e altrimenti non reperibile”, ha fatto sapere Palazzo Chigi in una nota ufficiale.
Il nuovo decreto fissa 230.550 quote per il lavoro subordinato non stagionale e autonomo e 267.000 per il lavoro stagionale nei comparti agricolo e turistico. I numeri, si precisa, sono stati tarati sulla base delle richieste avanzate dalle parti sociali e delle effettive domande di nulla osta registrate negli anni passati.
Le assegnazioni si articoleranno in base al fabbisogno territoriale e ai principali comparti:
- Agricoltura: 330.000 ingressi in tre anni, con 100.000 stagionali e 10.000 non stagionali ogni anno.
- Assistenza familiare: oltre 57.000 lavoratori attesi.
- Turismo e ristorazione: 33.300 lavoratori complessivi.
- Edilizia: circa 18.000 ingressi previsti.
Una delle principali novità è la suddivisione regionale delle quote, per rispondere in modo più mirato alle esigenze dei territori.
In linea con gli obiettivi di inclusione, il decreto introduce una riserva del 40% delle quote per donne lavoratrici, sia nel lavoro stagionale che in quello non stagionale e di assistenza.
Sulla scia della semplificazione amministrativa, viene inoltre digitalizzato il contratto di soggiorno, che dovrà essere sottoscritto entro otto giorni dall’ingresso in Italia. Per i lavoratori stagionali, sarà possibile rinnovare o stipulare nuovi contratti entro 60 giorni dalla scadenza del precedente tramite la piattaforma SIISL.
Prevista anche una fase di precompilazione delle domande, con l’obiettivo di attenuare i colli di bottiglia digitali del tanto discusso click day, sistema criticato negli anni per favorire i più rapidi, non necessariamente i più meritevoli. L’intenzione del Governo è di avviare una transizione verso un meccanismo più fluido, che permetta la presentazione delle richieste durante tutto l’anno, secondo le esigenze delle imprese.
Il decreto rafforza anche gli strumenti contro lo sfruttamento e il caporalato: previsti permessi di soggiorno temporanei per le vittime che collaborano con le autorità. Sul fronte dei ricongiungimenti familiari, arrivano però nuove restrizioni, tra cui il requisito di almeno due anni di soggiorno regolare e parametri più rigidi per l’idoneità dell’alloggio.
È stato anche stilato un elenco di 19 Paesi considerati sicuri, tra cui Albania, Bangladesh, Egitto e Marocco.
Il Decreto Flussi 2026–2028 promette una pianificazione più intelligente e strutturata dell’immigrazione legale, con un focus su donne, digitalizzazione e territorialità. Ma tra ambizioni, burocrazia e una realtà fatta di domande inevase e sfruttamento, la sfida sarà passare dalla carta ai fatti.
Come sottolineato da Alessandro Del Fiesco – presidente di AsNALI Nazionale- “il Decreto Flussi 2026–2028, in continuità con quanto fatto per il triennio precedente, rappresenta una boccata d’ossigeno per migliaia di imprenditori italiani che da anni denunciano la difficoltà a reperire manodopera nei settori chiave dell’economia reale. Agricoltura, edilizia, turismo e assistenza alla persona non possono più attendere: la programmazione dei flussi migratori diventa ora uno strumento strategico, non solo per colmare i vuoti, ma per garantire stabilità produttiva e competitività alle imprese, soprattutto in territori dove l’offerta interna è ormai insufficiente.“
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link